Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Il 2 maggio scorso si è scomparsa Biancamaria Frabotta, scrittrice, poetessa, giornalista e docente, impegnata da sempre nelle battaglie civili e femministe.
Era nata nel 1946 a Roma ed aveva militato da giovane nel Movimento degli Studenti, e successivamente nel Movimento delle Donne, a partire dal 1972, impegnandosi anche nella politica attiva con il Partito di Unità Proletaria. Ha collaborato, tra gli altri, con Il manifesto e con la rivista L’Orsa minore ed ha espresso una importante riflessione sull’autonomia del pensiero femminista, come testimoniato nella rivista Effe. Nel 1976 ha curato Donne in poesia. Antologia della poesia femminile in Italia dal dopoguerra ad oggi, che per prima ha dato rilievo alla poesia di Antonia Pozzi, Amelia Rosselli ed antologizzato Patrizia Cavalli e Vivian Lamarque. Il volume suscitò un vivace dibattito sulla specificità del linguaggio poetico femminile, tema ripreso e ampliato in Letteratura al femminile (1980), che indaga le tracce del femminile anche nella letteratura maschile.
I suoi lavori letterari spaziano da una prima monografia nel 1971 su Carlo Cattaneo, seguita nel 1993 da scritti su Giorgio Caproni, oltre a saggi e recensioni su Amelia Rosselli, Franco Fortini, Toti Scialoja, Elsa Morante. Nel 1989 pubblicò il romanzo Velocità di fuga, nel 1996 una serie di atti unici per il teatro, Trittico dell’obbedienza, e Quartetto per masse e voce sola(2009).
Come traduttrice, ha pubblicato con Bruno Mazzoni un’antologia della poetessa romena Ana Blandiana. Nel 2013 è stata nominata socia onoraria della Società Italiana delle Letterate.
Nel 2018 pubblica la raccolta “Tutte le poesie 1971-2017”, iniziata nel 1976 con Affeminata, già dal titolo simbolo di ribellione contro la cultura maschile dominante. “Divenni femmina, nel linguaggio, prima che nel corpo. Affeminata, appunto, sfrontata distorsione di senso, provocazione, proterva venuta alla luce”. Tanto che con Il rumore bianco (1982), dedicato al proprio psicoanalista, la sua poesia diventa quel luogo per capire e capirsi, perché le contraddizioni si sono aperte e la psicoanalisi viene continuamente rivisitata col femminismo. Gli appunti di volo (1985) sono una poesia di scavo, ma aperta a tutto il sociale, mentre con Controcanto al chiuso del 1991 si ha un’immersione nella corporeità, anche rispetto alla maternità, esperienza che implica per la donna una sorta di “spossessamento” estraniante di fronte al senso del limite. La Viandanza (1995) è un poemetto nato in viaggio in treno con la madre, ed esprime l’animo femminile in continua ricerca e trasformazione nella rivisitazione del primario rapporto materno. Il viaggio come metafora vivente, per poi tornare al senso della terra, come in Terra contigua (1999): una lezione appresa nell’ascolto fra civiltà e natura, in particolare passando attraverso il contatto con il territorio del parco dell’Uccellina, in Maremma. Ne La pianta del pane del 2003 esprime una lettura poetica dell’amore coniugale, e della quotidianità familiare mentre ne Gli eterni lavori (2005) evidenzia la dialettica tra l’assoluto e il contingente, il molteplice cambiamento che è appunto l’esistere e darne conto . E così, come Da mani mortali (2012), sotto il “grande disordine del cielo”, la complessità della natura si confronta con le tracce non sempre positive dell’opera umana, possiamo affermare che tutta la sua opera è una riflessione sul senso della vita. “Di lei colpisce la sensibile determinazione di chi ha vissuto con limpidezza l’esistenza, nelle scelte e nelle circostanze con lo stupore della vita che il tempo spesso travalica malgrado noi. Perché certa nel cuore rimane la forte coscienza-di-sé, di un essere femminile che ha attraversato buona parte della storia del secondo Novecento con l’auto-determinazione dell’allora bambina, della futura ragazza, che non passa invano gli anni Sessanta e Settanta, fedele a se stessa fino all’odierna contemporaneità, dove si conferma per ciò che ha sempre sentito e nutrito: l’opera le coincide.”( Patrizia Capirossi)
Sono come le pulci, i poeti
acquattati nel pelo del mondo.
Invisibili, se ne stanno passivi
nelle ore dolci dei vivi
ma in un tale loro modo
e così a caso dispersi
fra i tanti, singoli vanti.
Oh, se mordono, nei loro nidi
e hanno, a volte, certi visi
sotto gli occhi di tutti
E bisogna cercarli, perché
smettano infine il fastidio
uno a uno e prima o poi
di certo, scovarli, stanarli
dai loro nascondigli
i pochi (troppo pochi!) poeti.