Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
GOVERNO MELONI, IN ROTTA DI COLLISIONE CON L’EUROPA.
Siamo alle prese con una manovra finanziaria confusa, contraddittoria, ingiusta, cedevole ai soliti furbi, frutto di bassi compromessi di una maggioranza divisa e rissosa, zeppa di annunci ad effetto, poi obbligatoriamente corretti. Perfino tecnicamente sbagliata al punto di produrre ulteriori ritardi per i numerosi ricalcoli dei conti. Né vale la scusa del poco tempo a disposizione, dato che la destra, con la complicità del M5S, si è assunta la responsabilità di far cadere il governo Draghi provocando consapevolmente il ritardo attuale.
Ma il giudizio negativo va al di là dei contenuti specifici del documento di bilancio, che sono solo la spia dell’assenza di una strategia di sviluppo futuro dell’Italia da parte del governo Meloni. Non riferisco sensazioni politiche, ma due fatti, che indicano una pericolosa tendenza dell’Italia ad isolarsi dal resto dell’UE e dalle sue Istituzioni proprio nel momento in cui ne ha più bisogno.Il primo è una dichiarazione durissima del ministro Crosetto di critica alla decisione della BCE di alzare dello 0,50% il tasso di interesse sull’euro.
Un provvedimento incontestabile, teso a ridimensionare l’inflazione, arrivata nell’eurozona all’11,1% dalla dimensione fisiologica del 2%.L’inflazione è la “tassa” più iniqua, perché colpendo tutti i cittadini allo stesso modo con l’aumento dei prezzi e dei mutui, ad esempio, penalizza quelli a reddito fisso. Né è pensabile adeguare totalmente e automaticamente stipendi e salari all’inflazione perché, sappiamo per esperienza, questo metterebbe in moto una spirale inflattiva inarrestabile fino alla bancarotta.
Scagliarsi, come ha fatto Crosetto, contro la politica deflattiva della BCE, dicendo che si tratta di un pessimo regalo di Natale all’Italia, non è solo tecnicamente scorretto, ma è soprattutto politicamente sbagliato.Per questa dichiarazione, autorevole, ci siamo meritati due articoli in prima pagina del Financial Times che, solo per avere messo in dubbio la lucidità e la coerenza del governo italiano, ci ha fruttato un aumento del 2,17% dello spred sui bund tedeschi, con una incidenza negativa sui nostri arrivati al 4,3% di interessi.A ruota sono seguite le dichiarazioni di Meloni contrarie alla ratifica italiana del MES Salvastati, l’ultima ieri sera, che astraendosi dal merito delle clausole oppone un no ideologico e totalmente immotivato ad un trattato ormai ratificato da tutti gli altri Paesi membri dell’Eurozona. Che, per questo, restano bloccati nel procedere all’unione bancaria e fiscale che ci serve, ad esempio, per emettere i tanto auspicati Eurobond, titoli di debito comune europeo che consentirebbero all’UE di avere un bilancio proprio e a noi, con un debito sovrano del 145% sul PIL, di gestire in modo più conveniente l’alleggerimento da questa pesantissima palla al piede.Siamo, se il governo Meloni continuerà su questa linea, in rotta di collisione con le Istituzioni europee.
La peggiore scelta che si possa fare per fronteggiare almeno quattro criticità.Quella del nostro debito, considerando che, finito il Quantitative Easing di Draghi, la BCE comincerà a vendere i titoli sovrani dei Paesi membri e noi abbiamo il massimo carico da rimborsare; a gennaio dovremo collocare sui mercati 500 miliardi di nuovi titoli di Stato per finanziare i vecchi e gli investitori ci chiedono almeno il 4,3% di interessi sui buoni decennali; dovremo iniziare la trattativa sulla riforma del Patto di Stabilità in clima di confronto duro tra frugali e non, quali siamo, ma l’atteggiamento del governo è interpretato come segnale di grande difficoltà nel mantenere il controllo della situazione e siamo meno credibili; ratificare il Mes Salvastati o restare isolati perfino dai Paesi di Visegrad che l’hanno ratificato.
Oggi il governo Meloni è nell’angolo in Europa e l’impressione è che non sappia come uscirne. Tra vecchia ideologia, mancanza di cultura di governo e incapacità di gestione nessuno, nel mondo, capisce dove la destra voglia portare l’Italia.
Purtroppo la sensazione è che non lo sappiano neanche Meloni & C. Questo dice una finanziaria così sconclusionata, da piccola ragioneria provinciale, soprattutto senza visione e scelte per il futuro prossimo. Non sono loro i salvatori della Patria e se non si riuscirà a fargli cambiare rotta saremo nei guai.
Si prepari Draghi, o chi per lui, prima che qualcuno rottami il Paese col plauso delle anime belle che hanno creduto alle favole di una signora fantasiosa e di una ciurma di avventurieri