L'analisi del nuovo articolo di Franco Gabbani si sposta questa volta nel mondo di un associazionismo antesignano, le confraternite, necessarie per togliere dall'isolamento e dal mutismo le popolazioni delle campagne, anche se basate esclusivamente sui pricipi della religione.
E d'altra parte, le confraternite, sia pur "laiche", erano sottoposte alla guida del parroco.Sono state comunque i primi strumenti non solo di carità per i più bisognosi, ma soprattutto le prime esperienze di protezione sociale verso contadini ed operai.
COMITATO PER LA DIFESA DI COLTANO (PARCO MSRM)
LE POSIZIONI DEL PRESIDENTE BANI SU COLTANO, APPREZZABILI, SIANO ASSUNTE DAL TAVOLO INTERISTITUZIONALE. NOCIVE PROPOSTE ESTEMPORANEE. L’IDEA PORTANTE SIA IL NO Al CONSUMO DEL SUOLO
Il Comitato per la difesa di Coltano apprezza e condivide le dichiarazioni del Presidente del Parco Lorenzo Bani, il quale, riprendendo quanto da noi più volte richiesto, si impegna a approntare un progetto che, fatto proprio dalle istituzioni competenti, possa concorrere ai bandi Green Community, finalizzati al recupero di borghi storici. Ribadiamo che questa è la strada maestra per rivitalizzare il borgo secondo le linee della pianificazione vigente, e nello spirito fondante del Parco, che punta ad un turismo ambientale e culturale sostenibile, con la valorizzazione dell'economia rurale, e con al centro gli edifici storici recuperati. Tutto il territorio di Coltano deve essere espunto dal progetto della base militare.
Tali posizioni devono però essere assunte dal tavolo interistituzionale nella sua totalità, e formalizzate con pronunciamenti chiari del Sindaco (ancora tetragono sulla militarizzazione del borgo), e del Presidente della Regione. Proposte estemporanee e frutto di improvvisazione, come quella relativa al comune di Pontedera, non aiutano l’approfondimento, indispensabile su tematiche così delicate.
Per quanto riguarda l’area Cisam, che pur essendo all’interno del parco, grazie a servitù militari precedenti dispone già di edifici di notevoli dimensioni, anche abitativi, chiediamo una ricognizione accurata, comprensiva di un piano economico. La stessa cosa si deve fare per le altre installazioni militari presenti nell’area, al fine di ottimizzarne l'impiego.
L’idea che ci muove è sempre quella dell’assoluto rifiuto di consumo di nuovo suolo, idea che a parere del Comitato deve essere assunta come portante dal tavolo interistituzionale.