Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Recupero velocemente la lista dei contatti per ogni città/evento di LiveNation appena capisco chi è l’organizzatore ed altrettanto velocemente scrivo la mia e-mail per capire qual’è la procedura per accredito disabili (cambia ogni volta da organizzatore ad organizzatore e da chi ha in appalto l’organizzazione in quello specifico anno…). Chiedo, ma inserisco già la documentazione della mia invalidità e tutti i dati che possono servire. Nessuna risposta. Telefono, ma nessuna voce dall’altro capo del telefono. Continuo a chiedere via e-mail e continuo a subire un silenzio che si trasforma, come ogni volta in rabbia mescolata ad ansia. Il telefono continua a squillare senza una risposta. Scrivo all’organizzatore principale: “pazienta che i colleghi sono oberati di lavoro, ti risponderanno”. Giorni, settimane, mesi… Non posso organizzarmi, ma questo inizia a diventare un pensiero secondario: io DESIDERO sapere se potrò esserci. Non smetto di provare a chiedere, vorrei solo una risposta. UNICA DATA ITALIANA. Il gruppo che mi ha donato la forza per rimanere aggrappata al filo invisibile della lucidità quando iniziavo a capire che il mio star male fisicamente non era qualcosa di passeggero. Ancora speravo, ma la Bestia si fortificava ed io mi indebolivo rimanendo solo con una spada dopo essermi dovuta togliere di dosso la mia armatura prima, ed aver dovuto lasciare il mio scudo ai piedi di un gigante albero dopo, poiché troppo pesanti per portarli dietro. Una loro canzone ascoltata per caso in radio era, con una semplicità disarmante, proprio ciò di cui avevo bisogno. La mia anima era sintonizzata su quella frequenza, suonava le corde del mio cuore. Proprio in quei giorni in tv il loro concerto nella città che sogno di poter visitare da quando ho memoria: Tokyo! Non mi sentivo così leggera da molto tempo ormai… Matt si siede al piano ed inizia a suonare “Explorers” ed io mi alzo dal divano, mi siedo il più possibile vicina alla tv, sento qualcosa che nasce dentro di me e che vorrei tirare fuori. Quella fatica muscolare, quei dolori, quella febbre che non mi abbandonava da mesi, quell’assillante domanda sul perché il mio corpo non seguisse più la mia mente così da obbligarmi ad abbandonare sempre più azioni che facevano parte del mio quotidiano, stavano sgorgando fuori di me senza che io riuscissi a fermarle. Lacrime… a tratti interrotte dalla mia speranza di potermi riprendere in mano la mia vita.
Dopo troppo tempo la conferma: sarò a Firenze a cantare con loro, a sfogarmi senza remore, al loro concerto!
“Mi piace quando andiamo ai concerti, ti brillano gli occhi, ti vedo carica di felicità” - mi dice Luca sorridendomi ed accarezzandomi il volto con dolcezza. Controlliamo lo zaino preparato il giorno prima, Luca si occupa del pranzo e della cena, io continuo a controllare con ossessione di avere la stampa della mail con la conferma di partecipazione. Decido di non truccarmi neppure quel minimo che in genere mi piace fare… (Scoprirete, leggendo, che è stato poi meglio così!) Dobbiamo andare. Non voglio arrivare tardi perché se non sarò in prima fila non vedrò niente! E mi chiedo perché non posticipano l’apertura “cancelli” per disabili. Troppo tempo per me, troppe ore… Ogni volta devo decidere se vedere poco/niente o stare malissimo per giorni. Questa volta? La seconda. Prima il biglietto da ritirare in biglietteria (perché non ce lo spediscono come agli altri?) sotto il sole cocente e, solo successivamente, il pranzo. La vita è fatta di priorità ahahah. Siamo i primi. Mettiamo la bandierina in pedana, il rumore di un tuono, l’applauso delle (ancora) poche persone nel prato sottostante, anticipa uno scroscio d’acqua pazzesco. Sotto un