Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Gabriele Santoni lo conoscete praticamente tutti.
Sindaco di S.Giuliano, costante impegno antimafia anche in collaborazione con l' Associazione Libera, Molina Mon Amour insomma per il suo continuo impegno politico e sociale sono sicuro lascerà un segno nella nostra comunità.
Forse un segno piccolo, e forse lui stesso non lo desidererebbe nemmeno più grande, ma un segno rimarrà per tutto l’impegno che mette in quello che ha fatto e che fa (e anche in quello che vorrebbe fare e che vorrebbe fosse fatto).
Famosi sono i suoi raccontini, molto spesso curiosi e scritti in quel suo modo garbato e gentile con l’uso licenzioso anche di molti termini dialettici o popolari. Raccontini che popolano la sua pagina Facebook, molto spesso di argomento politico o sportivo.
Ma oggi ne ho letto uno molto diverso che mi ha colpito in maniera particolare perché porta alla luce un problema grave che molti di noi conoscono, che sanno che esiste e che si sta aggravando, ma che spesso, non avendolo di fronte, non viene percepito emotivamente. Lo collochiamo come problema politico da risolvere, come problema sociale prioritario da affrontare con urgenza ma non sviluppiamo l’empatia necessaria e sufficiente a comprenderlo del tutto fino a che non lo tocchiamo con mano, non ci capita davanti agli occhi.
E’ quello che è successo a Gabriele quando si è trovato di fronte ad una realtà che ben conosceva ma che non sentiva sufficientemente, non percepiva emozionalmente in tutta la sua gravità.
Ne è venuto fuori un raccontino talmente straordinario, perché scritto più col cuore che con la mente, che abbiamo deciso meritasse la pubblicazione. Non ho chiesto il suo parere, ma da amico sono certo non me ne vorrà.
Piccola storia dalla parte giusta
Ho provato un sano senso di vergogna, quando nel pieno dell’agosto, con le vacanze ormai sputtanate, seduto in una saletta di attesa dell’ospedale ad aspettare l’ora d'apertura per visitare mia madre, ho scambiato poche parole con una coppia di giovani ragazzi, moglie e marito che erano in visita al padre di lui.
A volte basta parlarsi per far diventare, quelli che ti sembrano problemi insormontabili, una cosa da nulla se paragonati ad altri.
Era qualche giorno che ci annusavamo. Silenziosi, carichi di pacchetti e borsette con biancheria lavata, col cellulare a cercare il green pass, richiesto con ferocia dal portiere di turno; intristiti, sudati, sempre di fretta e in ansia. Io e loro. Ma una domanda futile, sul perché fosse ancora "chiuso il passo", è bastata per smuovere la voglia di parlarci.
Io logorroico e fragile, bisognoso di raccontare le mie “tragedie”, ho subito detto loro cosa mi stava accadendo e cosa mi era accaduto nel mese lasciato alle spalle.
Loro gentili e garbati ascoltavano in silenzio. Si vedeva bene che erano stanchi, ma legati indissolubilmente da una grande complicità affettiva.
Poi mi hanno detto del ristorante, del mutuo, delle prime soddisfazioni e subito la mazzata della crisi patita col Covid e i nuovi debiti che si saldano solo lavorando sempre e senza sosta. E dei sacrifici, del poco tempo che hanno avuto da dedicare ai figli in questi ultimi anni e dulcis in fundo, la malattia del padre novantenne, che gli ha bruciato i giorni di ferie e aumentato i problemi -che ora sono tanti, troppi-dice lui. Quei pochi giorni di ferie che loro aspettavano in gloria, solo per riposarsi e magari fare una piccola vacanza-Stando fuori due notti- mi dice la ragazza, e fa due con la mano quasi ad indicare l’esiguità di quello che sognava- all’Abetone a prendere un po’ di fresco-.
-Sono quasi dieci anni che non facciamo mai festa- hanno detto quasi all’unisono.
Mi ha colpito il fatto che per tutta la durata del nostro colloquio non si siano mai lasciati la mano. Li ho amati subito.
Il giorno dopo non li ho visti e mi sono mancati. Ho capito che il padre di lui era stato trasferito in un altro reparto, come accade. Mia madre era ancora lì invece.
Dopo una settimana che, sul tardi della sera, incontri due giovani senza dirti niente e poi finalmente per un caso ti parli fino a farti confidenze intime, non averli trovati mi ha turbato e lasciato un grande vuoto dentro.
Nella solitudine ho riflettuto e pensato -Di fronte al dolore ognuno tiene il suo- dicevano i vecchi del paese dispensando perle di saggezza. Ma come non cogliere il problema. Esistono e sono la maggioranza, persone semplici belle ed umili che a volte con una piccola frase mettono in crisi tutta la tua impalcatura di vita, di “privilegiato” che non ha mai avuto bisogni economici drammatici, che ha fatto delle vacanze una regola , che ha sempre lavorato e cambiato mille lavori rispondendo alla sua "scombiccheratezza" e non al solo bisogno di mangiare o alla carriera. E allora quelle “due notti in vacanza” che sarebbero bastate per far felice quella giovane coppia, e che per me sono normalità, spero che diventino “la mille e una notte” di tutti coloro che rincorrono la vita con fatica. Che non hanno la facilità di scelta. Che devono mettere insieme “cena e desinare” E che chiedono un po’ di felicità.
Per loro vale la pena di impegnarsi. Ultimi, penultimi, e tutti coloro che si conquistano il pane a testa bassa, senza un minuto per le loro “futili passioni” che sono la vita vera, delle quali avrebbero sacrosanto diritto.
E qui tornano utili “i testi sacri” che ci hanno forgiato da giovani; ed è per questo che vanno delineati con nettezza i confini politici che aiutano a scegliere per il bene collettivo e la giustizia sociale. --Diradare le nebbie e issare la bandiera. Cercare la Sinistra di bellezza- Ci vorrà tempo, ma le scorciatoie portano inevitabilmente da un’altra parte.
Buon futuro a quei ragazzi.
E buon anno di ripartenza a tutti.
31 agosto 2022