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Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative. 

E non c'è da cambiare idea. Dopo aver sostenuto la .....
. . . sul Foglio.
Secondo me hai letto l'intervista .....
L'intervista a Piazza Pulita è di 7 mesi fa, le parole .....
Vedi l'intervista di Matteo Renzi 7 mesi fa da Formigli .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Arabia Saudita
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Dalla pagina di Elena Giordano
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storie Vere :Matteo Grimaldi
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Indaco il colore del cielo
non parimenti dipinto
Sparsi qua e là
come ciuffi di velo
strani bioccoli di bambagia
che un delicato pennello
intinto .....
tutta la zona:
piscina ex albergo
tutto in stato di abbandono

zona SAN GIULIANO TERME
vergogna
Note recenti di Renzo Moschini
LE PROVINCE

21/10/2022 - 20:24

LE PROVINCE
note recenti di Renzo Moschini
 

Presentazione
In un momento di riforme, in cui è urgente porre l’attenzione anche sugli assetti istituzionali e amministrativi del nostri paese, si offrono come spunto di riflessione alcune note, scritte da Renzo Moschini negli ultimi mesi, sul tema delle Province per sollecitare un approfondimento che permetta di superare lo stato di stallo in cui oggi si trovano.
Le province quale ruolo hanno oggi? (3 ag 2021)
Recentemente il parlamento tornò ad occuparsi delle Province che da quando non sono più elettive contano quanto il 2 di briscola. Tanto è vero che qualcuno sembra
propose di abrogarle e chiudere così la partita. Altri più ragionevolmente ritennero fosse necessario anche in vista del rinnovo di oltre 1000 comuni entro l’anno rimettere mano alla questione essendo ormai chiaro che la decisione adottata a suo tempo fu poco responsabile (io a nome dell’UPI mi opposi nel partito e con la Rodano presidente della Provincia di Roma andando anche dal Presidente della Repubblica a chiedere che ci sostenesse) di cui hanno pagato il conto soprattutto i comuni ai quali è venuto a mancare quel concreto e indispensabile sostegno nel raccordare l’attività dei singoli enti.
Chi come me ha fatto il presidente della provincia sa bene che il suo impegno prevalente dovette allora dedicarlo a iniziative che riguardarono l’area del cuoio, della val di Cecina, della Versilia, di Larderello etc. insomma aree che richiedevano interventi e gestioni pianificate.
Insomma anche le risorse disponibili della provincia come dei comuni venivano utilizzate concordemente. Di tutto questo si sono perse anche le tracce.
Al riguardo consiglio a chi vuol raccapezzarsi
su un argomento dove abbiamo fatto errori gravi e preso solenni cantonate, di consultare tra il dire e il fare NOTIZIARIO DELL’ARCHIVIO OSVALDO PIACENTINI. Vi troverà anche negli anni nei quali sulle province era calata la tela politico istituzionale non pochi contributi e non soltanto miei a conferma che non tutti si erano dimenticati del problema che ora torna in ballo. E noi dobbiamo ballare e non ripetere gli errori del passato.
Le province devono tornare sulla scena con un nuovo ruolo (21 ag 2021)
Che la decisione di escludere le province dalle elezioni ne abbia penalizzato  seriamente anche il ruolo autonomistico nei confronti dei comuni e divenuto sempre più evidente e chiaro.
L’approssimarsi del rinnovo elettorale di oltre 1000 comuni previsto per ottobre ha contribuito a riproporre anche la questione delle province perché è emerso sempre più chiaramente che il loro ruolo storico aggregante e programmatorio era di fatto sparito.
Dopo anni di silenzio finalmente anche il Parlamento si è svegliato mettendo in programma la legge delega di riforma delle province per superare i limiti della loro azione e promuovere le autonomie elettorali
Sono stati stanziati 1150 milioni per 1921-23 per ponti e infrastrutture, sono state fatte 1000 assunzioni e sono previste anche revisioni del sistema elettorale. Su tutto questo ha espresso il suo consenso e apprezzamento il sottosegretario Scalfarotto.
In alcune regioni come la Liguria il Presidente Toti ha incontrato province e sindaci dicendo loro che serve un ente intermedio in grado di gestire i non pochi soldi in arrivo.
Anche in altre regioni sono state avviate consultazioni su specifici impegni.
Della  Toscana non ho notizie e sul sito della Unione delle Province italiane non trovato niente.
L’incontro che stiamo preparando per i primi di settembre potrebbe e dovrebbe  servire anche a questo.

