Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Dopo settimane in cui eravamo tutti in attesa di cosa ci avrebbe portato di novità questo nuovo governo, un governo francamente di destra come non ne avevamo mai conosciuto in tempi recenti e guidato, per la prima volta nella nostra storia repubblicana, da una donna. Per la donna non possiamo che essere tutti soddisfatti, per il governo invece abbiamo forti dubbi e giudicheremo in seguito.
Si trattava solo di aspettare per vedere se cambiava qualcosa, possibilmente in meglio. Finalmente, nei giorni scorsi, un piccolo segnale di novità l’abbiamo avuto, piccolo certo ma piuttosto significativo, che si è verificato in quel di Genova. Un episodio minore, certamente limitato, ma che serve a rendere bene l’idea del clima di aspettative che si è creato in tutto il paese con la nascita di questo nuovo governo di destra se ci si dovesse basare sui programmi presentati durante la campagna elettorale.
Il fatto è abbastanza noto ed è la frase “Finalmente la pacchia è finita” che un tassista genovese ha rivolto a Silvia Salsi, vicepresidente vicaria del Coni, che poi lo ha reso noto su Instagram considerandolo un segnale importante del nuovo corso. La donna in sostanza voleva pagare la corsa di 32 euro con il bancomat ma il tassista si è rifiutato e alle sue proteste ha alzato la voce e dato in escandescenze all’indirizzo della incauta cliente che preferiva non usare il contante.
È il segnale di quel cambiamento di rotta auspicato da una grande parte della popolazione, ignorante ed in errore, e che per questo ha votato a destra, che pensa che senza il rispetto delle regole si viva meglio e la civiltà e il paese facciano passi avanti. Liberare finalmente le energie, come proclamato da questo nuovo governo, affinché un paese come il nostro, prigioniero dei tanti lacci burocratici, spicchi finalmente il volo per la gioia e il benessere di tutti.
Ora che spicchi veramente il volo con queste intenzioni ho i miei dubbi e che la gioia sia proprio di tutti ancora meno. Al momento sembra che la gioia maggiore sia appannaggio dei furbastri, quelli che plaudono alla salita del contante a 5.000 euro, ai vantaggi fiscali delle partite IVA fino a 85.000 euro, a chi assume al nero con paghe di fame, a chi si vede condonate le cartelle, a chi guadagna in Borsa (ultimo provvedimento che conferma le intenzioni), ai detentori dei pos che possono tenerlo nel cassetto e negarlo a chi lo chiede senza incorrere in sanzioni
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“contanti, dottoressa Kaili, solo contanti, non è che così la metto in difficolta? No, no, tranquillo, non ho problemi col cash!”
A proposito pare che i famigerati e irriducibili no-vax visto che la Corte Costituzionale ha decretato la assolata e benemerita legittimità del vaccino ponendo definitivamente fine alla questione ora si sono orientati verso un no-pos per confermare definitivamente la loro totale imbecillità.
Le carte di credito e quelle di debito sono diventate ora le nuove nemiche del popolo: strumenti diabolici tramite cui le banche controllate dalle “dinastie dell’élite finanziaria transazionale del nuovo ordine mondiale” controllano la popolazione e affamano gli onesti commercianti e gli onesti tassisti che ogni giorno si vedono prosciugare gli esigui guadagni dalle spaventose commissioni, ma soprattutto sono costretti a un odioso tracciamento che impedisce loro di non emettere ricevute fiscali.
Quelli che invece godono meno sono i cittadini comuni, quelli che ogni giorno devono fare i conti con la spesa per il pranzo e la cena, con le bollette del gas e dell’energia elettrica, quelli che hanno figli che ancora studiano o vanno alle scuole d’infanzia, quelli che aspettano mesi per un controllo radiologico o una ecografia, quelli che quando vanno al Pronto Soccorso per qualche malanno avvertono prima a casa di non preoccuparsi che il loro ritardo non sarà dovuto in proporzione alla gravità della loro malattia.
Perché se guardiamo le cifre anche senza entrare nel merito vediamo che le entrate dello Stato derivate dalle tasse che i cittadini versano (praticamente lavoratori dipendenti e pensionati, non molto altre categorie che si limitano solo ad utilizzare i benefici del welfare pagato da altri) servono solo a pareggiare i conti per salute e previdenza.
Se invece vogliamo delle cifre possiamo utilizzare quelle del Centro studi da cui emerge che il gettito fiscale (si riferisce al 2021, redditi 2020) pari a circa 278 miliardi di euro viene completamente assorbito dalle spese per il welfare: 122,72 miliardi per la spesa sanitaria, 144,76 per assistenza sociale e altri 11,3 per il welfare degli enti locali tanto che il presidente Alberto Brambilla conferma:
"Negli ultimi 13 anni i redditi dichiarati sono cresciuti meno dell’inflazione ed enormemente meno della spesa pubblica e, in particolare, di quella assistenziale aumentata del 98% e arrivata a toccare già nel 2020 un valore pericolosamente vicino a quello del gettito dell’IRPEF ordinaria. Bastano questi pochi dati per capire come si sia davanti a un onere molto gravoso da sostenere".
Se ne deduce che oltre le fasce di popolazione che non ne hanno la capacità finanziaria, una grande massa di persone e famiglie in drammatico aumento, c’è una moltitudine di contribuenti che non pagano le tasse dovute, evadono o eludono il fisco tanto che la scarsità di contributi che arrivano nelle casse statali ogni anno stona fortemente rispetto alla ricchezza nazionale, alla quantità di risparmio depositato nelle banche e in beni rifugio e alla posizione del paese fra le principali potenze economiche europee, dietro solo a Francia e Germania.
Servirebbe una stretta ben decisa sulla enorme evasione fiscale nel nostro paese perché se il gettito attuale serve solamente a coprire le spese attuali per sanità e previdenza non resta niente da impiegare nei settori più in difficoltà come proprio quella sanità pubblica da cui i medici fuggono perché mal pagati, oberati di lavoro e sempre più spesso oggetto di aggressioni da parte di pazienti insoddisfatti.
Una partenza pessima del nuovo governo, peggiorata dalle nuove proposte in fatto di Giustizia con il primo provvedimento (votato anche dal Terzo Polo di Renzi e Calenda a dimostrazione di quanto le vicende personali possano influenzare quelle politiche che valgono per tutti) sull’emendamento che reinserisce i benefici carcerari, aboliti dalla Spazzacorrotti, per i reati dei colletti bianchi come corruzione, concussione e peculato. Un pessimo segnale che si unisce alla stretta sulle intercettazioni che a detta dei magistrati antimafia sarà un ottimo servizio alle varie organizzazioni criminali del paese.
Se vogliamo, come dice De Andrè, trovare un fiore che nasce dal letame una sola cosa: finalmente l’idea di dare seguito alla direttiva 104 del 2017 che vietava l’uso del telefonino durante l’orario scolastico.