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Evento davvero memorabile a san Giuliano Terme il 25 luglio a partire dalle ore 18, all'interno del Fuori Festival di Montepisano Art Festival 2024, manifestazione che coinvolge i Comuni del Lungomonte pisano, da Buti a Vecchiano."L'idea è nata a partire dalla pubblicazione da parte di MdS Editore di uno straordinario volume su Puccini - spiega Sandro Petri, presidente dell'Associazione La Voce del Serchio - scritto  da un importante interprete delle sue opere, Delfo Menicucci, tenore famoso in tutto il mondo, studioso di tecnica vocale e tante altre cose. 

Che c'entra l'elenco del telefono che hai fatto, con .....
Le mutande al mondo non le metti ne tu e neppure Di .....
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Di Edoardo Fanucci
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Di Antonio Campo
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di Bruno Desidera
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di Matteo Renzi, senatore e presidente di IV
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Da un'intervista a Maria Elena Boschi
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APOCALISSE NOKIA di Antonio Campo
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Il mare
con le sue fluttuazioni e il suo andirivieni
è una parvenza della vita
Un'arte fatta di arrivi di partenze
di ritorni di assenze
di presenze
Uno .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
di Umberto Mosso (a cura di Bruno Baglini, red VdS)
I MEGAFONI DI PUTIN E LA QUESTIONE EBRAICA.

6/5/2022 - 13:02

     I MEGAFONI DI PUTIN E LA QUESTIONE EBRAICA.

 

Sono giorni che aspetto invano che qualcuno critichi Lavrov non solo per avere detto che Hitler era di origini ebraiche, notizia nel merito della quale non entro neanche, ma per avere aggiunto “I peggiori nemici degli ebrei sono gli ebrei”.

Che, per me, è una affermazione ancora più grave. Né le scuse di Putin possono esimerci dal riflettere sulla cultura che ha ispirato quella frase. In essa sono sintetizzati quattro o cinquemila anni di antisemitismo, dalla schiavitù in Egitto al pogrom televisivo del lacchè del Cremlino.

Nell’attesa di un Golem che salvi il mondo, sperando che non si limiti solo a quello ebraico, ma comprenda anche il nostro giudaico – cristiano, non posso che provare disgusto per le parole di Moni Ovadia, che si fa megafono di Putin non solo capovolgendo la storia e la cronaca, ma anche diffondendo idee prese in prestito da una delle più note e peggiori antisemite in circolazione. A tanto si può arrivare per nascondere i veri motivi del massacro altrui?

Ovadia, nel teatrino allestito dagli amici di Putin, racconta al pubblico di avere scoperto una giornalista americana, Laura Logan, che ha fatto interviste e dichiarazioni definite “bombe di verità sulla Casa Bianca”. Inutile rispondere qui alle tesi infondate di Logan, ben nota prima della scoperta di Ovadia, sulla denazificazione dell’Ucraina, sui crimini efferati contro i russofoni del Donbass, su Zelensky drogato e corrotto che si dedica a pratiche sataniche e occulte, sui finanziamenti degli Usa e della Cia ai fantocci di Kiev. Falsità già ampiamente dimostrate tali.

Quello che contesto è che Ovadia dica, senza vergognarsene, che quella signora sia “l’esempio del giornalismo anglosassone, mentre i nostri sono solo velinari agli ordini del governo Usa”.

Capisco che Ovadia non abbia il tempo di studiare le cose di cui parla. E’ un attore che si occupa a tempo perso di politica e chiede, dal palco, all’attore Zelensky, eletto dagli ucraini per governarli a tempo pieno, rigore e coerenza. Sicuramente, a parti invertite, anche Ovadia rimarrebbe al suo posto sotto le bombe Usa, ma a differenza di Zelensky, si deduce da quanto afferma, un’ora dopo la perfida aggressione americana consegnerebbe la sua gente, armi e bagagli, all’odiato nemico.

Una resa a fin di bene per il suo popolo, ovviamente.

Tuttavia è bene che sappia, Ovadia, che la sua fonte di ispirazione politica, Laura Logan, è autrice da anni di ripetute e gravi affermazioni antisemite, tanto da essere stata bandita dalle principali reti televisive Usa, compresa l’ammiraglia della destra conservatrice Fox News. Troppo anche per loro, non per Ovadia.

Durante la pandemia, che Logan ha attribuito di volta in volta alla cospirazione della Cina o al complotto dell’internazionale democratica e progressista, ha detto che Tony Fauci era peggiore del dottor Menghele, che Charles Darwin era un corrotto pagato dagli ebrei Rothscild per inquinare la società occidentale con la sua teoria dell’evoluzione. Un classico della narrazione antisemita. Più altre amenità dell’armamentario cospirazionista trumpiano e di QANon, il peggio del peggio della destra Usa.

Se Ovadia avesse elogiato Meloni, Le Pen e Orban tutti in una volta sarebbe stato più accettabile. Oggi Logan, riciclata post pandemia, elogia il Cremlino per la sua “operazione speciale”, nega il massacro di civili e la distruzione delle città, che sarebbero una messa in scena per denigrare la Russia, e indica Putin come il salvatore del mondo dalla dittatura globalista degli Usa e dei suoi servi europei e occidentali.

Questa è la fonte che ispira la performance teatrale di Moni Ovadia, che risparmia tempo e intelligenza ripetendo le tesi della signora elogiata dai canali televisivi russi che, si sa, non sono vittime, come i nostri media, del pensiero unico e della dittatura mediatica contro la quale anche lui combatte senza limitazione alcuna. Praticamente un megafono di Putin, con un elemento negativo in più rispetto ai suoi compagni di giro, costituito dall’accredito che gli darebbe l’essere ebreo. Se non sa lui chi sia nazista e chi no, penseranno in molti, chi altri può saperlo? Questo lo trovo disonorevole.