Le province così non contano e non servono (9 sett 2021)
Ieri alla Leopolda abbiamo discusso del ruolo delle province; non eravamo molti ma abbiamo concordato  su un impegno politico-istituzionale non più rinviabile perché, prima di quello pandemico, un virus politico ha messo in crisi non solo le province ma anche i piccoli comuni e rischia di pregiudicare anche la rappresentatività del Parlamento se andranno avanti le normative in discussione.
Ieri però abbiamo registrato ancora una volta l’assenza o meglio la latitanza della regione i cui consiglieri e assessori evidentemente se ne infischiano di questi problemi. Si, perché dopo quanto ha deciso il parlamento  sulle province, una regione come la Liguria ha convocato province e sindaci per evidenziare la necessità di un nuovo ente intermedio non più sottratto a qualsiasi forma elettorale.  Pisa e la Toscana nel sito dell’UNIONE DELLE PROVINCE, a differenza della Liguria e altri territori,  sono totalmente assenti. Ecco perché ieri alla Leopolda abbiamo detto che in vista delle elezioni comunali del 3-4 ottobre dobbiamo riuscire a far promuovere a Pisa  qualche iniziativa che impegni comuni, provincia  e regione, a partire dai consiglieri regionali pisani, in qualche iniziativa pubblica. Tenendo conto, come ha sottolineato Stefano Maestrelli, ex Presidente del parco regionale Migliarino San Rossore Massaciuccoli che anche i piani e programmi del parco dipendono anche da questo coordinamento istituzionale dove ognuno non può fare ciò che vuole.
Spero che l’incontro di ieri ci consenta di riuscirsi.

 
Regione e Provincia: quando batteranno colpo? (10 sett 2021)
Su provincie e non solo si è finalmente tornati a discutere dopo le importanti decisioni del Parlamento volte a ridare un ruolo non marginale  a un ente intermedio di cui hanno urgente bisogno soprattutto i piccoli comuni, molti dei quali voteranno il 3-4 ottobre.
Come Gruppo di San Rossore ci siamo fatti carico di questa esigenza con un incontro pubblico alla Leopolda, esigenza che non sembra interessare però la nostra regione diversamente da altre che, come la Liguria, stanno coinvolgendo sia province che comuni.
Latitanza tanto più preoccupante per il ruolo che le istituzioni regionali e  locali devono svolgere sui problemi ambientali a partire da parchi e aree protette come a Pisa e in Toscana.
Chiaro? Resta confuso il ruolo delle autonomie locali (11 nov 2021)
Dopo essermi fatto una bella scorpacciata  di documenti sul ruolo delle autonomie e in particolare  sulla ‘estrema fragilità’ delle province che sono state considerate un ‘bersaglio’ più che un ente da recuperare al ruolo dei ente intermedio di cui c’è bisogno, stamani ho trovato l’ennesima conferma della confusione che resta anche a Pisa. Infatti Angori  che oggi       incontra in Provincia il Consiglio per rinnovarne gli organi non fa parola –ma non è una novità- su questi problemi. Che, devo ricordalo per l’ennesima volta,  riguardano la legge approvata tardivamente dal Parlamento che permette e richiede di mettere mano ad recupero di ruolo programmatorio delle province così da consentire ai comuni penalizzati dalla crisi delle province stesse, di poter tornare ad avvalersi di un contributo indispensabile e non soltanto finanziario.
Di tutto  questo, specialmente dopo l’assemblea nazionale dell’ANCI, non mi pare si possa evitare di tornare a discutere presto e bene.
Ho ascoltato stamani l’intervento di Draghi che ha confermato il suo impegno a sostegno delle istituzioni Stato, Regioni, Comuni. Una volta ricorrevano anche Province, oggi non più.
Insomma manca qualsiasi ‘approssimazione istituzionale e di rappresentazione elettorale’.
E non va assolutamente  bene. Pagano dazio le autonomie e il loro ruolo soprattutto a sostegno di nuove politiche ambientali.

