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Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA  sono la figlia della "Cocca".

Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.

Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché  anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è  ancora comunità.  

Ricordate il tubo di refrigerazione della nuova pista .....
. . . come minimo si risponde due volte altrimenti .....
. . . siamo a M@ sterchief. Sono anni che giri/ ate .....
. . . Velardi arriva buon ultimo.
Il primo fu il .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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di Micol Fiammini, Il Foglio, 17 apr. 2025
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di Angela Baldoni
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Rosanna Betti
per Fiab Pisa
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Cena per la Liberazione 24 aprile
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Assemblea soci Coop.
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Cascina, 27 aprile
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CNA AREA VALDERA
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Qualcuno mi sa dire perche' rincoglionire
viene considerato un inevitabile passaggio
alla fine del faticoso viaggio
vissuto da tutti con coraggio?
Il .....
ad oggi la situazione è peggiorata
ora anche tir, pulman turistici , trattori, camion con cassoni per massi,
etc. . E ad alta velocita,
inquinamento .....
Copiata dal pof. fb di Umberto Mosso ( a cura di BB red VdS)
Lettera aperta Al Chiarissimo Professore Andrea Prencipe, Magnifico Rettore dell’Università LUISSrettore@luiss.it

1/5/2022 - 12:53

Lettera aperta Al Chiarissimo Professore Andrea Prencipe, Magnifico Rettore dell’Università LUISSrettore@luiss.it

 

Egregio Professore,

come sa uno dei docenti dell’Università da Lei diretta, Alessandro Orsini, sostiene pubblicamente che Hitler non aveva nessuna intenzione di scatenare la seconda guerra mondiale, ma che vi fu trascinato a causa dell’intervento dell’Inghilterra e della Francia legate da un patto di reciproco soccorso con la Polonia che il Fuhrer aveva invaso.

Secondo Orsini, Hitler, che pure conosceva quel patto, non aveva messo in conto che le due potenze europee l’avrebbero rispettato e di conseguenza attribuisce a loro la responsabilità dell’effetto domino che portò alla deflagrazione mondiale. Secondo la versione del suo docente, se nessuno fosse andato in soccorso dell’aggredito, Hitler si sarebbe ritenuto soddisfatto dell’annessione della Polonia e nulla di quanto più tragicamente avvenne in seguito sarebbe accaduto. Incommentabile.

Contestare nel merito questa bizzarria è come dover dimostrare ad un incredulo che quando piove l’acqua scende dall’alto verso il basso.

Il fatto è che questa è solo la premessa di Orsini per spiegare che la responsabilità della guerra in Ucraina non è della Russia che ha invaso quel paese, come Hitler la Polonia, ma degli Usa e dei paesi europei che ne hanno appoggiato l’indipendenza, prima, e sostenuto la resistenza contro l’aggressione, poi.

Non sono competente a diagnosticare l’esistenza o meno di una disfunzione della sfera cognitiva del suo docente. Né domando a lei come mai, difronte ad affermazioni negazioniste o giustificazioniste del nazifascismo fatte da altri insegnanti o da consiglieri comunali di piccoli centri, si sia espressa una pubblica riprovazione e si sia fatto ricorso a misure disciplinari a tutela dell’onorabilità della scuola o dell’istituzione locale e questo non avvenga per le gravi affermazioni di Orsini.

Leggo che a Orsini verrebbe tolto l’incarico di direzione dell’Osservatorio internazionale della Luiss e Le manifesto il mio stupore per il fatto che l’Università da Lei diretta continui ad affidare la docenza ad una persona il cui contatto con giovani in formazione credo sia deleterio. E’ questo contatto che va interrotto.

Non si tratta di libertà dell’insegnamento o di autonomia del docente, ma di contestare un metodo di contraffazione della storia che, di certo, Orsini proporrà anche ai suoi studenti accreditando, col prestigio della Luiss, una distorsione degli avvenimenti che nel caso specifico produssero, dopo tanti lutti, anche i valori di libertà e democrazia sui quali si fonda la Repubblica e la nostra convivenza civile.

Non si tratta di censurare opinioni, ma di chiedersi quale classe dirigente del futuro può formarsi così?

