none_o


Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative. 

E non c'è da cambiare idea. Dopo aver sostenuto la .....
. . . sul Foglio.
Secondo me hai letto l'intervista .....
L'intervista a Piazza Pulita è di 7 mesi fa, le parole .....
Vedi l'intervista di Matteo Renzi 7 mesi fa da Formigli .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
Unioni comunali PD San Giuliano Terme e Vecchiano
none_a
di Mario Lavia-per Il Riformista
none_a
Di Andrea Paganelli
none_a
di Paolo Pombeni
none_a
Giovanni Russo per: Unione Comunale PD Cascina
none_a
Arabia Saudita
none_a
Incontrati per caso...
di Valdo Mori
none_a
Dalla pagina di Elena Giordano
none_a
storie Vere :Matteo Grimaldi
none_a
Indaco il colore del cielo
non parimenti dipinto
Sparsi qua e là
come ciuffi di velo
strani bioccoli di bambagia
che un delicato pennello
intinto .....
tutta la zona:
piscina ex albergo
tutto in stato di abbandono

zona SAN GIULIANO TERME
vergogna
none_o
Apocino, lo strangolatore.

23/5/2022 - 18:20



Un arco temporale che sembra davvero lo sconfinato letargo di un rettile, che all’improvviso riappare mentre si esplorano le regioni più recondite dei boschi, che lo temono e comunque lo nascondono.
Nel cuore più impenetrabile del bosco avvolge le sue spire la strangolatrice di alberi. A seguirne i viluppi si rischiano le vertigini, all’apice della sua crescita infatti questa elusiva e serpentesca creatura raggiunge e supera i dieci metri, espandendosi di tronco in tronco, soffocandoli fino a spezzarli. 
La studiò per primo Dioscoride Pedanio, figura non meno misteriosa della stessa pianta, nato in Asia sotto l’impero di Caligola (intorno al 30 d.C.)..Viaggia di città in città, curando i pazienti con le erbe che incontra e studia lungo il suo cammino, e intanto redige il proprio erbario, il De Materia Medica.
Nei suoi appunti la chiama Apocino e così rimane descritta per secoli (e secoli e secoli e secoli) tra le pagine del suo erbario:
“Simile alle serpi, ripiena di un succo candido oppure giallo in grado di uccidere uomini, cani e pantere”. 
Dioscoride non può saperlo, ma gli Etruschi ricavavano dalle sue radici un additivo per niente letale e invece allucinatorio, destinato ai sacerdoti del culto di Vanth, dea etrusca degli Inferi.
Luca Ghini, già  medico personale di Cosimo I,  sarà il fondatore nel 1545 dell’Orto Botanico di Firenze,  nel mezzo dei traffici  incontra un monaco, da poco rientrato dalla Siria ottomana,  che gli mostra due baccelli gonfi di semi, di una pianta sconosciuta.  Unico indizio, annodato ai baccelli, è un foglietto col nome Pianta Repens 

(serpeggiante). 
Per Ghini, che intanto questi semi li ha piantati nel suo giardino, quel nome rimane indecifrabile finché la pianta non si rivela. Annota allora nei suoi appunti:
“Dai semi nasceva una pianta che, se fosse stata tenuta da sostegni, avrebbe potuto risalire un’altissima torre”.


Eccola la pianta di milioni di anni, la  "peri" = intorno e ”ploké” = intreccio, la pianta che è sopravvissuta ai dinosauri nel terziario (circa 65 milioni di anni fa)  e che ora mi strangola un leccio e una rosa, rampicante anche lei!
Si parla della periploca greca, pianta lianosa e conosciuta qui nel parco che, oltre ai suoi nomignoli: apocino serpeggiante, boia degli alberi, erba del Signore, periploca maggiore,  c’è quello toscano(!) topa per la forma dei suoi baccelli che, a differenza delle leguminose che si aprono  a V rimanendo attaccate al peduncolo, la nostra si apre  come una O schiacciata mostrando all’interno () una peluria.

Il bello è che il nome lo ha dato uno scotitore di pine di Torredellago  e il botanico lo ha passato in internet!
 
 
 
 

+  INSERISCI IL TUO COMMENTO
Nome:

Minimo 3 - Massimo 50 caratteri
EMail:

Minimo 0 - Massimo 50 caratteri
Titolo:

Minimo 3 - Massimo 50 caratteri
Testo:

Minimo 5 - Massimo 10000 caratteri

24/5/2022 - 18:51

AUTORE:
Gianciotto

Fior di gelsomino,
quanto sei fetente Apocino!
Non sei nemmeno brutto per la verità
ma starti alla larga è na' necessità.

Fiore del prato,
non credo d'averti mai incontrato.
Tutto quel che serpeggia, ahimè,
lo tengo a debita distanza da me!

Fiore del candore,
hai la nomea dello strangolatore.
Con tanti brutti ceffi che girano intorno
divento più diffidente giorno dopo giorno!

Fior dei viali,
non fare il furbo rampicante dei miei stivali:
basta munirsi di una arrotata motosega
e ti faccio vedere io chi è la strega!