asciugamano per ripararsi (perché la pedana non prevede ombrelloni), ma, diciamolo, tutti felici di bagnarsi prima che tornasse il sole a scaldare più deciso di quando era stato fatto sparire dalle nuvole cariche di pioggia. Insomma, un sole rock! Così Luca mi porta a comprare la t-shirt ricordo e poi facciamo un giro verso alcuni padiglioni che offrivano ombra. Torniamo verso la pedana per andare in bagno e vediamo dei nebulizzatori nel prato! Di corsa in bagno per poi tornare a rinfrescarci nel prato! Luca mette me di spalle, che altrimenti smetto di respirare (parte dei miei problemi di salute), ed appena tolgo le mani dagli occhi un ragazzo ci saluta:<<ragazzi per chi siete qui?>>. Esclamo:<<I MUSE!!!>>… Due parole e poi mi dice:<<vuoi vederli da sotto il palco?>> e tira fuori un braccialetto che, gentilmente mi mette al polso destro. <<CERTO!!!>> e scoppio in lacrime!!! Continuo:<<…da quando sono in sedia a rotelle non mi fanno più stare sotto il palco, non posso più acquistare un gold e non perché io non voglia…>>. Ripenso a quando mi ero svegliata la mattina stessa ed avevo ascoltato il messaggio vocale della mia amica Vane che mi diceva che la sera prima c’era stato un ragazzo in sedia a rotelle proprio nel gold, sotto il palco, a vedere i GREEN DAY. Come se Francesco mi stesse leggendo nella mente mi dice:<<non piangere dai! Tranquilla! Ieri ci ho fatto andare un ragazzo in sedia come te. Dai che ti godrai i Muse!!!>>. Luca era già andato a recuperare lo zaino in pedana (che io chiamo recinto). Siamo arrivati per entrare, ma siamo stati bloccati e mi hanno negato l’accesso. Ho pianto come una bambina. Il responsabile della sicurezza mi ha proibito di accedere. Non ha neppure trovato una soluzione alternativa (potevo stare davanti alle transenne). Se volevo potevo entrare senza sedia, potevo stare nel prato con tutti gli altri, sì, ma non nel gold. Cosa cambiava? NIENTE. Ha parlato di tornelli per uscire, ma c’erano delle transenne che si spostavano agilmente proprio accanto. Avrei firmato uno scarico di responsabilità, ma non me lo ha fatto fare. La sicurezza è UNA SCUSA. Nel prato sono comunque a rischio. Lo sono anche sulla pedana disabili dove, quando ho chiesto a Giulia, che mi ha fatta accedere e dato disposizioni, come ci saremmo dovuti comportare in caso di evacuazione, mi ha risposto che loro non lo sanno. Che siamo gli ULTIMI ad uscire quando siamo quelli con problemi motori. Che la nostra uscita è con quella di tutti gli altri 65000… e che a dimostrare il tutto, a fine concerto, hanno fatto prima uscire le persone normodotate e poi, quando si è ridotto il flusso, noi. Se succedesse qualcosa morirei. Ne ho la consapevolezza come ogni persona presente. Può succedere. Ecco, se proprio devo morire ad un concerto, vorrei farlo dopo essermi divertita e goduta lo spettacolo da dove voglio io! Che poi cosa sarebbe creare un’area sicura sotto il palco? NIENTE. Per altro ci sarebbero le uscite di sicurezza principali: quelle che usa l’artista, la band… ed i vips sotto il palco… Potevo stare con i vips no? Visto che Francesco che faceva parte dell’organizzazione mi aveva regalato un sogno e dato parola… Vorrei trovare le parole per esprimere il sentimento che avevo dentro, ma non ci riesco. Quel sentimento che rimane dentro e cresce… Rabbia mista a delusione? No. È qualcosa di diverso che ti mangia da dentro. NON SONO LIBERA. NON LO SONO Più. NON POSSO DECIDERE PER LA MIA VITA. Quel responsabile della sicurezza che mi ha negato l’accesso è libero di spingere la sua auto a 200 in autostrada per tornare a casa rischiando di uccidere altre persone, io non posso decidere di guardarmi un concerto da sotto il palco.
NON LO ACCETTERÓ MAI!!!
RIVOGLIO LA MIA LIBERTÅ!
RIVOGLIO LA MIA DIGNITÅ!