 
Relazione sul ruolo delle autonomie (19 nov 2021)
Con Massimiliano Angori, sindaco di Vecchiano e presidente della Provincia di Pisa, stiamo preparando una iniziativa in cui discuteremo del ruolo delle autonomie, oggi confuso e inadeguato. In particolare la situazione è allarmante per le province, ma questo si riflette inevitabilmente anche su comuni e regioni, che registrano per quelle speciali una eccessiva autonomia e quelle ordinarie un appiattimento troppo marcato.
Le province, come è ormai noto, con il loro ridimensionamento delle competenze e non essendo più neppure elettive sono state penalizzate con riflessi negativi anche sui comuni, in particolare su quelli di piccole e medie dimensioni, e sulle stesse regioni. Occorre quindi rimediare e fare assolutamente e presto.
Di questo discuteremo, quindi non solo con i consiglieri provinciali ma anche con sindaci e consiglieri regionali, aprendo il dibattito a tutta la cittadinanza.
Cercate di non mancare.
In Toscana chi combatte e come i reati contro l’ambiente? (12 dic 2021)
Pochi giorni fa abbiamo avuto notizia top che ‘per i reati ambientali la Toscana è prima tra le Regioni del Centro-Nord: sversamenti inquinanti, incendi dolosi, bracconaggio’.
Ma si tratta più che di una notizia di una conferma perché da molto tempo sappiamo che, a partire dai nostri parchi e dalle aree protette toscane, tutti i territori sono compromessi e inguaiati da questi reati a cui hanno concorso e concorrono le Amministrazioni Comunali impegnati nella gestione di quelle aree che si sono giustificati quasi sempre dicendo che ‘dovevano’ farlo nell’interesse  delle loro comunità.
Questo rende ancor più contraddittorio il comportamento e impegno politico istituzionale delle nostre Province che pur essendo state espropriate delle loro competenze elettive e contando oggi quanto il 2 di briscola e facendo poco nulla per avvalersi di una recente legge che offre finalmente qualche possibilità di recupero è di fatto ignorata. Ma anche la Regione non brilla per il suo comportamento.
Basta guardale al dibattito in corso  Pisa, ma anche a Livorno, per il rinnovo dei consigli provinciali nel quale di tutto questo non c’è traccia.
Se per le ecomafie, con 2000 reati, la Toscana ha la maglia Nera. Ma anche per come propone e discute le sue leggi non ha davvero la maglia Rosa.
Ho ricevuto non molti giorni fa inviti a partecipare a una discussione  di  un una legge regionale sui parchi. Ho chiesto ai promotori di cosa si trattava. Mi hanno detto che era solo un modifica di quella vecchia. Ma in cosa consiste non lo so ancora sebbene insieme ad alcuni colleghi lo abbia chiesto alla assessora reginale ai parchi, ai consiglieri regionali eletti a Pisa. Nessuno finora ha risposto….. Il segreto resta!!!
Le Province tornano sulla scena (20 dic 2021)
In coincidenza con la pubblicazione dei nostri contributi su ambiente e istituzioni, sulla  stampa di oggi apprendiamo che in Toscana le votazioni per il rinnovo dei consigli provinciali hanno premiato le forze politiche che all’ente intermedio, ridotto ormai al lumicino, stanno cercando, sia pure con fatica di rilanciarlo.
Insomma avevamo visto giusto nel riproporre anche nei nostri contributi un tema sempre meno presente nel dibattito
Politico-Istituzionale. Parchi e aree protette: da dove e come ripartire (31dic 2021)                     
Il trentennale della legge quadro 394 sui parchi ha consentito e stimolato un ampio e diffuso interesse in tutto il paese per i parchi e le politiche ambientali, che presentano molte contraddizioni e situazioni confuse rispetto alla stessa legge. Da qui sarà bene ripartire con coraggio e determinazione per scongiurare nuovi danni, anche gravi, che andrebbero a sommarsi a quelli già collezionati negli anni passati.
Uno di questi aspetti è senz’altro quello delle aree contigue che in parecchi parchi nazionali e regionali si vorrebbero utilizzare per iniziative e interventi che con l’attività i compiti del parco non hanno nulla che fare come abbiamo avuto modo di dire riguardo al Parco di Migliarino San Rossore Massaciuccoli. Ma è così anche per il parco delle Apuane e molti altri. Insomma non avrebbe senso mettere mano al piano del parco senza la aree contigue. Come non ne ha far mancare ai parchi un impegno serio delle province – come avvenne per molti anni in passato - quando operammo come provincia per assicurare un impegno coordinato dei singoli comuni.
Va detto anche che le province  non riescono ad avvalersi di una recente legge che il Parlamento ha esaminato ricordandosi finalmente che non poteva continuare a far finta di niente. Ma anche il poco che è stato deciso, alle province sembra interessare punto.
Credo che questi due aspetti siano un buona e valida base di ripartenza che dovrà fare il punto anche sulle aree marine protette che cominciarono fin dall’inizio a perde i colpi e hanno continuato a perderne come le Secche della Meloria per restare nel nostro parco. Ma è così anche per il Mediterraneo alle prese con un inquinamento che sta penalizzando la pesca e non solo.
Anche i parchi montani Appenninici e Alpini sono alle prese con impianti per gli sci che hanno messo in crisi are cruciali delle Dolomiti.
Sono venute meno anche iniziative culturali con specifica attenzione alle aree protette come collane editoriali, biblioteche, centri studi che seppero mettere frutto competenze anche di importanti Università.
Insomma per ricominciare c’è solo l’imbarazzo della scelta.
 

