Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
LA ROULETTE RUSSA DI CONTE E SALVINI.
Facciamo un gioco. Lasciamo stare ogni considerazione storica, politica o etica sulla guerra in Ucraina. Non diamo giudizi, ma prendiamo per buone le motivazioni di Putin e limitiamoci a prendere atto dello stato di fatto sul terreno di guerra. Detto questo rispondiamo alla domanda: come far cessare la guerra?
Due risposte vanno per la maggiore, le tante varianti rilevano poco.
Da un lato, quella di chi sostiene che occorra intensificare il sostegno - anche militare - all’Ucraina, perchè Putin si sentirà costretto a trattare la pace solo quando si convincerà che non può vincere la guerra. Dunque sanzioni, armi e offerta di trattativa.
Dall’altro quella di chi è convinto che se gli Usa e la Nato non invieranno più armi all’Ucraina questa non sarà più in grado di combattere e la guerra finirà.
In effetti questo ragionamento sembra non non fare una piega, al punto che, se la guerra finisse per consunzione dell’Ucraina, non ci sarebbe neanche più bisogno di trattative diplomatiche. Se la vedrebbero direttamente tra russi, armati fino ai denti, ed ucraini disarmati, ai quali non resterebbe che rimettersi alla clemenza del Cremlino.
Affari loro.
Chi la pensa così dovrebbe sentire l’obbligo, soprattutto morale, di dire anche cosa immagina che succederebbe dopo che il suo desiderio si realizzasse. Nessuno può pensare che una resa degli ucraini arresterebbe l’occupazione dell’intero paese da parte dei russi. Se non altro per giustificare le migliaia di morti russi col conseguimento dell’obbiettivo originario.
Ed è fortemente prevedibile che non cesserebbero i massacri, non solo di militari, ma anche di civili, considerati “collaborazionisti” per avere partecipato alla resistenza, attiva o passiva, come è stato promesso più volte dal Cremlino e messo già in atto nelle zone occupate dai russi. Bucha insegna.
Beati gli ucraini così denazificati, anche da noi ci vorrebbe questo, pensa qualche apprendista stregone.Tralascio di analizzare le criticità politiche e umanitarie, interne e internazionali che l’Ucraina, lasciata alla mercé di Mosca, produrrebbe come elemento permanente di crisi. Innanzitutto per la sicurezza e la stabilità in Europa.
Si può anche decidere di premiare uno Stato che esercita un potere violento su di un altro, occupandolo ed annettendolo, ma bisogna sapere che questo legittimerebbe qualunque altro Stato voglia esercitare questo potere. E le rivendicazioni territoriali aperte sono molte e pericolose. Pensiamo a Taiwan, solo per dire.
Il mio ragionamento è paradossale?
Niente affatto. Se nel governo italiano prevalessero le posizioni di Conte e Salvini e l’Italia, come chiedono con motivazioni pretestuose e avventuriste, rompesse il fronte solidale dell’EU e della Nato, non è detto che verrebbe meno il sostegno - anche militare - degli altri paesi all’Ucraina, ma di certo saremmo isolati e autoesclusi dal contesto delle democrazie aperte e liberali. Chi, cinicamente, ne fa solo un discorso di interesse economico dovrebbe rifletterci. Nel caso, invece, che l’operazione di disarticolazione dell’occidente dovesse andare in porto e il progetto imperiale di Putin fosse premiato, la sua guerra vittoriosa uscirebbe dai confini ucraini, come lui stesso ha più volte dichiarato negli ultimi dieci anni, e dovremmo solo decidere da quale parte combattere davvero la terza guerra mondiale.
Tutto questo per cosa?
Per guadagnare un pugno di voti a due in cerca di rivalsa?
Conte e Salvini giocano alla roulette russa, ma puntano la pistola alla tempia dell’Italia. A chi rispondono?