Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
I MEGAFONI DI PUTIN E LA QUESTIONE EBRAICA.
Sono giorni che aspetto invano che qualcuno critichi Lavrov non solo per avere detto che Hitler era di origini ebraiche, notizia nel merito della quale non entro neanche, ma per avere aggiunto “I peggiori nemici degli ebrei sono gli ebrei”.
Che, per me, è una affermazione ancora più grave. Né le scuse di Putin possono esimerci dal riflettere sulla cultura che ha ispirato quella frase. In essa sono sintetizzati quattro o cinquemila anni di antisemitismo, dalla schiavitù in Egitto al pogrom televisivo del lacchè del Cremlino.
Nell’attesa di un Golem che salvi il mondo, sperando che non si limiti solo a quello ebraico, ma comprenda anche il nostro giudaico – cristiano, non posso che provare disgusto per le parole di Moni Ovadia, che si fa megafono di Putin non solo capovolgendo la storia e la cronaca, ma anche diffondendo idee prese in prestito da una delle più note e peggiori antisemite in circolazione. A tanto si può arrivare per nascondere i veri motivi del massacro altrui?
Ovadia, nel teatrino allestito dagli amici di Putin, racconta al pubblico di avere scoperto una giornalista americana, Laura Logan, che ha fatto interviste e dichiarazioni definite “bombe di verità sulla Casa Bianca”. Inutile rispondere qui alle tesi infondate di Logan, ben nota prima della scoperta di Ovadia, sulla denazificazione dell’Ucraina, sui crimini efferati contro i russofoni del Donbass, su Zelensky drogato e corrotto che si dedica a pratiche sataniche e occulte, sui finanziamenti degli Usa e della Cia ai fantocci di Kiev. Falsità già ampiamente dimostrate tali.
Quello che contesto è che Ovadia dica, senza vergognarsene, che quella signora sia “l’esempio del giornalismo anglosassone, mentre i nostri sono solo velinari agli ordini del governo Usa”.
Capisco che Ovadia non abbia il tempo di studiare le cose di cui parla. E’ un attore che si occupa a tempo perso di politica e chiede, dal palco, all’attore Zelensky, eletto dagli ucraini per governarli a tempo pieno, rigore e coerenza. Sicuramente, a parti invertite, anche Ovadia rimarrebbe al suo posto sotto le bombe Usa, ma a differenza di Zelensky, si deduce da quanto afferma, un’ora dopo la perfida aggressione americana consegnerebbe la sua gente, armi e bagagli, all’odiato nemico.
Una resa a fin di bene per il suo popolo, ovviamente.
Tuttavia è bene che sappia, Ovadia, che la sua fonte di ispirazione politica, Laura Logan, è autrice da anni di ripetute e gravi affermazioni antisemite, tanto da essere stata bandita dalle principali reti televisive Usa, compresa l’ammiraglia della destra conservatrice Fox News. Troppo anche per loro, non per Ovadia.
Durante la pandemia, che Logan ha attribuito di volta in volta alla cospirazione della Cina o al complotto dell’internazionale democratica e progressista, ha detto che Tony Fauci era peggiore del dottor Menghele, che Charles Darwin era un corrotto pagato dagli ebrei Rothscild per inquinare la società occidentale con la sua teoria dell’evoluzione. Un classico della narrazione antisemita. Più altre amenità dell’armamentario cospirazionista trumpiano e di QANon, il peggio del peggio della destra Usa.
Se Ovadia avesse elogiato Meloni, Le Pen e Orban tutti in una volta sarebbe stato più accettabile. Oggi Logan, riciclata post pandemia, elogia il Cremlino per la sua “operazione speciale”, nega il massacro di civili e la distruzione delle città, che sarebbero una messa in scena per denigrare la Russia, e indica Putin come il salvatore del mondo dalla dittatura globalista degli Usa e dei suoi servi europei e occidentali.
Questa è la fonte che ispira la performance teatrale di Moni Ovadia, che risparmia tempo e intelligenza ripetendo le tesi della signora elogiata dai canali televisivi russi che, si sa, non sono vittime, come i nostri media, del pensiero unico e della dittatura mediatica contro la quale anche lui combatte senza limitazione alcuna. Praticamente un megafono di Putin, con un elemento negativo in più rispetto ai suoi compagni di giro, costituito dall’accredito che gli darebbe l’essere ebreo. Se non sa lui chi sia nazista e chi no, penseranno in molti, chi altri può saperlo? Questo lo trovo disonorevole.
Ovadia vive in un Paese dove è libero di dire quello che vuole. Evviva. Spero che nessuno si risenta se lo critico per quello che dice. Fosse stato in Russia canterebbe l’elogio dell’operazione speciale oppure, se vi si fosse opposto come tanti suoi colleghi artisti o intellettuali dissidenti, canterebbe in un gulag.
Purtroppo la sua raffinatezza intellettuale non riesce a cogliere la differenza. Forse perché la nostra è una valle di lacrime dove tanti come lui ci piangono comodamente. Non chiedo a Ovadia di raccontarci dei trentaquattromila ebrei ucraini trucidati dai nazisti a Babij Jar, e di quanto fatto dall’Urss per occultarne la memoria avendo sempre, come ancora oggi la Russia, considerato la Shoah un episodio minimale della storia. E neanche di dirci che tra le prime cose bombardate due mesi fa dai liberatori russi c’è stato il monumento, presso Kjiv, sul luogo e in ricordo di quell’eccidio, cancellato da sempre dalla memoria ufficiale dei “fratelli” russi.
Vorrei solo che Ovadia non accrediti con le sue performances anche quell’agghiacciante affermazione di Lavrov. No, non sono gli ebrei i peggiori nemici degli ebrei!