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Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante. 

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per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Ripafratta, 12 luglio
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Bagno degli Americani di Tirrenia
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Molina di Quosa, 8 luglio
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Casciana Terme Lari-Pontedera, 12 luglio-3 agosto
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San Giuliano Terme, 30 giugno
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Alzarmi prestissimo al mattino
è un'adorabile scoperta senile
esco subito in giardino
e abbevero i fiori
Mi godo la piacevole
sensazione
del frescolino .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
di Umberto Minopoli (a cura di BB, red VdS)
Una marcia immorale: non c’è pace senza giustizia

5/11/2022 - 9:33

Una marcia immorale: non c’è pace senza giustizia

Umberto Minopoli sabato 5 Novembre 2022

 
Il G7 : “Russi interrompete subito l’aggressione”.

I manifestanti di Roma: “pace, si fermino le armi”. Sono appelli uguali e di pari significato? No.
Il primo appello pone la condizione unica perché le armi si fermino: che i russi si ritirino a casa loro, che si ripristini l’integrità dell’Ucraina, che la Russia lasci l’Ucraina occupata e che quest’ultima possa sedersi ad un negoziato senza l’umiliazione di avere un terzo del proprio territorio occupato da un esercito straniero. Questo non sarebbe pace, ma capitolazione. E, dunque, irrealizzabile.
Anche perché, sul campo, la Russia non sta vincendo la guerra. E, dunque, il “cessate il fuoco” senza il ritiro dei russi sarebbe la richiesta di una pace ingiusta. Sarebbe decretare la mutilazione dell’Ucraina e premiare la prepotenza di Putin.
Per questo il generico appello alla pace, per quanto nobile possa apparire, è sbagliato e ingiusto. E’, ancora, comprensibile come afflato di un Papa. Che è autorità morale e religiosa.
Ma Stati, governi e partiti politici hanno il dovere di indicare le condizioni reali, giuste e possibili di una pace in Ucraina: che termini l’aggressione e che si ripristini l’integrità dell’Ucraina, aggredita e occupata.
I politici che non dicono questo e che si trincerano, per sfilare, dietro le parole del Papa, vengono meno al loro dovere di uomini di Stato e non di religiosi. E strumentalizzano la specificità del messaggio morale del Papa, inquinandolo con l’ingiustizia politica: chiedere una pace che sancisca, nei fatti, la vittoria della Russia, della sua perversa aggressione imperialista consegnando, nei fatti, all’invasore una parte del territorio ucraino, conquistata con la violenza e l’imbroglio dell’annessione.

Se il Papa è giusto che parli di pace, la politica ha il dovere di parlare di pace “giusta”, cioè di ritiro dei russi.

Per questo alla manifestazione di Roma, inquinata dall’ingiustizia della richiesta della resa dell’Ucraina alla sua mutilazione, è immorale andarci.



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5/11/2022 - 12:59

AUTORE:
Lettore

Crescono i sondaggi che confermano che non solo da tempo il Pd non è più il primo partito del sistema, né il primo partito della maggioranza ma neppure il primo partito tra le opposizioni Una stagione sembra oramai finita
Altro che ritrovamento costituente con Art.1!
Un epitaffio da pietra tombale. Quel che resta, confuso e senza dignità, lascia Roma alla marcia finto pacifista convocata dal pupo di Putin. Persino i sanpietrini, con le loro pietre d'inciampo si vergogneranno per un tale tradimento dei valori umani.
Quando apprendemmo della cordiale pratica consociativa tra Buzzi e Carminati, benedetta dai teorici del sistema Roma, qualcuno degli osservatori più attenti comprese l'orrore della deriva futura. Ma che la Roma di Porta San Paolo venisse abbandonata nelle mani di un gruppo di pugliesi della Sacra Corona Unita era troppo anche per la più fervida delle immaginazioni.
Ripartiamo da Milano e lasciamo che i morti sotterrino i morti.