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Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante. 

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. . . la merda dello stallatico più la giri più puzza. .....
per pubblicare scrivere a spaziodonnarubr@gmail.com
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Mauro Pallini-Scuola Etica Leonardo: la cultura della sostenibilità
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Incontrati per caso
di Valdo Mori
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APOCALISSE NOKIA di Antonio Campo
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A cura di Erminio Fonzo
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Domenica 7 Luglio mercatino di Antiqua a San Giuliano T
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Ripafratta, 12 luglio
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Bagno degli Americani di Tirrenia
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Molina di Quosa, 8 luglio
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Casciana Terme Lari-Pontedera, 12 luglio-3 agosto
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Alzarmi prestissimo al mattino
è un'adorabile scoperta senile
esco subito in giardino
e abbevero i fiori
Mi godo la piacevole
sensazione
del frescolino .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
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A Heather.

9/7/2022 - 16:14




Cicale
Delle cicale
ci cale, ci cale, ci cale,
della formica
invece non ci cale mica...
e così cantava ridendo e ballando la bionda Parisi ridicolizzando una  favola morale di Esopo.
Anch’io, senza cantare e ballare (eh guà), ma sor-ridendo, mi son cimentato in un sonetto sui due animaletti:
Novella co’ ll’…amorale


Una pillaccherona di ciala
 meleggia per er verso la formïa
 che dice: “Falla, falla, la maiala,
m’ar ceppo te ‘un ciarivi bella mia”! 
 
Gel’e vvento arivin e fan tumìa.
 Brezza la formiina ‘n della sala,
 sente bussà, v’aprì, è lla su’ amïa:
sciarpa, collié e ori fin sull’ala.
  
“Eh guà a ‘nzaccà le seme ‘or porverone!
Un cervolante preso pe’ llenone
e vaggo ‘ndov’è cardo sur groppone!” 
 
Siamo  seri ora, tiriamo in ballo greci e latini, miti e poesia e guardiamo da vicino la “nostra cicala”.
In Grecia Omero scrisse questa olimpica storia:
Così Aurora dal trono d’oro rapì a sua volta Titono, simile agli immortali della vostra stirpe. Andò poi a chiedere al Cronide adunatore di nembi che fosse immortale e vivesse per sempre: e Zeus annuì e le esaudì il desiderio. Sciocca, non venne in mente alla venerabile Aurora di chiedere la giovinezza e di allontanare l’odiosa vecchiaia. Così finché egli godette dell’amabile giovinezza, abitò presso le correnti dell’Oceano ai confini della terra, rallegrandosi insieme ad Aurora mattutina, dal trono d’oro; ma quando dalla bella testa e dal nobile mento si diffusero i primi crini bianchi, la venerabile Aurora lo cacciò dal suo letto, curandolo però nella casa, con cibo e ambrosia e belle vesti. Quando poi lo prese del tutto l’orribile vecchiaia e non poteva più muovere né alzare le membra, le venne nell’animo questo ottimo progetto: lo chiuse nel talamo, e serrò le splendide porte. La voce di lui corre incessante, ma non c’è più la forza che prima era nelle agili membra.
Seguito da Alceo che puntualizzò:
Bagna i polmoni col vino, infatti l’astro compie il suo giro, e la stagione è terribile, e tutte le cose hanno sete per la calura, ed echeggia dalle foglie dolcemente la cicala, e fiorisce il cardo, e ora le donne sono più turpi e gli uomini smunti, perché Sirio inaridisce testa e ginocchia.

 Non sono da meno i Nostri cominciando dal Carducci che mi ha fatto tremare leggendo questo suo pensiero:
Prima una, due, tre, quattro, da altrettanti alberi; poi dieci, venti, cento, mille, non si sa di dove, pazze di sole, come le sentì il greco poeta; poi tutto un gran coro che aumenta d’intonazione e d’intensità co’l calore e co’l luglio, e canta, canta, canta, su’ capi, d’attorno, a’ piedi de’ mietitori. Finisce la mietitura, ma non il coro. Nelle fiere solitudini del solleone, pare che tutta la pianura canti, e tutti i monti cantino, e tutti i boschi cantino: pare che essa la terra dalla perenne gioventù del suo seno espanda in un inno immenso il giubilo de’ suoi sempre nuovi amori co’l sole. A me in quel nirvana di splendori e di suoni avviene e piace di annegare la conscienza di uomo, e confondermi alla gioia della mia madre Terra: mi pare che tutte le mie fibre e tutti i miei sensi fremano, esultino, cantino in amoroso tumulto, come altrettante cicale. Non è vero che io sia serbato ai freddi silenzi del sepolcro! io vivrò e canterò, atomo e parte della mia madre immortale.

 

E qui chiudo con due Grandi­: Quasimodo e Garcia Lorca,
 
Cicale, sorelle, nel sole

con voi mi nascondo

nel folto dei pioppi

e aspetto le stelle.
 
Ma tu, cicala incantata,
prodigando suono muori
e resti trasfigurata
in suono e luce celeste.


Ho detto chiudo ma non senza aver prima detto del perché oggi parlo di cicale, anche entrando un bel po’ nella sfera privata (non quella narrata dal greco Alceo).
 Sono anni e anni che non sentivo il frinire delle cicale, facendo ridere prima la moglie e poi anche i nipoti finché non mi son deciso di “munirmi” di piccolicari auricolari.
Un’orchestra in giardino, il leccio friniva  e gli facevan coro un acero e un olivo di Boemia; mi sono accorto poi che le cicale si esibivano se io rimanevo immobile e allora guidavo il canto con il movimento delle braccia, una goduria. Oggi fa caldo come ieri, ma le cicale tacciono. Perché? Sono triste, solo al portatile, con un’arietta che rinvigorisce ma… troppo silenzio. Perché? I parcheggi di Marina di Vecchiano sono esauriti e quindi il giardino è doppiamente invitante, ma son solo e mi manca la “banda cicala che non ci cala”.
Porca miseria…è come la mascherina che la portavo anche in bagno da tanto che c’ero abituato a sentirla parte di me…stamani non mi son messo gli auricolari!

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10/7/2022 - 18:42

AUTORE:
Lilly

A dire il vero sei piuttosto brutta
cicalona becerona dei miei stivali!
E'da stamattina che frinisci a sqarciagola
senza proferire nemmeno una parola!
la tua musica è ripetitiva, noiosa,
stridente
che, associata al caldo assordante,
pure lui, è un binomio infernale.
Sto esgerando? forse,
ma non potresti almeno traslocare
magari nella campagna circostante
dove l'ambiente è più consono e accattivante
per un insetto rhynchota come te?!
Ti prego pensaci, ma sbrigati quanto prima perché
altrimenti chiamo i gatti di mia figlia
che con suo grande stupore e meraviglia
hanno eliminato, ed è una stupefacente novità,
tutte le cicale del prato e del
giardino
regalandole un angolino
di pace di quiete e di tranquillità!
OK, ma se non succederà
perché anche i gatti son territoriali, roba da matti,
dovrò trafrerirmi al più presto io
oppure comincerò a frinire anch'io!

9/7/2022 - 18:38

AUTORE:
Lalla

Cicala che frinisci, mi sfinisci, mi infastidisci e mi esaurisci.
Esibisciti almeno con qualcosa di nuovo e canta come fa la gallina solo quando ha fatto l'uovo!
Dopo una notte inferocita e una giornata abbrustolita sono allibita da quella boccalona che canta a squarciagola...chiamero' Morfeo.
Sono stranita e molto agguerrita percio' non demordo: se non mi addormenta giuro che lo mordo!!