Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante.
Il PD non è un PCI post guerra fredda
Sono stata componente dell'Assemblea costituente del PD.Ho creduto nel progetto dell'incontro dei due riformismi italiani, quello comunista/socialista e quello cattolico/popolare.
Arrivo dal PCI a cui mi sono iscritta a 19anni e dove ho militato con convinzione in una prospettiva che per me è sempre stata quella della socialdemocrazia europea. Per me il PD poteva essere la soluzione italiana alla socialdemocrazia, il superamento di storiche divisioni nel movimento riformista per la costruzione di un modello per il futuro.
Le delusioni cominciano presto, fatto fuori Veltroni, fatto fuori Prodi cominciano ad arrivare le correnti l'un contro l'altra armate.Il resto è cronaca.
Da dove nasce questa idea ridicola che il PD deve essere la guida di una nuova sinistra sinistra, massimalista, non governativa, radicale?
Legioni di leoni da tastiera sui social sono ebbri di passato, di sicurezze da guerra fredda.
Persino gli ex democristiani/popolari si ritrovano alleati di una sinistra a tutto tondo, senza dubbi, senza gradualità senza il realismo del governare. Non so cosa succede francamente, mi sembra che tutti congiurino per uccidere un'idea, quella della sinistra italiana possibile, moderata e riformista, forte della capacità del buon governo e capace di fascinazione collettiva.