Non trova che tollerare simili predicazioni con l’accredito, sono certo non condiviso da Lei, di una cattedra universitaria, sia lesivo del prestigio dell’Università che lo annovera tra i suoi docenti?

In attesa di una Sua cortese risposta la saluto con cordiale sconforto.

Umberto Mosso

(pubblicata su profilo facebook)

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2/5/2022 - 12:28

AUTORE:
P.G_

L’Italia è un paese arretratissimo in materia di sicurezza internazionale. Le università italiane non hanno mai investito in questo campo di studi. La conseguenza è che il sapere scientifico non si è diffuso tra le persone comuni, i politici e i giornalisti, se non con pochissime eccezioni. E, così, milioni di italiani hanno scoperto la sicurezza internazionale il 24 febbraio 2022. Ed io mi trovo continuamente a essere accusato di essere ignorante da migliaia di grandissimi ignoranti, inclusi direttori di quotidiani e trasmissioni televisive. Ignoranti "olimpici" anche al Corriere della Sera. Pazienza, non mi arrendo e spiego tipo quinta elementare.
Si chiama amore per la conoscenza.
Nel mio intervento ad accordi e disaccordi su Canale 9 non ho minimamente toccato la questione della responsabilità della seconda guerra mondiale. Ben diversamente, mi sono interrogato sui meccanismi che hanno innescato quell’immane tragedia. Per poter comprendere il senso di questa mia affermazione, occorre (saper) distinguere due domande diverse. La prima domanda, di cui non mi sono occupato ad accordi e disaccordi, è: “Chi è il responsabile della seconda guerra mondiale?”. Nella mia prospettiva, Hitler è stato il principale responsabile della seconda guerra mondiale. La seconda domanda è: “Attraverso quali meccanismi e reazioni a catena ha avuto inizio la seconda guerra mondiale?”. È soltanto questa la domanda che ho affrontato ad accordi e disaccordi e faccio notare che nessuno ha smentito ciò che ho detto su Hitler. Max Weber, come potrete appurare leggendo il quinto capitolo del mio nuovo libro “Teoria sociologica classica e contemporanea” (Utet), spiega che le domande che uno studioso si pone sono generalmente legate ai suoi valori. Essendo io un pacifista, essendo i miei valori quelli del pacifismo, è normale che io sia un esperto nello studio dei meccanismi che innescano la violenza politica, sia essa il terrorismo o l’avvio di una guerra. Se, infatti, un pacifista comprende i meccanismi di innesco delle guerre passate, allora forse può indicare come evitare di commettere gli stessi errori in Ucraina.
Generalmente amo chi mi odia. In questo caso, più che di amore, parlerei di compassione. Provo una certa compassione per i miei odiatori. Soprattutto per il direttore di Repubblica e del Corriere della Sera.

2/5/2022 - 11:18

AUTORE:
veccchianese di s.Frediano

Premesso che Putin è l' aggressore, che l' Ukraina il paese aggredito, premesso tutto ciò, sono andato a vedermi la puntata incriminata di Accordi/Disaccordi dove il prof. Orsini ha sostenuto quello che il sig. Mosso contesta. A dirla tutta neanch'io sono molto convinto delle affermazioni del prof. Orsini. Hitler sapeva cosa faceva, era nel suo programma politico per il popolo tedesco. Riprendersi quello che il trattato di Versailles, dopo la 1a guerra, aveva tolto alla Germania. E, forse, sperava che le grandi potenze lo lasciassero fare.
La famosa " pace di Monaco " del "38 era il punto di partenza. Così non fu e la 2a guerra scoppiò come tutti sappiamo.
Quello che contesto è il nuovo sport nazionale, tiro al piccione Orsini, potrebbe diventare anche sport olimpico. Nel mondo accademico degli storici discutere di quello che dice il prof. Orsini, ossia l'effetto domino che scatenò la 2a guerra, è cosa normale, a noi pare una bestemmia, ma per chi ci studia e lavora così non è. Anche il famoso prof. Barbero, spesso ospite o conduttore di programmi, affermò in tv le stesse tesi, non ricordo allora critiche, sollevazioni, interrogazioni o lettere, aperte o chiuse è lo stesso, contro la sua persona. E allora, è la tesi sbagliata o chi la afferma ?
Sarebbe gradita una risposta, possibilmente dell' autore.