Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Logisticamente per visitare questo paese la base può essere tranquillamente posta nella capitale Lubiana, situata esattamente al centro del paese e da cui con ottime strade si possono raggiungere in poco più di un’ora tutte le località più estreme. Le strade sono ottime, per lo più autostrade che si possono percorrere senza limiti muniti di una vignetta, un permesso elettronico che si paga una tantum a seconda della durata del soggiorno (per una settimana 21 euro).
Lubiana è una città molto bella, percorsa da un fiume percorso da battelli turistici, piena di vita di locali e di giovani che affollano il lungo fiume. Il centro storico è una enorme zona pedonale chiusa alle auto dove si viaggia a piedi, in bicicletta o tramite piccoli veicoli elettrici a pochi posti che effettuano gratuitamente servizio di taxi per i cittadini che vogliono spostarsi da una parte all’altra della zona pedonale. La benzina costa un po’ meno, la vita poco meno cara che da noi, la gente gentile e gli automobilisti cortesi.
Ma il motivo dell’aggiornamento riguarda le biciclette per riprendere il precedente articolo. Il nostro albergo, un grande albergo, era strapieno di giovani e vecchi cicloamatori tanto che una parte della struttura era proprio adibita ad una specie di piccola officina per riparazioni. Oltre la strada principale di fronte all’albergo (Urban Ring si chiamava, ring significa autostrada) si dipartiva una serie infinita di piste ciclabili favorita anche dalla particolare conformazione del terreno collinare.
Tranne che sulle autostrade ogni strada periferica aveva accanto, parallela, la sua pista ciclabile. In città erano ovunque e si trovavano anche dove non sembravano possibili. In una sede stradale stretta erano segnalate due strisce parallele che occupavano la sede stradale restringendola tanto che con l’auto non potevamo non oltrepassarle. Quando però capitava di incontrare un ciclista era lui ad avere la priorità e dovevamo aspettare il momento giusto prima di sorpassarlo, inserire la freccia e invadere l’opposta corsia di marcia. Un modo semplice per stabilire una serie di valori e di priorità: prima i pedoni poi le biciclette e poi, alla fine, se non se ne poteva fare a meno, le automobili.
Un segnale anche etico ma soprattutto in linea con quelle che sono le richieste dei nuovi flussi turistici, che anche questa piccola ma intraprendente nazione sembra in grado di intercettare. Una loro scelta anche strategica perché oltre ad alcune attrazioni turistiche di primo livello come le grotte di Postumia e il lago di Bled (molto bello), la nazione non offre tantissimo dal punto di vista turistico ed è per questo che utilizza quello di meglio che ha: il suo territorio. Un territorio di eccellente valore naturalistico con boschi, fiumi e vallate verdissime e incontaminate dove sono stati realizzati percorsi ciclabili di ogni genere e per ogni esigenza. Dai più avventurosi per i più giovani e intraprendenti con passaggi naturali e artificiali fra le gole dei fiumi ai più tranquilli per gli scarpinatoti più anziani che vogliono godersi un po’ di pace nella natura.
Le auto ci sono, e tante, la città ha 290.000 abitanti, ma tutte in periferia. Quando ci si avvicina al centro quello che prevalgono sono i pedoni e le biciclette e i pochi varchi per i veicoli commerciali sono protetti da barriere mobili. Eppure lo stato della Slovenia è piuttosto giovane, è nato appena nel 1991 dopo la caduta della Jugoslavia, dal 2004 è membro dell’Unione Europea e dal 2007 ha adottato l’euro ma sembra un paese più avanti al nostro. Il decoro delle città è maggiore, l’uso dei pagamenti elettronici la regola, i servizi appaiono efficienti, il benessere dei cittadini nelle città senza auto e rifiuti maggiore.
Ultima nota sulle rotonde. Alcune sono particolari e presentano non una ma due linee di accesso, separate da una piccola ma attraversabile sporgenza sul terreno. Una doppia pista di cui la più esterna serve per svoltare a destra o andare diritto, la più interna per andare a diritto o svoltare a sinistra. Un’idea originale come le tante che sembrano avere in questo paese così’ vicino al nostro. Tranne che sulla costa per la lingua poco italiano, qualche frase dei camerieri, per il resto inglese per andare tranquilli.
