Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
PIETA’ L’E’ MORTA?
Forse molti che leggeranno quello che ho da dire penseranno le cose peggiori di me e decideranno di non leggermi più. Io stesso mi sento preso da sentimenti contrastanti e faccio fatica a decidere quali far prevalere. Ad eccezione di uno che ho forte dentro di me, che dice via i russi dall’Ucraina! Slava Ucraini!
Non so se tra i 5000 soldati russi sconfitti dall’esercito ucraino a Lyman ci siano criminali di guerra. E’ probabile che sia così visto il dilagare delle atrocità che le truppe di Putin hanno commesso. Ma credo che ci siano anche tanti giovani di leva, che sono stati traditi e costretti a fare la guerra dopo che gli era stato detto che si trattava di un’esercitazione. Prendete cibo e acqua per tre giorni. Così raccontano i tanti che nei mesi scorsi si sono consegnati agli ucraini.Tanti “Piero”, costretti a non fare alcuna “cortesia” al nemico per non finire sepolti in un campo di grano. Li abbiamo sentiti telefonare alle madri sconvolti e impauriti. In molti hanno disertato, accolti, rifocillati e nascosti ai loro generali dalle madri ucraine. Altri stanno scappando dalla Russia e poco importa che lo facciano solo per paura. Avere pura per la propria vita minacciata da un regime assassino insegna al mondo e insegnerà anche a loro qualcosa in più dell’autodifesa. Ho temuto per i resistenti del Battaglione Azov assediati nell’acciaieria Azovstal.
Ho ascoltato gli appelli delle loro madri e mogli, la stessa pena di quelle russe. Ma loro combattevano per respingere l’invasore della loro terra e li sorreggeva la fierezza di chi resiste all’aggressione. Cosa può sorreggere quei giovani russi accerchiati che possono solo decidere se arrendersi o morire? Non certo le farneticazioni di un assassino che ha messo nel conto la loro morte per darsi allo sterminio degli ucraini. Non provo nessuna pena per i mercenari russi dell’Agenzia Wagner, pagati dal Cremlino per seminare morte dalla Siria al Donbass. O per i macellai ceceni esportatori in Ucraina della barbarie di Grozny, per i militari professionisti russi autori di ogni genere di violenza e genocidio di civili di ogni età.Spero che un giorno Putin e la sua banda di oligarchi facciano la fine di Radovan Karadzic e Ratko Mladic davanti a un Tribunale internazionale.Ma se tra le migliaia di russi mandati a morire ce n’è uno, uno solo, che vorrebbe tornare a casa, che odia quello che è stato costretto a fare solo per sfuggire alla paura trovando in cambio una paura più grande, provo pena per lui e per la sua famiglia. E’ questo lo spirito internazionalista che sento da sempre. E non è per bontà che provo questo sentimento. Sono carico di rancore per chi, non da oggi per la verità, ha sporcato quelle che Pasolini chiamava “Le belle bandiere” e scriveva: «Non si lotta solo nelle piazze, nelle strade, nelle officine, o con i discorsi, con gli scritti, con i versi: la lotta più dura è quella che si svolge nell'intimo delle coscienze, nelle suture più delicate dei sentimenti.»