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Evento davvero memorabile a san Giuliano Terme il 25 luglio a partire dalle ore 18, all'interno del Fuori Festival di Montepisano Art Festival 2024, manifestazione che coinvolge i Comuni del Lungomonte pisano, da Buti a Vecchiano."L'idea è nata a partire dalla pubblicazione da parte di MdS Editore di uno straordinario volume su Puccini - spiega Sandro Petri, presidente dell'Associazione La Voce del Serchio - scritto  da un importante interprete delle sue opere, Delfo Menicucci, tenore famoso in tutto il mondo, studioso di tecnica vocale e tante altre cose. 

Che c'entra l'elenco del telefono che hai fatto, con .....
Le mutande al mondo non le metti ne tu e neppure Di .....
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Di Edoardo Fanucci
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Di Antonio Campo
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di Bruno Desidera
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Da un'intervista a Maria Elena Boschi
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Mauro Pallini-Scuola Etica Leonardo: la cultura della sostenibilità
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Incontrati per caso
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APOCALISSE NOKIA di Antonio Campo
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Il mare
con le sue fluttuazioni e il suo andirivieni
è una parvenza della vita
Un'arte fatta di arrivi di partenze
di ritorni di assenze
di presenze
Uno .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
di Umberto Mosso
L’11 E IL 10.

11/9/2022 - 19:52

L’11 E IL 10.


Non so se l’11 settembre sia uno spartiacque della storia, come molti sostengono, ma di certo è una data speciale.
L’11 settembre 1973 moriva, difendendo la democrazia cilena, Salvador Allende, assassinato, con migliaia di suoi concittadini, durante il colpo di stato fascista del generale traditore Augusto Pinochet.
Il rovesciamento violento del suo governo democraticamente eletto, fu sollecitato dalle multinazionali del rame e organizzato dalla Cia agli ordini dell’allora Presidente Usa Nixon. Circostanze ormai storicamente documentate.
Imparammo, allora, che in un paese democratico ancora fragile come l’Italia dell'epoca, alla sinistra democratica non sarebbe bastato vincere le elezioni anche col 51%, ma che occorreva realizzare la convergenza delle principali forze politiche popolari, per dare solidità alla democrazia creando il massimo consenso sociale attorno ad un programma riformatore, graduale quanto progressivo e determinato.
A seguito della tragedia cilena Enrico Berlinguer scrisse due articoli per spiegare quella esigenza e che, per superare l’ingessatura del Paese nella guerra fredda, introdussero la proposta del “compromesso storico”.
Che subito gli ambienti conservatori, in seno a tutti i partiti, ridussero all’offerta di un accordo di governo del PCI alla DC.
In realtà Berlinguer spingeva in avanti l’idea di una “terza fase” della politica italiana immaginata da Aldo Moro a seguito dei grandi rivolgimenti politici e sociali che, in Italia e nel mondo, si erano susseguiti al 1968.
Come con Allende solo la violenza fermò quel disegno comune di DC e PCI con l’assassinio di Moro. E l’Italia deviò, riprendendo la strada della conservazione. Fino alla promessa, oggi mancata, del PD.
La sinistra attuale, che usa il nome di Berlinguer, non credo abbia capito molto di lui. I suoi maestri di oggi non lo sopportavano neanche allora. E credo che anche molti ex DC, a dx e sx, abbiano maldigerito Moro.
L’11 settembre 2000, con la strage delle Torri Gemelle, 3.000 innocenti assassinati, il terrorismo islamista si impose al mondo come nuovo soggetto antagonista globale dell’occidente, dopo il crollo dell’impero sovietico. Un atto criminale ingiustificabile e imperdonabile per ogni coscienza.
Quell’azione, non voleva e non poteva portare giustizia, ma solo ulteriori guerre e ingiustizie per motivare, nelle menti più deboli, il mantenimento di una lobby terroristica che, in nome della guerra santa contro i valori umani universali, vive e si arricchisce dei traffici economici più turpi.
La condizione umana delle popolazioni governate dalla Shari’a, in particolare delle donne, degli omosessuali e degli oppositori di ogni genere, produce ingiustizie e sofferenze, più crudeli che mai. Soprattutto perché compiute a fronte delle conquiste democratiche e civili, pure contrastate, del XXI secolo.
Un modello che non costituisce il superamento dei limiti e degli errori dell’occidente, semmai persegue un suo imbarbarimento. Che non ci sarà.
Mi è più caro ricordare il giorno precedente, il 10 settembre 1930, quando nacque Liliana Segre. Che non è solo la testimone vivente della più grande tragedia dell’umanità scientificamente pianificata, ma l’esempio incancellabile di come, pur avendo vissuto quell’esperienza atroce, l’animo di una persona Giusta possa combattere senza contrapporre perfidia a perfidia.
Una nobiltà d’animo che rifiuta ogni neutralità e combatte ancora perché si affermi la verità e la giustizia, ma non la menzogna e la vendetta.
Liliana Segre è il miglior risultato della cultura occidentale. Ecco perché quell’imbarbarimento non ci sarà.





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