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Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante. 

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per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Domenica 7 Luglio mercatino di Antiqua a San Giuliano T
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Ripafratta, 12 luglio
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Bagno degli Americani di Tirrenia
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Molina di Quosa, 8 luglio
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Casciana Terme Lari-Pontedera, 12 luglio-3 agosto
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Alzarmi prestissimo al mattino
è un'adorabile scoperta senile
esco subito in giardino
e abbevero i fiori
Mi godo la piacevole
sensazione
del frescolino .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
di Umberto Mosso (a cura di BB, red VdS)
L’AIUTONE DI LETTA A MELONI&.

8/8/2022 - 12:30

L’AIUTONE DI LETTA A MELONI&


La destra non aveva certo bisogno di un aiutino per vincere le prossime elezioni, così il genio politico di Letta ha provveduto a dargli un aiutone.
Certo non era facile sostituire in poche ore una strategia consolidata da tre anni, quella dell’alleanza strategica col M5S, con qualcosa di credibile.
Infatti la proverbiale mancanza di serenità di Letta gli ha preso la mano e invece di una coalizione politica per un governo alternativo alla destra ha messo su una combriccola di abborracciati in gita solo fino al 25 settembre. Che, invece, è durata cinque giorni.
Per il PD due colpi mortali in poche settimane: il divorzio obbligato da Conte e l’implosione del piano B. Niente gita.
Si può commentare in mille modi diversi questa parabola discendente del PD, che sembra non trovare un fondo, ma il dato politico più significativo è che tutta la discesa all’inferno comincia dall’abbandono del PD delle sue ragioni fondative.
Non più la casa dove riunire tutti i riformisti, ma la ricerca del potere per il potere, da mantenere inchinandosi allo spirito populista dei tempi, sostituendo la politica con la somma algebrica degli esiti dei sondaggi. Un iperrealismo cinico e spregiudicato fino all’avventura.
Un cambio di visione che molti di noi si sono rifiutati di condividere, per coerenza e per continuare a dare una possibilità di cambiamento, democratico e riformista, al Paese.
L’errore di Letta è stato di non scegliere, fin dalla sua bizzarra chiamata, di liberare il PD dalla morsa tra l’ala populista e subalterna al M5S e quella, sempre più sbiadita, di una pattuglia di ex riformisti con tanti incarichi, ma poco coraggio.
Non ha saputo neanche utilizzare l’arrivo di Draghi, che ha sostenuto contenendo a malapena il brontolio delle vedove di Conte, per rimescolare le carte. Ha preferito, da politico mediocre e senza coraggio, proseguire la politica dell’addizione dei voti come linea di galleggiamento.
Non si è accorto che la politica determina l’aritmetica, non ne è determinata.
E che oggi l’addizione dei voti non funziona e che per moltiplicare devi passare prima per qualche sottrazione.
La guerra in Ucraina e la “scoperta” che il M5S era una spina filorussa nel suo schieramento, insinuatosi perfino nel suo partito, ha fatto crollare la sua costruzione lasciandogli in mano cocci e schegge.
Che oggi ha tentato di rincollare, perseverando nell’errore della mera somma dei voti, mettendo insieme i sostenitori di Draghi e i suoi nemici, gli atlantisti con gli anti Nato, i riformisti coi massimalisti, gli assistenzialisti spendaccioni con le tasse da aumentare, coi fautori del PNRR come volano di crescita.
Ovvio che non poteva reggere. Né che giocare su più tavoli contemporaneamente, con la scusa della legge elettorale e del fascismo alle porte, non avrebbe retto.
Letta non ha rinunciato solo alla missione riformista del PD, ma ha dato il più grande aiuto alla destra.
E se l’ha fatto inconsapevolmente, sulla linea dorotea sua e di Franceschini, questo è ancora più grave.
Orlando scalpita da mesi, preparatevi al ritorno, dopo l’abbandono acrimonioso di Zingaretti da segretario, al ritorno delle vedove di Conte. Lo faranno già in campagna elettorale parlando in due modi differenti.
Ripeteranno la stessa scena del 2018.

Con la differenza che allora, dopo avere bombardato Renzi per tre anni, tirarono la volata al M5S combattendo da suicidi contro una linea forte, mentre oggi non hanno più niente da bombardare.

Si sono già demoliti tutto da soli.

Coi ringraziamenti di Meloni&C.






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