Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Il Presidente Meloni ha iniziato il suo cammino con la premessa di un lungo manifesto programmatico necessariamente fatto di intenzioni che poi dovranno essere messe alla prova dei fatti per essere realizzate. I commenti sono stati diversi ma tutti vi hanno trovato elementi sia positivi che negativi che saranno valutati nei prossimi mesi quando il governo passerà alla fase operativa. Almeno sei, per far passare l’iniziale luna di miele, tipica di tutti i governi, in cui i primi provvedimenti sono per dare un contentino ai propri elettori.
La prima manovra infatti, vista la situazione economica del paese, è per il 70% essenzialmente Draghi e per il 30% una carotina per gli elettori di destra, con qualche timido segnale di un possibile cambiamento futuro come la modifica sostanziale del Reddito di Cittadinanza rimandata al 2024. Il tutto condito con qualche sparata di ministri piuttosto inadeguati sul valore dei vaccini per la pandemia e sulla santità del matrimonio da premiare con 20.000 euro.
Fra gli aspetti positivi uno piccolo piccolo ma significativo è che fortunatamente non avremo una Presidentessa del Consiglio ma una signora Presidente. Credo che questa assurda tendenza a femminilizzare molte cariche sia una cretinata per dimostrare (agli altri, ognuno dentro di sé rimane quello che era prima) di essere aperto e non vittima di presupposti di genere. A me “assessora” fa cacare (scusate il termine ma è per dimostrare come io sia aperto a nuove forme di linguaggio più consono alla civiltà moderna!).
Così ci apprestiamo ad una fase nuova nella confusionaria politica italiana, una nuova faccia, un nuovo governo, un nuovo programma, nuove intenzioni per rilanciare l’Italia. Anche un nuovo Parlamento con una riduzione significativa delle poltrone, una riduzione peraltro frettolosa e non perfettamente compensata da altri provvedimenti integrativi per mantenere la cosa costituzionalmente equilibrata. Se il motivo della riduzione dei parlamentari era quello di ridurre i costi della politica diciamo che l’obbiettivo è completamente fallito. La previsione di spesa per il Parlamento è rimasta pressoché invariata a circa 943 milioni di euro con un risparmio rispetto al bimestre precedente di solo di 57 milioni di euro/annuo corrispondente allo 0,007% del totale. Una inezia perché se alcune spese sono diminuite altre sono rimaste inveriate o aumentate mentre il rapporto parlamentare/prolazione è passata da 1 a 96.000 abitanti a uno a 151.000.
Se poi diamo un’occhiata ai nuovi eletti e ci soffermiamo sulle professioni e sui titoli di studio ci rendiamo subito conto che come al solito la maggioranza di parlamentari hanno titoli di studio importanti, appartengano tutti alle classi più abbienti, alla classe sociale benestante del paese. Gli avvocati si aggiudicano il primo posto con 121parlamentari, poi ci sono i politici di professione con 91, poi imprenditori, dirigenti di azienda, giornalisti, medici. Nella parte inferiore della lista troviamo 7 pensionati, 2 disoccupati, uno studente, un metrologo, un igienista dentale e altri in piccolissime cifre. Non siamo riusciti a trovare un operario e un agricoltore, presenti invece nella passata legislatura, ma forse la riduzione del numero dei parlamentari ha tagliato proprio queste figure in apparenza minori.
Questa composizione del Parlamento credo vada considerata una grave disparità rappresentativa perché è difficile che un medico o un avvocato si possano rendere perfettamente conto delle problematiche orto-frutticole o di una piccola fabbrica tessile. Oppure in maniera sufficientemente consapevole delle condizioni reali in cui vivono molte famiglie in difficoltà economiche e sociali.
Ritengo che un sistema proporzionale potrebbe essere quello più adatto per configurare una più equa distribuzione di seggi rappresentanti le varie categorie per evitare che chi ha più potere economico abbia anche il maggior numero di rappresentanti in Parlamento. Rappresentanti di categoria che potrebbero in qualche modo, in via ipotetica ma anche reale, consapevolmente o meno, favorire la propria classe di appartenenza trascurandone altre.
Poi ‘è il problema, nuovo, della meritocrazia che mal si concilia con la lotta alla concorrenza e l’atteggiamento ostile verso le liberalizzazioni. Un problema che il nuovo Presidente dovrà primo o poi affrontare. Basta pensare al settore dei taxi dove corporazioni affiatate e potenti, titolari storici di licenze pubbliche ostacolano con forza (anche elettorale) il rilascio di nuove concessioni pur mantenendo un servizio a detta di tutti inefficiente e con numeri rispetto l’utenza molto inferiori alle medie europee. O per la insidiosa legge Bolkenstein dove il suo “Non ci tireremo indietro nel fare scelte che non dovessero essere capite nell’immediato da alcuni cittadini perché il coraggio non ci difetta” si scontra col mancato coraggio della sua applicazione. Un coraggio del resto mancato a tutti i governi precedenti ma che ora si trova sul tavolo del Presidente per essere finalmente e definitivamente affrontato. E non è da poco perché pezzi pregiatissimi di Stato sono stati da tempo consegnati per pochi soldi a operatori privati che vi guadagnano milioni con forti dubbi di evasione fiscale e senza la possibilità di assegnarli al miglior offerente. Il problema, non da poco, sarà riuscire a tutelare i concessionari attuali ma nello stesso tempo riuscire ad ottenere un giusto ritorno economico per le casse dello Stato.
La conseguenza di un paese come il nostro è che un giovane che oggi volesse fare impresa in Italia trova da noi ostacoli più che in ogni altro paese europeo a causa delle corporazioni medievali sempre strenuamente difese dal partito del nuovo Presidente del Consiglio.
E con tassisti, balneari e ambulanti dobbiamo per forza mettere anche i piccoli evasori subito premiati ad uno dei primi CDM, per farli stare tranquilli e accusare di evasione le grandi multinazionale. Che esiste, naturalmente, ma da noi il principale problema evasione è soprattutto rappresentato dalla somma di milioni di piccole micro evasioni, un furto non da poco allo stato perché come suole ripetere il dottor Tabucchi di Vecchiano: è la somma che fa il totale.
Chiamiamola pure meritocrazia l’allentamento della guardia sulla piccola evasione fiscale ma il paese, d’accordo con la Meloni che è collocato al punto più basso per crescita economica in Europa, ha difficoltà a crescere soprattutto per il mantenimento di vecchie corporazioni, castelli impermeabili e ben difesi, in uno stato che non incentiva i cittadini a comportamenti virtuosi e che più che il merito è la clientela politica ad essere determinante.
Un’ evasione fiscale ancora non affrontata con la dovuta decisione sia con la salita del contante a 5.000 euro che con l’allentamento della spinta all’uso dei pagamenti tracciabili (non più multe a chi non accetta la carta fino a 30 euro) che ci porta ad essere in fondo ai paesi europei per uso delle carte, avanti solo a Bulgaria e Romania.
Quindi per ora siamo alla salita del contante e alle assicurazioni per gli abusivi, i privilegiati, gli evasori e i miracolati delle concessioni pubbliche con un occhio nuovo salviniano nei confronti degli immigrati. A quando il primo condono serio, dopo il primo assaggio delle vecchie bollette da 1000 e 3000 euro?