Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
C’era una volta una bambina senza madre e ne padre.
Viveva in un bosco oscuro.
Al limite del bosco nasceva un villaggio dove lei si recava per comprare dei fiammiferi a mezzo penny, per rivenderli ad un penny.
Quando andava bene poteva comprarsi un pezzo di pane raffermo, tornare nel bosco e dormire con tutti gli abiti, miseri, che aveva indosso.
A tutti noi è stata raccontata la fiaba della “ Piccola fiammiferaia”.
Una fiaba triste, da un finale decisamente poco brillante, eppure ci parla tanto del mondo femminile quanto perde la propria creatività.
Quando il nutrimento per essa manca e viene a mancare.
La piccola vive con persone che non si curano di lei, dalle quali dovrebbe scappare.
Nelle sue piccole mani porta un inizio di qualsiasi possibilità creativa. Piccoli bastoncini di legno.
Si sente rassegnata alla vita perché la sua situazione psichica le concede poche scelte. Si è rassegnata al “ Suo posto nel mondo”.
Se i suoi istinti fossero intatti, ella andrebbe dritta verso ciò che ama, ma la piccola fiammiferai non conosce più il suo lato selvaggio, creativo e si congela, di lei resta solo un ombra.
Ha bisogno di persone vere che le offrano conforto.
Lasciata fuori al freddo tende a vivere di fantasia invece che di azione.
La fantasia diventa una potente anestetico che la lascia morire di fame.
Il calore dovrebbe essere l’obbiettivo principale della piccola fiammiferaia, ma lei questa parte di calore primordiale cerca di venderlo. Lascia il fiammifero senza calore.
Il calore ci cura, ci genera, ci porta vicini vicini.
Quando una donna è messa con le spalle al muro deve capovolgere la situazione. Dobbiamo portare le nostre idee, la, dove trovano sostegno, nutrimento. Bisogna ripulire il fiume.
Il fiume non arriva inquinato, siamo noi ad inquinarlo.
Il fiume non si prosciuga, siamo noi a prosciugarlo.
Rendiamolo libero di scorrere, facciamo in modo che arrivi tutto, senza censurare nulla.
Questa è vita creativa.
Per essere creativi dobbiamo spogliarci e diventare completamente folli, immaginare di sputare rubini dalla bocca mentre cavalchiamo un cane volante…
alla fine il fiume scorrerà e noi potremmo levarci abiti e vestiti per infagottarvi tutto quello che riusciremo a portare.
Se si fallisce?
Si riparte di nuovo e di nuovo.
Non torniamo per strada a vendere fiammiferi, non cediamo la nostra luce a poco prezzo.
Quando torniamo ad accendere i fiammiferi usiamo le nostre risorse per fantasticare invece che per agire.
Ogni fiammifero spento fa si che ogni fantasia si estingua e la piccola fiammiferaia che abita dentro ogni una di noi si ritrova nella neve ed al gelo.
E’ molto meglio guarire da qualcosa da cui si dipende che restare in attesa, desiderando e sperando di essere risollevate dalla morte.
C’è sempre un raggio di luce.
Silvia Cerretelli.