Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante.
Nel volumetto che scrissi parecchio tempo fa e che riguardava tutte le poesie (o almeno tantissime) dove vi era la parola “Serchio”, ne inserii una scritta dal grande Poeta Pierpaolo Pasolini: “Le ceneri di Gramsci” che riporto oggi, giorno della sua tragica morte nel 1975:
[…]Sotto le sue palpebre chiuse Luni
all’addiaccio, e le trepide
città dove l’Appennino profuma
più umano nelle cesellate siepi,
tra i caldi arativi della Toscana,
o dove più selvaggio le vecchie pievi
assorbe nell’etrurio s’allontanano
sull’ala dei vergini, chiari
suoni serali. Ed essa si dipana,
la catena, nei solchi secolari
delle vene del Serchio, dell’Ombrone
e, dietro rudi imbuti e terrei fari
d’albore, il Tevere, nel polverone
appenninico, pagano ancora…
(1951)