Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
A noi donne, per non essere più vittime.
In ogni singolo essere umano si trovano altri esseri, con i loro valori, motivi e strumenti.
All’interno della psiche esiste un aspetto innato contra naturam. La forza “contro natura”.
Essa si oppone allo sviluppo dell’armonia.
È un antagonista desideroso e sanguinario che si oppone in noi e anche con il miglior nutrimento affettivo, l’unico suo compito è quello di distruggere e trasformare strade in senza via di uscita.
Questo predatore si presenta nei sogni delle donne. Erompe nei piani più ricchi di sentimento e separa la donna dalla sua natura intuitiva. Lascia la donna indebolita con una sensazione di fragilità che pare paralizzare i suoi piedi.
Barbablù ne è una favola esemplare.
La favola di Barbablù riguarda l’uomo nero che abita in ogni donna, il predatore innato.
Per fermare il predatore della psiche, bisogna che le donne restino in possesso di tutti i suoi poteri istintuali come, l’introspezione, l’intuito, l’amore tenace, l’udito sottile, la lungimiranza, attingere ai propri fuochi creativi, perché lo scopo di Barbablù non è quello di potenziare la luce delle forze femminili, ma quello di spegnere la luce della loro psiche.
E’ possibile evitare tutto questo?
All’inizio della vita il punto di vista femminile è molto ingenuo e questo fa sì che ci mettiamo in situazioni molto confuse. Siamo vulnerabili alla vita e alla vista di quanto è palese.
Come nel mondo animale, impariamo a riconoscere il predatore dagli occhi di nostra madre e di nostro padre. Senza questa amorevole guida noi donne saremo presto vittime.
Quando una lupa lascia i suoi piccoli per andare a caccia, questi cercano di seguirla fuori dalla tana, lei ringhia rimandandoli indietro. La madre sa che i piccoli ancora non sono in grado di riconoscere e di soppesare le altre creature. Lo apprenderanno con il tempo con dolcezza ma anche con durezza.
Le donne hanno bisogno di un’iniziazione simile ai lupetti che insegni loro che il mondo la fuori non presenta sempre luoghi spensierati, ma le donne non ricevono neanche una parvenza di quell’insegnamento ed è per questo che cadono vittime, non sanno distinguere se l’altro ha un buon odore oppure ha zanne o artigli.
Questo perché ogni donna vuole che tutto sia bello. E perché no? Ma se tutto questo si combina con l’ingenuità, essa non ci rende appagate, ma fa di noi cibo per il predatore.
Alle donne, fin da bambine viene insegnato ad “essere graziose”. Questo addestramento fa sì che la barba di Barbablù non sia “così” poi tanto blu.
Questo precoce addestramento a presentarsi carine, fa sì che la donna calpesti le sue intuizioni. Così si insegna a sottomettersi al predatore.
Una donna ingenua accetta di non sapere.
Le donne con istinti danneggiati, continuano a volgersi come i fiori, verso qualunque sole venga offerto.
E’ facile adescarla con promesse di amore eterno, o di sesso sfrenato.
Barbablù proibisce alla giovane donna di usare quella chiave, che la porterebbe alla consapevolezza.
Proibire ad una donna di usare la chiave della consapevolezza di sé, è privarla della sua natura istintiva, del suo naturale istinto alla curiosità che le fa scoprire “quello che c’è sotto”
Senza questo la donna è scoperta.
La natura Selvaggia della donna insegna loro a non essere carine quando si tratta di proteggere la propria anima.
Quando la vita dell’anima è minacciata non bisogna solo tirare una riga, è indispensabile.
Ed è questa la medicina, che fa sì che la chiave smetta di sanguinare.
Silvia Cerretelli
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