Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Un amico scrive sulla sua pagina Facebook di avere bisogno di una visita dermatologica che definisce urgente. In realtà noi non sappiamo niente su quello che ha e nemmeno chi abbia stabilito e decretato l’urgenza di questa visita. Di solito si pensa ad un medico ma oggi, avendo a disposizione quello straordinario ma altrettanto subdolo strumento che è Wikipedia, non possiamo saperlo.
Chi non ha troppa dimestichezza col PC o con lo Smartphone (accessorio oramai indispensabile come le mutande, anche se non per tutti, le mutande intendo) può trovare decine di amici e conoscenti che lo fanno per te, magari un po’meravigliati della tua ignoranza, ma sicuri di quello che stanno facendo. Leggono e sentenziano con una sicurezza molto spesso direttamente proporzionale alla loro ignoranza quando si tratta di affrontare problemi medici, essendo dati e informazioni che hanno necessità di valutazioni che solo gli esperti sono in grado di fare.
Magari l’amico, o l’amico dell’amico, ha guardato le foto colorate dei tumori maligni della pelle e gli è sembrato di vedere una certa somiglianza deponendo subito per la necessita di una visita urgente, anzi urgentissima.
Stabiliamo subito quindi che la possibilità che possa essere stato un medico a stabilirne l’urgenza non sia scontata.
L’amico, allarmato, posta subito la vicenda sulla sua pagina Facebook.
Facebook è quel posto virtuale dove molti vivono la loro vita pubblica, a discapito della iperprotettiva privacy strettamente tutelata dalla legge e tirata in ballo a fasi alterne a seconda della propria convenienza. A volte considerata un abuso che ostacola la vita con formalità ritenute inutili, altre volte invece invocata come un giusto scudo protettivo contro l’invasività colpevole dello Stato, tipo rifiuto dell’applicazione sanitaria Immuni, anche se in questo caso c’è da considerare una forte e dannosa componente politica.
Comunque Facebook ci è utile per sapere cosa fanno, cosa dicono, dove si trovano i nostri amici virtuali. Tramite l’applicazione puoi infatti sapere, in tempo reale, dove sono in vacanza tracciandone addirittura il viaggio su una mappa, dove hanno cenato ieri sera con tanto di foto dei piatti migliori, dove sono arrivati a piedi o in bicicletta e con quali loro amici (il selfie lo testimonia senza alcun dubbio). Poi ti informano quando sono nati (gli auguri sono un obbligo), la ricorrenza del loro matrimonio, i compleanni dei loro figli piccoli con tanto di torta con la foto del minore che spegne le candeline. Poi fra gli amici ci sono i politologi che parlano di solito solo di politica (un lamento continuo) e gli appassionati di vari generi che mettono riferimenti alla loro passione. Diciamo che l’unico elemento di conoscenza dei nostri amici virtuali che manca su FB è il sesso. Nessuno scrive post per farci sapere quando fanno le loro cose, con che frequenza, con quale soddisfazione. Un reparto intimo e segreto, l’unico, al momento, che ognuno vuol tenere per sè.
Comunque l’amico mette il post e riferisce una condizione di disagio. Assodata l’urgenza, vera e presunta, nasce infatti la necessità della richiesta della visita. E qui ci si scontra con il Sistema Sanitario Nazionale che non permette facili vie di accesso. Il CUP risponde, dopo lunga attesa, che non ha posti liberi in tempi brevi mentre l’intramoenia, quindi una lista assai più corta di prenotazioni ma a pagamento, costa ben euro 200!
All’amico che ha lanciato l’urgente necessità arrivano subito moltissimi posts che possiamo dividere così. Una buona e coesa (si può usare il termine anche se non parliamo di politica?) maggioranza è rappresentata da lamentele sul nostro Sistema Sanitario con varie e variegate offese, di cui alcune molto pesanti, e in una piccola sparuta minoranza solidale che cerca di fornire soluzioni, di cui alcune utili e interessanti.
Ma la cosa che mi ha spinto a scrivere questo breve articoletto è stata l’assoluta mancanza, fra le decine di risposte e consigli alla richiesta dell’amico, del semplice ma probabilmente utile consiglio di sentire il proprio medico di famiglia. Come se questa figura non esistesse e non facesse parte integrante del nostro Sistema Sanitario Nazionale. In nessuna delle risposte e dei consigli lo abbiamo trovato.
Forse le cose sono cambiate perché io ricordo che per ogni piccola necessità che riguardasse la salute il medico di famiglia rappresentava sempre il primo punto di riferimento, quello di partenza di qualunque percorso. Un percorso che poteva anche finire subito nel suo ambulatorio nei casi più semplici con una semplice prescrizione di un farmaco, o con una semplice rassicurazione. Oppure prendere una direzione più ampia, un percorso più articolato, ma sempre sotto il suo controllo, il controllo di un medico. Non solo, ma in questo caso chi più del medico di famiglia sarebbe stato in grado di fornire al paziente, magari preoccupato, le informazioni più precise ed esatte sul percorso da fare se veramente ci fosse stato bisogno di una visita urgente? Intervenire direttamente con una telefonata, indirizzare ad un amico, fornire notizie utili per risolvere rapidamente il problema. Se di problema si fosse trattato.
Pare che questa figura stia scomparendo nella mente dei cittadini, sostituita dai Pronto Soccorso anche per casi banali o addirittura da un ricorso diretto allo specialista, una scelta con un criterio personale che non può mai essere esatto e opportuno in mancanza di una competenza specifica.
L’importanza del medico di base e della sua presenza sul territorio è apparsa in modo molto evidente in Lombardia durante la pandemia da Covid tanto che si è giudicato che proprio la sua mancanza funzionale in quella regione sia stata la causa principale della grande morbilità e mortalità. E anche della grande ed evidente confusione sanitaria di quella regione in quel periodo. Una regione eccellente dal punto di vista sanitario ma pericolosamente carente nella medicina per il territorio.
Si legge che i medici dei Pronto Soccorso quando ne hanno la possibilità se ne vanno per troppo lavoro, pochi soldi, poca educazione e anche peggio da parte dei pazienti sempre più esigenti e violenti, le Associazioni di volontariato subiscono aggressioni e hanno carenza di fondi che ne mettono a rischio la sopravvivenza, il concorso pubblico per l’accesso a Medicina ha visto più della metà dei candidati non arrivare al pur minimo standard di conoscenza e cultura. Credo ci sia poco da stare allegri.