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Il boom di questo tipo di turismo è sotto gli occhi di tutti. Non solo per l’aumento costante di coloro che scelgono questo tipo di vacanza diversa dal solito ma anche per le proposte che si leggono in Internet, per i sempre più numerosi libri sull’argomento, per i successi di chi ci ha creduto prima di noi.Una ricerca condotta da Expedia Group, società americana di viaggi online dedicata alle persone e alle imprese turistiche, mostra che nell’anno 2021 le destinazioni cicloturistiche italiane sono tra le più popolari in Europa e i soggiorni nel nostro paese fra giugno e agosto l’hanno fatta da padrone, con una particolare preferenza per le mete dei nostri laghi. Il lago Maggiore, ma anche il Garda e il lago di Como, hanno mostrato nel trimestre estivo incrementi di prenotazioni settimana su settimana di oltre il 40%.Confrontando l’interesse dei turisti su base annua fra il 2020 e il 2021 si arriva ad una crescita impressionante: per il lago di Garda un aumento del +605% e per quello di Como +560%. Un vero boom di richieste per questo tipo di turismo che oramai non si può più definire alternativo.Nella stessa Europa il fenomeno è aumentato e sono molte le città che stanno modificando le loro strade per renderle adatte a questo tipo di richiesta per renderle più facilmente fruibili a piedi o in bicicletta. Anche da noi molti comuni e molte province si stanno attrezzando per cercare di attirare questo nuovo tipo di turismo. Fra i primi sono stati sicuramente gli amministratori locali dei nostri laghi che ne hanno avuto subito un positivo riscontro visti i numeri di incremento di prenotazioni rispetto all’anno precedente.Come ha dimostrato il recente Traveller Value Index di Expedia, questo tipo di acquirenti che scelgono questo modo di passare le loro ferie sono sempre più interessati a ridurre l’impatto ambientale e culturale dei loro viaggi. Esiste anche un sito Choose Climate dove si può prevedere il costo in termini di inquinamento ambientale legato al nostro spostamento attraverso mezzi aerei.La ricerca ha evidenziato che quasi tre clienti su cinque sarebbero disposti anche a pagare di più per garantire che il loro viaggio sia più sostenibile, che abbia un’impronta di carbonio minima e garantisca il rispetto per gli ambienti e le comunità locali. Se pure con fatica ciò deriva dalla nascita di una maggiore sensibilità dei cittadini verso i problemi legati al cambiamento climatico e alla scelta sempre maggiore di mezzi di trasporto alternativi all’auto.Ecco un altro motivo per cui il turismo in bicicletta ha registrato un’impennata di interesse. C’è da scommetterci: il cicloturismo sarà in forte e costante aumento anche nei prossimi anni.E’ importate quindi prepararsi a questo moderno tipo di turismo attraverso la messa in opera di soluzioni e infrastrutture che incoraggino e incrementino l’uso della bicicletta. Non solo quindi nuove piste ma anche luoghi di ricovero e di ristoro dedicati proprio a chi sceglie questi mezzi ecologici per i loro spostamenti.Per quanto riguarda i progetti a livello nazionale che ci riguardano il 7 Aprile 2016 a Firenze è stato firmato un protocollo d'Intesa tra Regione Lazio, Regione Liguria e Regione Toscana per il tratto della Ciclovia Tirrenica di nostra competenza. Nell’atto si definisce la Ciclovia Tirrenica come progetto strategico per lo sviluppo integrato della mobilità e del turismo sostenibili. “Il tracciato complessivo della Ciclovia Tirrenica è di circa 1.200 chilometri, di cui oltre 700 già percorribili (in sede separata o promiscua) e va da Ventimiglia fino a Latina. Nella nostra regione il tracciato complessivo è di circa 560 chilometri compresi i collegamenti multimodali con stazioni ferroviarie e porti, tra cui quello di Piombino che permette di inserire l'Isola d'Elba nel tracciato della Ciclovia. Tocca siti archeologici di interesse (ad es. quello etruschi di Populonia), borghi