Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante.
A nome di chi parla Conte visto che ieri l'Aula del Senato ha confermato la fiducia al maxiemendamento Ucraina-bis e nessuno tra i 5 Stelle ha eccepito alcunché?
Chiedere a Biden come ha fatto Draghi, di chiamare Putin per parlare di pace, va esattamente nella direzione indicata dal nostro Parlamento. E il Parlamento si è già espresso sulla linea da tenere rispetto alla guerra. Ma l'avvocato Conte, evidentemente, lo ignora. Quando si esprime un Parlamento, il mandato è sempre politico. A meno che Conte non pensi che Draghi debba ricevere un mandato politico da un signore che non siede nemmeno in parlamento e che non è riconosciuto neanche dalla sua comunità.
Direi che devono essere i 5 Stelle a dire se si riconoscono in questo governo o nelle posizioni strampalate di Conte.
Se sedessi nel Consiglio dei Ministri porrei questo tema: se una forza politica non si riconosce nel proprio governo, deve dimettersi? Io l'ho fatto. Se vogliono posso organizzare un corso di formazione professionale ai ministri 5 Stelle per spiegare come si fa.
Le frustrazioni di Conte per non essere più a Palazzo Chigi non possono essere tema quotidiano di esternazioni, soprattutto in una fase in cui il Paese deve fronteggiare una grave crisi e le pesantissime ricadute della guerra"