Ovadia vive in un Paese dove è libero di dire quello che vuole. Evviva. Spero che nessuno si risenta se lo critico per quello che dice. Fosse stato in Russia canterebbe l’elogio dell’operazione speciale oppure, se vi si fosse opposto come tanti suoi colleghi artisti o intellettuali dissidenti, canterebbe in un gulag.

Purtroppo la sua raffinatezza intellettuale non riesce a cogliere la differenza. Forse perché la nostra è una valle di lacrime dove tanti come lui ci piangono comodamente. Non chiedo a Ovadia di raccontarci dei trentaquattromila ebrei ucraini trucidati dai nazisti a Babij Jar, e di quanto fatto dall’Urss per occultarne la memoria avendo sempre, come ancora oggi la Russia, considerato la Shoah un episodio minimale della storia. E neanche di dirci che tra le prime cose bombardate due mesi fa dai liberatori russi c’è stato il monumento, presso Kjiv, sul luogo e in ricordo di quell’eccidio, cancellato da sempre dalla memoria ufficiale dei “fratelli” russi.

Vorrei solo che Ovadia non accrediti con le sue performances anche quell’agghiacciante affermazione di Lavrov. No, non sono gli ebrei i peggiori nemici degli ebrei! 

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7/5/2022 - 14:46

AUTORE:
Lettore 2

Vedo, anche su questo giornale fanno capolino "i ma se".
Dice un tal Massimo o se avesse ragione la giornalista Sud Africana Laura Logan? (che sia poi filo trumpiana al Massimo gli va a fagiolo credo).

Poi tal Paolo Ferrero dice alla mia e vostra televisione: la continuazione della guerra (che rischia di diventare mondiale) è di "Giobiden" che se lui volesse la guerra termina in due giorni(?)

Ergo: a che serve spulciare fra le guerre (guerricciole a questo punto) che sono avvenute nelle regioni ucraine come fra i separatisti spagnoli, del Regno Unito; si dolorose per quei popoli, ma mai come ora si è paventato e si spaventa con scenari apocalittici del tipo "zunami" del mare inglese che si alza di 500 metri o di un sol missile con testate atomiche plurime che annienterebbero a distanza di pochi secondi Parigi, Londra, Berlino, Lisbona, Roma....così tanto per provare l'effetto che fa.
...e dice che "colui ed altri due possessori di valigette con il bottoncino" per il giorno 9 (nove) corrente mese faranno vedere nei cieli sopra la sfilata della ricorrenza della fine della guerra mondiale il super aereo preparato per assistere da lassù alla fine del mondo.

6/5/2022 - 20:11

AUTORE:
Lettore

...dice: se han salvato Barabba e ammazzato l'artro, vordì che uno stinco di santo un era.
E se avesse ragione Poziopilato?

...ma non sappiamo cosa "cisia" dietro le quinte....

E noi grebani non sapremo mai del perchè son stati premiati per aver fatto una strage a Buha.
...e se avesse ragione Nadana Fridrikhson che la TV italiana la discrimina perchè in Italia non c'è la libertà di stampa.
E Alan Friedman dice che è umiliate per la TV italiana giustificarsi con lei.
Il tutto perchè veniamo da un mondo dove i no vax fecero il governo Conte 1. e che i principali attori erano putiniani incalliti fino al 23/2/22.
Ma tutti i nuoci non vengono per male!
Il re è nudo e le vedove di Conte ora si accorgono in che pantano politico eravamo.

6/5/2022 - 19:12

AUTORE:
Massimo

O se invece Laura Logan avesse ragione? Magari solo una parte ma sarebbe sufficiente a presentare la faccenda sotto una luce diversa. Perchè noi, non tutti alcuni ne sanno molto di più come questo Umberto, non possiamo sapere tutto quello che c'è dietro.
Conosciamo l'invasore, parteggiamo per l'invaso ma non sappiamo cosa cisia dietro le quinte.
Ecco una notizia sparita da La Stampa.


Un “mistero” che sta interrogando tanti: perché mai, dal sito del quotidiano “La Stampa”, è scomparso un articolo datato novembre 2014, firmato da Maria Grazia Bruzzone, sui neonazisti ucraini e su una risoluzione Onu contro il nazifascismo approvata con 115 voti a favore, 55 astenuti e 3 contrari (Usa, Canada e Ucraina)?

Un articolo che raccontava in modo minuzioso, documentandole, la matrice neonazista e il ruolo attivo, all’interno dei battaglioni paramilitari di matrice neonazista (tra cui il famigerato battaglione Azov) di qualche esponente della politica ucraina. L’articolo segnalavaa anche la “svolta” degli Usa su una questione come il nazifascismo, tanto da votare contro una risoluzione che lo condannava. “La svolta ideologica – scrive Maria Grazia Bruzzone nell’articolo sparito – sarebbe il minor problema se neo-Nazisti in carne e ossa venissero non solo tollerati ma addirittura utilizzati, finanziati, premiati con cariche parlamentari, ministeriali e non solo. E’ quel che accade in Ucraina come, a un anno dalla cosiddetta “rivolta di Maidan” e in coincidenza col voto all’ONU, documentano svariati post (diversi sul sito canadese Global Research)”. L’articolo, per l’appunto, non è più raggiungibile come si può verificare collegandosi al sito de “La Stampa”.