Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA sono la figlia della "Cocca".
Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.
Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è ancora comunità.
E sì...
"Vi ricordate il caso De Masi, il racconto del professore a cui sarebbe stato confidato che Draghi avrebbe fatto pressioni su Grillo per togliere di mezzo Conte? Per giorni non si parlò d'altro, fino a esporre il premier alla figuraccia di un precipitoso ritorno in patria nel bel mezzo del vertice della Nato a Madrid, con annessa foto desolante dal museo del Prado. Quella storia è evaporata nel nulla di cui era composta, perché era solo un pretesto per litigare e per rompere. Un modo per screditare Draghi agli occhi del popolo grillino e propiziare l'addio alla maggioranza di un M5s offeso nell'onore del suo leader. La legislatura finì lì, perché Draghi era determinato a non accettare defezioni nel perimetro a sostegno del suo governo, sapendo benissimo - senza bisogno di buoni o cattivi consiglieri - cosa può succedere a un esecutivo nell'ultimo semestre prima delle elezioni, se viene cannoneggiato da destra e da sinistra, da un'opposizione (Fdi) che
sente il profumo della vittoria, e da un'altra (il M5s) che per non morire ha bisogno di recuperare una dimensione antagonista (come peraltro, col senno di poi, si sta vedendo). E con forze di maggioranza (la Lega in primis) che pescano elettoralmente nel loro stesso bacino, e che sarebbero subito entrate in fibrillazione. Draghi avrebbe potuto far finta di niente, tirando dritto senza Conte e i suoi, con qualche concessione a Salvini e qualche segnale agli altri, sotto lo sguardo protettivo del Quirinale. Ha scelto la strada della chiarezza e ha rassegnato le dimissioni. Poi ci sono stati i tempi supplementari, gli appelli interni e esterni, fino al pasticcio del 20 luglio, ma a quel punto il dentifricio era già uscito dal tubetto: gli animal spirits elettorali si erano già materializzati, soprattutto in chi si sentiva favorito per un voto improvvisamente vicinissimo. Ma De Masi e la sua storia erano svaniti già da un pezzo".
Enrico Mentana