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Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante. 

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per pubblicare scrivere a spaziodonnarubr@gmail.com
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Mauro Pallini-Scuola Etica Leonardo: la cultura della sostenibilità
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Incontrati per caso
di Valdo Mori
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APOCALISSE NOKIA di Antonio Campo
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A cura di Erminio Fonzo
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Domenica 7 Luglio mercatino di Antiqua a San Giuliano T
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Ripafratta, 12 luglio
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Bagno degli Americani di Tirrenia
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Molina di Quosa, 8 luglio
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Casciana Terme Lari-Pontedera, 12 luglio-3 agosto
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Alzarmi prestissimo al mattino
è un'adorabile scoperta senile
esco subito in giardino
e abbevero i fiori
Mi godo la piacevole
sensazione
del frescolino .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
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Apocino, lo strangolatore.

23/5/2022 - 18:20



Un arco temporale che sembra davvero lo sconfinato letargo di un rettile, che all’improvviso riappare mentre si esplorano le regioni più recondite dei boschi, che lo temono e comunque lo nascondono.
Nel cuore più impenetrabile del bosco avvolge le sue spire la strangolatrice di alberi. A seguirne i viluppi si rischiano le vertigini, all’apice della sua crescita infatti questa elusiva e serpentesca creatura raggiunge e supera i dieci metri, espandendosi di tronco in tronco, soffocandoli fino a spezzarli. 
La studiò per primo Dioscoride Pedanio, figura non meno misteriosa della stessa pianta, nato in Asia sotto l’impero di Caligola (intorno al 30 d.C.)..Viaggia di città in città, curando i pazienti con le erbe che incontra e studia lungo il suo cammino, e intanto redige il proprio erbario, il De Materia Medica.
Nei suoi appunti la chiama Apocino e così rimane descritta per secoli (e secoli e secoli e secoli) tra le pagine del suo erbario:
“Simile alle serpi, ripiena di un succo candido oppure giallo in grado di uccidere uomini, cani e pantere”. 
Dioscoride non può saperlo, ma gli Etruschi ricavavano dalle sue radici un additivo per niente letale e invece allucinatorio, destinato ai sacerdoti del culto di Vanth, dea etrusca degli Inferi.
Luca Ghini, già  medico personale di Cosimo I,  sarà il fondatore nel 1545 dell’Orto Botanico di Firenze,  nel mezzo dei traffici  incontra un monaco, da poco rientrato dalla Siria ottomana,  che gli mostra due baccelli gonfi di semi, di una pianta sconosciuta.  Unico indizio, annodato ai baccelli, è un foglietto col nome Pianta Repens 

(serpeggiante). 
Per Ghini, che intanto questi semi li ha piantati nel suo giardino, quel nome rimane indecifrabile finché la pianta non si rivela. Annota allora nei suoi appunti:
“Dai semi nasceva una pianta che, se fosse stata tenuta da sostegni, avrebbe potuto risalire un’altissima torre”.


Eccola la pianta di milioni di anni, la  "peri" = intorno e ”ploké” = intreccio, la pianta che è sopravvissuta ai dinosauri nel terziario (circa 65 milioni di anni fa)  e che ora mi strangola un leccio e una rosa, rampicante anche lei!
Si parla della periploca greca, pianta lianosa e conosciuta qui nel parco che, oltre ai suoi nomignoli: apocino serpeggiante, boia degli alberi, erba del Signore, periploca maggiore,  c’è quello toscano(!) topa per la forma dei suoi baccelli che, a differenza delle leguminose che si aprono  a V rimanendo attaccate al peduncolo, la nostra si apre  come una O schiacciata mostrando all’interno () una peluria.

Il bello è che il nome lo ha dato uno scotitore di pine di Torredellago  e il botanico lo ha passato in internet!
 
 
 
 

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24/5/2022 - 18:51

AUTORE:
Gianciotto

Fior di gelsomino,
quanto sei fetente Apocino!
Non sei nemmeno brutto per la verità
ma starti alla larga è na' necessità.

Fiore del prato,
non credo d'averti mai incontrato.
Tutto quel che serpeggia, ahimè,
lo tengo a debita distanza da me!

Fiore del candore,
hai la nomea dello strangolatore.
Con tanti brutti ceffi che girano intorno
divento più diffidente giorno dopo giorno!

Fior dei viali,
non fare il furbo rampicante dei miei stivali:
basta munirsi di una arrotata motosega
e ti faccio vedere io chi è la strega!