Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Ho sempre pensato che l'estate è stata creata per le persone felici. Dal punto di vista di una persona infelice tutto è caos, esasperazione, persino questa luce che mette in risalto i contorni e il cielo che ostenta il suo essere terso. Che sia una felicità forzata o sincera l'elenco dei luoghi di vacanza, le facce sorridenti, le fotografie di piatti che traboccano pesce, spiagge affollate , corpi abbronzati e località esotiche è interminabile nel palcoscenico dei social. Una persona infelice si sente ancora più sola e incapace di godere dell'opportunità di questo periodo dell'anno.
Quest'estate non ho ancora visto il mare.
Forse perché mi ricorderebbe le volate in moto con mio marito per un paio d'ore di azzurro sugli scogli di Marina di Pisa. Ma era il viaggio, quell'ora di libertà sulla strada, gli alberi che ci scorrevano accanto, la pausa per una sigaretta guardando il paesaggio, la sensazione di avere ancora tanto tempo davanti. Invece no, ce n'era ancora pochissimo e non lo sapevamo.
Così sono andata al fiume qualche volta, quella voce del Serchio che mi fa sentire più vicina a lui ovunque sia. Il suono dell'acqua sulle pietre, quello scorrere incessante che è lontano dalla confusione del mare, quasi meditativo. E che ci ricorda che tutto scorre, neanche la morte può fermare il tempo.
Ho trovato una poesia di Gibran che leggo e rileggo per trovare un senso.
«Dicono che prima di entrare in mare
Il fiume trema di paura.
A guardare indietro
tutto il cammino che ha percorso,
i vertici, le montagne,
il lungo e tortuoso cammino
che ha aperto attraverso giungle e villaggi.
E vede di fronte a sé un oceano così grande
che a entrare in lui può solo
sparire per sempre.
Ma non c’è altro modo.
Il fiume non può tornare indietro.
Nessuno può tornare indietro.
Tornare indietro è impossibile nell’esistenza.
Il fiume deve accettare la sua natura
e entrare nell’oceano.
Solo entrando nell’oceano
la paura diminuirà,
perché solo allora il fiume saprà
che non si tratta di scomparire nell’oceano
ma di diventare oceano»
Testo e foto di Patrizia Falconetti