caratteristici, la Versilia, la Costa degli Etruschi e città d'arte come Pisa. Oltre a diverse aree naturali protette, tra cui il Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano, quelli Regionali di Migliarino, San Rossore e Massaciuccoli e quello della Maremma.”Per quanto riguarda i nostri comuni non abbiamo notizie riguardo a progetti che facciano capo alla Ciclovia Tirrenica e a percorsi integrativi locali. Esiste la ciclopedonale Puccini, oggetto di un recente ripristino di alcune zone più degradate, che da Ponte a Moriano porta fino al lago di Massaciuccoli e Pontasserchio, ma che nel progetto originale doveva arrivare fino a Bocca di Serchio. Stiamo parlando di aperta campagna dove la realizzazione di una pista ciclabile non dovrebbe avere ostacoli urbanistici insuperabili ed essere, invece, un’occasione per far arrivare nel nostro territorio un tipo di turismo compatibile e sostenibile. I vantaggi sarebbero enormemente maggiori in termini di coinvolgimento delle strutture di accoglienza locale, di maggiori entrate per l’Amministrazione Comunale e di maggior rispetto per l’ambiente nei confronti del disordinato e fuggevole pienone di auto nei fine settimana a Marina di Vecchiano.Anni di richieste di piste ciclabili che possano condurre alla Marina senza la necessità di dover prendere l’auto, e senza il rischio di percorrere la via del Mare con la bici, al momento non hanno ancora trovato soluzione. I tentativi di coinvolgimento della proprietà Salviati per l’apertura di una pista nel bosco fino al mare non hanno avuto successo per vari motivi ma principalmente per la mancanza di un progetto serio e per non averci creduto fino in fondo. Di sicuro il cicloturismo sarà il futuro e bisognerebbe cominciare a pensarci seriamente per non rimanere indietro ad altri territori più lungimiranti e intraprendenti.Intanto restiamo in attesa delle conclusioni dell’Officina di Comunità organizzata dall’Amministrazione Comunale e finanziata dalla Regione Toscana proprio sul tema della mobilità alternativa. Speriamo arrivino presto delle soluzioni operative e non finisca tutto, come per la precedente Bufalina, in una spesa completamente inutile. Conclusioni di cui non abbiamo ancora notizia e che potrebbe essere il segno di un cambiamento di tendenza, il primo piccolo passo verso la consapevolezza che vi può essere qualcosa di alternativo ai parcheggi di Marina di Vecchiano.Un cambiamento non solo ideologico ma anche sostanzialmente pratico tramite la programmazione di un piano strategico finalizzato ad un diverso utilizzo del nostro territorio e della nostra Marina.Un piano che si ponga l’ambizioso duplice obbiettivo di salvaguardare l’ambiente ma anche di contemplare nuove e maggior entrate economiche per l’Amministrazione Comunale. Maggiori entrate con cui si potrebbe veramente fare molto per essere un Comune più vicino ai cittadini in termini di servizi, di decoro urbano, di minore tassazione. PS1:L’accesso dietro pagamento delle auto ai pontili in zona Parco, nella più assoluta indifferenza di chi sarebbe deputato al controllo, è la dimostrazione più evidente della costante e crescente banalizzazione di un bene pubblico di grande valore naturalistico. E’ la stessa idea di Parco, di zona di rispetto, di ambiente di grande valore naturalistico che viene a mancare e il tutto diventa una semplice località di mare dove arrivare in gran fretta con la propria auto fregandosene del paesaggio, del passaggio nel bosco, irritato dalle rare biciclette incontrate per la strada che sembrano fuori luogo. Ecco che pagare per avere un accesso in zona vietata diventa una cosa normale, una mancanza delle tante, solo una piccola cosa nel panorama completo della trasformazione di un Parco. PS2:Uso le stesse foto dell’articolo precedente sul Cicloturismo perché sono convinto che bastino da sole a rendere l’idea di cosa vuol dire far rendere al meglio il territorio che si amministra (grazie Furio!)