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Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA  sono la figlia della "Cocca".

Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.

Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché  anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è  ancora comunità.  

. . . come minimo si risponde due volte altrimenti .....
. . . siamo a M@ sterchief. Sono anni che giri/ ate .....
. . . Velardi arriva buon ultimo.
Il primo fu il .....
Nulla obbligò a buttar giu il Conte 2, se non la .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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di Angela Baldoni
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Qualcuno mi sa dire perche' rincoglionire
viene considerato un inevitabile passaggio
alla fine del faticoso viaggio
vissuto da tutti con coraggio?
Il .....
tutta la zona:
piscina ex albergo
tutto in stato di abbandono

zona SAN GIULIANO TERME
vergogna
Donne dentro le fiabe

10/10/2022 - 17:17

 

C’era una volta una bambina senza madre e ne padre.

Viveva in un bosco oscuro.

Al limite del bosco nasceva un villaggio dove lei si recava per comprare dei fiammiferi a mezzo penny, per rivenderli ad un penny.

Quando andava bene poteva comprarsi un pezzo di pane raffermo, tornare nel  bosco e dormire con tutti gli abiti, miseri, che aveva indosso.

A tutti noi è stata raccontata la fiaba della “ Piccola fiammiferaia”.

Una fiaba triste, da un finale decisamente poco brillante, eppure ci parla tanto del mondo femminile quanto perde la propria creatività.

Quando il nutrimento per essa manca e viene a mancare.

La piccola vive con persone che non si curano di lei, dalle quali dovrebbe scappare.

Nelle sue piccole mani porta un inizio di qualsiasi possibilità creativa. Piccoli bastoncini di legno.

Si sente rassegnata alla vita perché la sua situazione psichica le concede poche scelte. Si è rassegnata al “ Suo posto nel mondo”.

Se i suoi istinti fossero intatti, ella andrebbe dritta verso ciò che ama, ma la piccola fiammiferai non conosce più il suo lato selvaggio, creativo e si congela, di lei resta solo un ombra.

Ha bisogno di persone vere che le offrano conforto.

Lasciata fuori al freddo tende a vivere di fantasia invece che di azione.

La fantasia diventa una potente anestetico che la lascia morire di fame.

Il calore dovrebbe essere l’obbiettivo principale della piccola fiammiferaia, ma lei questa parte di calore primordiale cerca di venderlo. Lascia il fiammifero senza calore.

Il calore ci cura, ci genera, ci porta vicini vicini.

Quando una donna è messa con le spalle al muro deve capovolgere la situazione. Dobbiamo portare le nostre idee, la, dove trovano sostegno, nutrimento. Bisogna ripulire il fiume.

Il fiume non arriva inquinato, siamo noi ad inquinarlo.

Il fiume non si prosciuga, siamo noi a prosciugarlo.

Rendiamolo libero di scorrere, facciamo in modo che arrivi tutto, senza censurare nulla.

Questa è vita creativa.

Per essere creativi dobbiamo spogliarci e diventare completamente folli, immaginare di sputare rubini dalla bocca mentre cavalchiamo un cane volante…

alla fine il fiume scorrerà e noi potremmo levarci abiti e vestiti per infagottarvi tutto quello che riusciremo a portare.

Se si fallisce?

Si riparte di nuovo e di nuovo.

Non torniamo per strada a vendere fiammiferi, non cediamo la nostra luce a poco prezzo.

Quando torniamo ad accendere i fiammiferi usiamo le nostre risorse per fantasticare invece che per agire.

Ogni fiammifero spento fa si che ogni fantasia si estingua e la piccola fiammiferaia che abita dentro ogni una di noi si ritrova nella neve ed al gelo.

E’ molto meglio guarire da qualcosa da cui si dipende che restare in attesa, desiderando e sperando di essere risollevate dalla morte.

C’è sempre un raggio di luce.

 

Silvia Cerretelli.

 

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11/10/2022 - 22:03

AUTORE:
Silvia

Cara Franca grazie per queste parole che toccano il cuore. Se ti ci specchi ne sono tanto felice, perché sento che Si. Si. Si è proprio così. Un abbraccio

11/10/2022 - 16:54

AUTORE:
Franca

Grazie. È come se questa storia tu l'avessi scritta per me. Ogni giorno cerco la maniera di scaldare "la piccola fiammeferaia" che sta dentro di me perchè possa godere della luce e diventare migliore.

11/10/2022 - 15:58

AUTORE:
silvia

Grazie Donna, per il tuo commento molto gradito.

11/10/2022 - 11:40

AUTORE:
Donna

Le fiabe per fortuna sono unisex perche' nella vita ci sono poche regine e pochi re...ma tanti troppoi principi e principesse che perdono le scommesse in quanto arrivano in ritardo alla stazione se non addirittura si scoraggiano in attesa che qualcuno di passaggio oppure la fortuna conceda la grazia e li accompagnino direttamente sulla luna!
Le fiabe, che erano state scritte per gli adulti ma poi se ne sono impossessate ragazzi e bambini, hanno sempre una morale o un insegnamento che, essendo universale, vale proprio per tutti...infatti le ritroviamo in tutte le culture perche' le ansie, i timori e le paure sono le stesse e le vittorie vengono concesse soltanto a chi ha voglia di crescere di studiare e di lavorare!