Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
CHI HA BISOGNO DI MENTIRE?
Nei giorni scorsi è stata fatta passare all’opinione pubblica italiana l’interpretazione falsa dell’accordo di Svezia e Finlandia che avrebbero barattato, con la benedizione degli Usa e degli occidentali, il loro ingresso nella Nato svendendo alla Turchia la libertà dei rifugiati politici curdi ospitati nei loro territori.
Una versione falsa, accreditata da quasi tutta la stampa italiana, dal Corsera a la Repubblica, passando per il Domani, il Riformista e il Manifesto e arrivando fino al FQ.
Non si capisce se una tale versione sia frutto dell’ormai imperante ignoranza e superficialità di certi giornalisti o della militanza filorussa e anti Nato di alcuni di loro.
Mariano Giustino, corrispondente da Ankara di Radio Radicale e tra i più apprezzati conoscitori della politica turca, ha chiarito il significato di quell’accordo, commentandolo parola per parola e spiegandone gli effetti che produrrà per i tre Paesi coinvolti e soprattutto per i curdi.
Nel memorandum d’intesa, firmato a margine del vertice Nato di Madrid, non c’è scritto nulla che possa far pensare che la Nato abbia sacrificato la questione curda.
Basta leggerlo per capire che si tratta di un documento generico che serviva ad Erdogan per sbandierare in patria un qualche risultato in un momento di sua grande difficoltà interna e in vista delle elezioni che avrà il prossimo anno.
Non è vero che l’accordo preveda l’estradizione dei rifugiati politici curdi su semplice richiesta della Turchia.
Ovviamente Erdogan può chiedere l’estradizione di chi crede, ma la sua richiesta seguirà l’iter giudiziario previsto dai trattati internazionali in vigore, che prevedono che l’estradizione possa avvenire solo nel rispetto della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo e in quello della Costituzione e delle leggi del Paese nel quale risiedono i rifugiati, cioè Svezia e Finlandia.
Vale a dire che eventuali processi su presunti reati indicati dalla Turchia come motivazioni della richiesta di estradizione avverrebbero in Svezia e Finlandia e sarebbero celebrati sulla base delle rispettive leggi e garanzie per la difesa.
Su questo le dichiarazioni a margine dell’accordo di Svezia e Finlandia sono state molto chiare, non c’è stata alcuna discussione, né poteva esserci.
Lo stesso Erdogan non ha potuto evitare che la questione dei rifugiati curdi fosse trattata fuori dalle regole del diritto internazionale.
Il “guadagno” di Erdogan sarà lo sblocco dell’embargo sulle armi da parte dei Paesi Nato. Uno sblocco già previsto, che gli servirà per contenere la pressione interna dei partiti conservatori, anti Nato e filorussi, che compongono la sua maggioranza.
La partita non è chiusa, dovranno ratificare l'ingresso i Parlamenti, compreso il nostro, ma certo ha visto ridimensionate le pretese di Erdogan.
Questa narrazione distorta dei fatti è una ulteriore prova dei condizionamenti cui, da anni, è sottoposta l’opinione pubblica italiana.
La tesi, falsa, sulla svendita dei curdi è in linea con quella secondo la quale la Russia sia stata provocata dalla Nato, che avrebbe usato l’Ucraina come una pedina nella partita geopolitica contro il Cremlino e che tutti i Paesi europei siano asserviti agli americani e complici del loro disegno di dominio imperialista del mondo.
Da ciò discende che la prepotenza e la violenza degli Usa e dell’Occidente sarebbero più malvage e pericolose per la pace nel mondo dell’inesistente imperialismo russo. Del quale si minimizzano le atrocità per riconoscergli il merito di contrastare il vero nemico da abbattere, che anche per noi sarebbero gli Usa e la Nato.
Un regresso impressionante di 50 anni per certa presunta sinistra, un ritorno di infantilismo politico più prossimo al rimbambimento senile.
Il problema curdo resta in tutta la sua drammaticità, come ha detto Renzi nel dibattito in Senato, in preparazione dei vertici UE e Nato. Primo ed unico leader ad avere sollevato con forza questa questione in sede istituzionale.
Ma non nei termini di una Nato cinica e opportunista fatti credere anche in questa circostanza.