Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante.
A SIGISMONDO MALAGUZZO
II ventesimo giorno di febbrajo
chiude oggi l’ anno,che da questi monti
che danno a' Toschi il vento di rovajo,
qui scesi, dove da diversi fonti
con eterno romor confondon l’ acque
la Turrite col Serchio fra duo ponti,
per custodir, come al signor mio piacque,
iI gregge grafagnin, che a lui ricorso
ebbe tosto ch'a Roma il Leon giacque:
che spaventato, e messo in fuga, e morso
l'aveva dianzi, e l’avria mal condotto,
se non venia dal ciel giusto soccorso.
Pietro Aretino (1547)
LA BATTAGLIA DI LUCCA
In più remota etade
vinte le ardite pugne
vide del Serchio la città reina
i figli tuoi guerrieri
di ferrati cimieri
gravi la fronte, e cinti il petto e il tergo
di lorica e d’usbergo,
cerri impugnati poderosi e duri,
lor pompe trionfali
in Marte simulato
scendere a celebrar sotto i suoi muri.
Baccio Dal Borgo (1842)
Come si vede il Serchio, o almeno le sue rive, sono state fin da tempi remoti teatro di guerre e di lotte, come si è visto scherzosamente fra nodichesi e metatesi.
Poi, dopo un secolo. vi è stata un’altra guerra senza poeti o cantori come scrisse l’Ammiraglio Gino Birindelli nel suo libro "Vita di Marinaio".
"... Al Serchio si era creata, in modo vero, profondo e sincero, quella banda di fratelli che costituiva un ideale dei giovani allievi dell'Accademia Navale ed essere uniti come consanguinei non era retorica, come non lo era il volere dare in ogni possibile modo tutto quello che si poteva ad un'Italia che amavamo sopra ogni cosa. La si creò quello "spirito del Serchio" che nessuno di noi ha mai potuto dimenticare…"