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Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante. 

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per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Domenica 7 Luglio mercatino di Antiqua a San Giuliano T
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Ripafratta, 12 luglio
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Bagno degli Americani di Tirrenia
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Molina di Quosa, 8 luglio
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Casciana Terme Lari-Pontedera, 12 luglio-3 agosto
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Alzarmi prestissimo al mattino
è un'adorabile scoperta senile
esco subito in giardino
e abbevero i fiori
Mi godo la piacevole
sensazione
del frescolino .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
di Umberto Mosso (a cura di BB, red VdS)
CHIEDERE PACE NON BASTA PER AVERLA

7/11/2022 - 19:21

Se c’è un paese aggressore e uno aggredito che cosa altro può essere la pace se non che l’aggressore torni nei suoi confini? Questo dice il diritto internazionale, ma soprattutto il senso di giustizia e la volontà di non premiare la prepotenza di chi, ritenendosi più forte, pensa di poter disporre della vita e della terra degli altri, qualunque sia il motivo. Non abbiamo scritto in Costituzione che ripudiamo la guerra come mezzo per risolvere le controversie internazionali? O solo quelle pretestuose di Putin giustificherebbero i suoi massacri?Qualcuno sostiene che costringere, anche con la forza, l’esercito russo a tornare a casa sarebbe troppo umiliante per Putin.

Quanto un pensiero del genere sia ignobile non dovrebbe neanche essere spiegato a una persona civile.E’ sorprendente che alcuni, sedicenti, pacifisti, che si compiacciono a parole del loro puro idealismo, in realtà ragionino come il più vecchio e incallito super realista, mostrando un cinismo che supera ogni senso di umanità per le vittime di crimini di guerra paragonabili a quelli nazisti, che hanno gli unici più recenti precedenti, sottovalutati in occidente, negli interventi della Russia in Cecenia, Georgia e Siria. E si faccia finta di non capire perché gli Stati dell’ex impero sovietico, che ne hanno subito la durezza per oltre 40 anni, abbiano chiesto di entrare nella Nato. Se c’è stato un cane che abbaiava era il proverbiale amico dell’uomo che ci avvertiva del pericolo incombente. Così i paladini della pace eterna per i popoli aggrediti convergono sulla stessa lunghezza d’onda politica della potenza che aggredisce. Ne accettano le ragioni e le validano rendendosene complici.Il terreno d’incontro è il comune disprezzo per le democrazie liberali dell’occidente. Sistemi economico - sociali assai imperfetti, ma che più e meglio di altri non solo hanno garantito lo sviluppo delle libertà, dei diritti civili e una maggiore diffusione del benessere economico, ma hanno dimostrato una maggiore e più certa capacità di riformarsi. Come dimostrano i fallimenti dei tentativi di riforma del socialismo realizzato, da Dubcek a Gorbachev.

Ci si riempie la bocca citando “povertà e disuguaglianze” nelle democrazie liberali. Qui abbiamo gli strumenti per combatterle, anche in modo aspro e duro. Viceversa nel vagheggiare il “nuovo ordine mondiale”, che porta alcuni a vedere Putin come un modello di resistenza da appoggiare contro il nemico comune, il capitalismo e il liberalismo, la povertà e le disuguaglianze sono elevate all’ennesima potenza. Con l’aggiunta di un autoritarismo e di una repressione del dissenso senza pari. Basti dire che il nucleo fondante di quel nuovo ordine mondiale sarebbe rappresentato da Russia, Bielorussia, Cina, Corea del Nord e Iran.

Brasile, India e Sud Africa defilati rispetto alla guerra di Putin.

L’Ucraina è la cavia scelta da Putin per saggiare la capacità delle democrazie liberali di contrastare il suo disegno espansionistico. La carica nefasta che lo guida più che la terra da conquistare è l’anima democratica da sopprimere. E in questa lotta infernale Putin cerca alleati nella parte di opinione pubblica occidentale insoddisfatta del sistema democratico. E alla parte che non lo è viene riservata una razione abbondante di terrorismo guerrafondaio, che i finti pacifisti fanno balenare come la ragione di una pace ipotetica, ingiusta e ipocrita, che si realizzerebbe cedendo in cambio la libertà del popolo ucraino.

Chiedere il disarmo dell’aggredito senza pretendere il contemporaneo ritiro dell’aggressore sarebbe un risultato molto conveniente per Putin. Altro che equidistanzaSi parla di ripresa della diplomazia. E’ giusto farlo. La parte onesta del mondo pacifista si batte per questo.

Non ho remore ad appoggiare, insieme al sostegno anche armato all’Ucraina, un rilancio dell’iniziativa diplomatica. Andrea Riccardi, di Sant’Egidio, forse il riferimento più serio del mondo pacifista, precisa questo impegno chiedendo un ruolo forte dell’UE per l’apertura di un dialogo di pace. Faccio notare che questa è la stessa richiesta avanzata da Matteo Renzi già all’indomani dell’attacco russo, e ribadita più volte in seguito, quando propose che l’UE nominasse subito un prestigioso ed esperto alto rappresentante ufficiale dell’Europa, nelle persone di Angela Merkel o Tony Blair, col compito di promuovere l’avvio di una seria trattativa di pace.

C’è poco altro da aggiungere, ma sul perché non si sia fatto c’è molto da riflettere.

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