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Evento davvero memorabile a san Giuliano Terme il 25 luglio a partire dalle ore 18, all'interno del Fuori Festival di Montepisano Art Festival 2024, manifestazione che coinvolge i Comuni del Lungomonte pisano, da Buti a Vecchiano."L'idea è nata a partire dalla pubblicazione da parte di MdS Editore di uno straordinario volume su Puccini - spiega Sandro Petri, presidente dell'Associazione La Voce del Serchio - scritto  da un importante interprete delle sue opere, Delfo Menicucci, tenore famoso in tutto il mondo, studioso di tecnica vocale e tante altre cose. 

Che c'entra l'elenco del telefono che hai fatto, con .....
Le mutande al mondo non le metti ne tu e neppure Di .....
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È la cultura garantista di questo paese. Basta vedere .....
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Di Edoardo Fanucci
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Di Antonio Campo
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Da un'intervista a Maria Elena Boschi
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APOCALISSE NOKIA di Antonio Campo
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Il mare
con le sue fluttuazioni e il suo andirivieni
è una parvenza della vita
Un'arte fatta di arrivi di partenze
di ritorni di assenze
di presenze
Uno .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
di Pietro Ichino, già senatore PD. (a cura di Bruno Baglini, red VdS)
Come si costruisce la pace? Con la società aperta

7/11/2022 - 11:05

Come si costruisce la pace? Con la società aperta

Pietro Ichino domenica 6 Novembre 2022


“Bene che gli ucraini ricevano le armi di cui necessitano per respingere l’invasore, basta che sul pacco il nome del mittente non sia il mio” – La sola garanzia della pace è il modello liberal-democratico della società aperta
 
Da un sondaggio dell’Università di Siena emerge che la stragrande maggioranza degli italiani ritiene che la responsabilità della guerra sia dell’invasore russo e si sente solidale con gli ucraini, riconoscendo loro il pieno diritto di difendersi.

Emerge però che una maggioranza quasi altrettanto netta sia contraria a che l’Italia fornisca armi agli ucraini; però questa maggioranza diventa minoranza se a consegnare le armi è la UE, e si assottiglia ancora di più per se a farlo è la Nato: istituzioni sovranazionali entrambe delle quali l’Italia è membro fondatore. In altre parole: bene che gli ucraini abbiano le armi di cui necessitano per respingere l’invasore, “basta che sul pacco il nome del mittente non sia il mio”.
Il risultato di questo sondaggio non soltanto mette in evidenza le contraddizioni della nostra opinione pubblica, che sono peraltro le stesse di tanta parte dell’opinione pubblica europeo-continentale, ma aiuta anche a spiegare molte cose riguardo ai rapporti dell’Italia e della UE con gli USA e la Gran Bretagna.

A spiegare, in particolare, perché l’Europa continentale, a differenza degli USA e della Gran Bretagna, ha preferito chiudere gli occhi per un intero quindicennio sulla progettazione, concreta preparazione e progressiva attuazione da parte di Vladimir Putin del piano di “riconquista” dell’Ucraina, oltre che di una decina di altri Paesi confinanti con la Russia.
Sono usciti proprio in questi giorni due libri illuminanti: uno di Vittorio Emanuele Parsi (Il posto della guerra e il costo della libertà, Bompiani, pp. 216,  € 17: la citazione in apertura di questo articolo è tratta dalle pp. 201-202) e uno di Alessandro Maran (Nello specchio dell’Ucraina, Nuova dimensione,  pp. 154, € 16) che spiegano con una chiarezza straordinaria non solo che cosa realmente è accaduto tra Russia e Ucraina nell’ultimo quindicennio, ma anche come è potuto accadere che l’Europa si sia lasciata cogliere totalmente di sorpresa dall’aggressione avviata il 24 febbraio. E aiuta tutti noi a capire perché oggi, come già nel 1938-40, il solo modo serio di costruire e difendere la pace sia costruire e difendere il modello liberal-democratico della società aperta a cui con tutte le loro forze gli ucraini tendono e che Vladimir Putin aborre.


Pietro Ichino


Già senatore del Partito democratico e membro della Commissione Lavoro, fa parte della presidenza di Libertàeguale. Ordinario di Diritto del lavoro all’Università statale di Milano, già dirigente sindacale della Cgil, ha diretto la Rivista italiana di diritto del lavoro e collabora con il Corriere della Sera. Twitter: @PietroIchino







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