Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
I PREMI NOBEL PER LA GUERRA 2022
Si può credere che i sedicenti pacifisti vogliano la pace? Se si ascoltano le cose che dicono gli esponenti più in vista del Circo Barnum che hanno messo in piedi, ripresi dai loro tifosi in rete, emerge un carico di cinismo e a tratti di vero e proprio odio nei confronti dell’Ucraina e del suo popolo che rasenta il razzismo.I più colti di loro, potendo scegliere in una bibliografia sterminata che il mondo libero gli mette a disposizione, riscrivono la storia così come riportata nei sussidiari del regime di Putin.
L’Ucraina, per loro, è soprattutto un fastidio, un inciampo gettato dagli Usa tra le ruote della locomotiva Russa per farla deragliare dal suo cammino di libertà, progresso e benessere.
L’Ucraina è solo una espressione geografica, una appendice del grande corpo russo che dovrebbe tornare alla madrepatria.La sua resistenza all’aggressione è ingiustificabile e criminale e la guerra non ci sarebbe stata se gli ucraini avessero accettato di tornare al regime di sovranità pilotata da Mosca. E oggi la pace tornerebbe se il gruppo di nazisti che governa l’Ucraina, illegittimamente, deponesse le armi e lasciasse che le truppe russe occupassero tutto il Paese e lo riconducessero all’ovile. Questa è la pace per loro.
Non credete che sia questo che hanno in testa quando chiedono pace?Uno dei loro maestri di pensiero, l’ex inviato di guerra Tony Capuozzo, dopo l’uscita dei combattenti da Azofstal, ha scritto: “Ieri a Mariupol hanno riaperto le scuole. Certo, faranno lezioni in russo, certo insegneranno la storia a modo loro, certo all’ingresso ci sono le bandiere secessioniste e quella russa non quella ucraina”. Risparmio le note di malcelata esultanza di chi, evidentemente, vorrebbe descrivere la pace in Ucraina allo stesso modo, solo sostituendo al nome Mariupol quello di Kyiv. Anzi di Kiev in russo.
Si può essere credibili chiedendo pace e indicandone la via con l’oppressione di un popolo?
No, diranno i miei quattro lettori. Che sbagliano rispondendo così. Perché c’è un altro campione del pacifismo peloso e penoso, che ci spiega che la radice di questa guerra non è l’aggressione russa, ma la natura bellicosa del popolo ucraino.
Dice padre Zanotelli: “Bisognava preparare il popolo ucraino alla nonviolenza”. Pacifismo etilico?
Non dice, l’autorevole sciamano, che bisognasse preparare i russi a ripudiare la guerra. Su questo marciatori e teatranti non hanno mai detto una parola. Evidentemente erano altrimenti occupati e non hanno sentito il primo botto all’alba del 24 febbraio scorso. Poi, al risveglio, avranno pensato che i carrarmati russi erano in gita in Ucraina. Una vita in vacanza.
Ma Zanotelli, non volendo, con questa stupidissima frase conferma due verità.
La prima è che contro l’aggressione russa c’è un popolo intero che combatte. Un popolo maleducato alla violenza? Andrà punito per essersela cercata? Inutile ogni commento ulteriore.
La seconda è che sotto le loro maschere pacifiste c’è il ghigno cinico di chi, fosse per lui, imporrebbe a quel popolo la rinuncia violenta alla sua libertà. Strana pace, che premia chi aggredisce. Perché la cosa certa è che disarmare l’Ucraina equivale a destinarla al massacro e, dopo la pulizia, alla cancellazione e alla schiavitù. Non è così difficile da capire. E, siccome non credo che questi signori non l’abbiano capito, oltre che domandarsi che razza di pacifismo sia il loro e come facciano a dirsi nonviolenti senza vergognarsene, bisognerà assegnarli una sorta di premio Nobel per la guerra. Ex aequo con Putin.