 
La lettera di Sorrente del PSI sul ruolo della Provincia (10 genn 2022)
Dopo l’elezione di secondo grado,  che ha rinnovato i consigli provinciali, Carlo Sorrente  critica Pd - 5 Stelle – Sinistra che hanno vinto perché non coinvolgono anche il PSI.
Come è noto la province in Italia da anni non sono più elettive e contano quanto il 2 di briscola, chiunque le gestisca. Qui sta il problema a cui i partiti prima e non poi dovranno finalmente riuscire a dare una soluzione. Come mai finora, e non solo a Pisa, nessuno ha messo mano a iniziative comuni per discuterne avvalendosi  della recente legge che prevede possibili recuperi di competenze indispensabili per l’ente  intermedio.

L’assetto istituzionale  non è ancora quello giusto (23 ago 2022)
I recenti disastri ambientali e territoriali hanno avuto una portata pesantissima per comuni e regioni e le cifre lo confermano chiaramente.
Confermano anche l’urgenza che richiede un impegno politico – istituzionale che al momento però appare insufficiente.
Per mettersi in regola con le urgenze sopra  evidenziate ritengo sia indispensabile riprendere in considerazione anche il ruolo delle province. Ho visto che pochi giorni fa il Presidente della provincia di Pisa Massimiliano Angori ha rinnovato il suo capo gabinetto. Nell’occasione ha denunciato la perdita di molte aule scolastiche, creando non pochi problemi di non facile soluzione.
Ma la ricerca - tenendo conto anche della campagna elettorale in corso - deve accompagnarsi a  iniziative ‘provinciali’ che aiutino i comuni ad agire per evitare che troppi territori siano considerati adeguati a qualsiasi destinazione, come è già avvenuto in passato sul piano regionale dove persino le aree protette si sono visti affibbiare vincoli come aree per discariche di rifiuti.
In questo momento la raccolta di firme per contrastare interventi poco rispettosi dell’ambiente e tante altre iniziative stanno riproponendo temi globali che per poter assumere concretezza devono trovare localmente sostegno da parte delle province. Un sostegno in grado di raccordare i vari aspetti delle politiche ambientali che separati sono destinati a non incidere sulle gestione del territorio.
 
Insomma le province, e non solo in Toscana, dopo che il Parlamento, facendo seguito ad un silenzio prolungato, decise finalmente di intervenire, devono tornare a svolgere il ruolo che gli compete anche proprio sulla gestione del territorio. Ma le cose non sono cambiate.
Il che peserà anche sul voto
Ecco perché è urgente e doveroso provvedere.

 
La Provincia che fine ha fatto (14 ott 2022)
In questi giorni non mancano certo notizie politico-istituzionali anche imprevedibili  che confermano la sorprendente condizione di un Parlamento che poco ha a che fare con le precedenti esperienze storiche.
Ma stamattina io sono rimasto sorpreso da una notizia della cronaca cittadina relativa alla elezione del provincia di Pisa. Già nell’ultimo caso – come ebbi modo di commentare criticamente e polemicamente - del ruolo dell’ente intermedio (che anch’io a suo tempo avevo gestito) restava poco o niente, ma la cosa non preoccupò e interessò nessuno. Oggi si parla di scenari e il Presidente della Provincia è il rebus delle elezioni. Le ipotesi che si fanno sono varie a ripartire da Angori - da non molto sindaco di Vecchiano - che dovrebbe ‘velocemente’ convocare i comizi.
Mi chiedo, ma c’è qualcuno che si occupa delle istituzioni, del loro ruolo, dei programmi a cui finalmente mettere mano?
La recente sconfitta elettorale non basta per indurci  a cambiare?
Le Province hanno un futuro e quale (17 ott 2022)
Sulle  mie considerazioni critiche riguardo le elezioni della Provincia di Pisa registro due interventi contraddittori ai quali devo replicare per evitare che le cose si complichino ulteriormente quando è opportuno promuovere, dopo troppi silenzi, una iniziativa politico- istituzionale che coinvolga anche la Regione.
Che la decisione presa anni fa di eliminare la elezione dell’Ente intermedio, che personalmente contestai anche come rappresentante del partito nell’Unione delle Province Italiane andando con la presidente della provincia di Roma a protestare anche dal Presidente della Repubblica, ne avrebbe pesantemente penalizzato il ruolo non mi pare possano esserci dubbi. E mi pare altrettanto chiaro che non si possa continuare a far finta di niente ignorando che anche territori appartenenti a parchi e aree protetti sono diventati luoghi per discariche di rifiuti.
Si è detto anche che le province non hanno retto alla prova perché via via hanno visto calere i suoi elettori. Anche il parlamento recentemente ha visto calare e non poco i suoi elettori dovremmo scioglierlo? Ecco perché insisto, come mi ha consigliato qualcuno, visto che a me interessa il funzionamento delle istituzioni e non le poltrone.
Mi auguro perciò che finalmente, qualcuno specie dopo i recenti risultati elettorali, promuova iniziative dove discutere e decidere il da farsi.

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