Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
"IL GALLO DI BRUNELLO"
Molina al bar la Botteghina, sabato ore 22.30
-Diciannoveeeeeee- gridò a voce alta il Pugnino ed un brusio accompagnò una voce urlante- Collo sudiciooooo-
Era così la tombola alla Botteghina, nei fine settimana prima delle feste natalizie. Ad ogni numero un significato. Una smorfia tutta paesana che faceva ridere ed imprecare.
Il Pugnino continuò- Novantaaaaa-
-Toponeeee- disse Cristo, il muratore, rispondendo a tono.
Brunello guardava Urbano spazientito poi gridò- Tiraloooooo!
Era mortale per la tombola e non stava nei panni. Da un po' Guido scalpitava affacciandosi nella stanza ed indicando l'orologio, come a dire che era tardi. Dovevano fare la zingarata notturna di tutti i sabato: Giro panoramico delle "donnine", senza consumazione, qualche bevuta qua e là e caffè finale, a notte inoltrata al bar Notturno a Torre del Lago. Poi tutti a casa. Ma Brunello in quel momento aveva dimenticato la zingarata che tanto amava ed era concentrato sulla cartella della tombola ricoperta di lupini messi a bella posta sui numeri usciti.
Urbano invece era spazientito perché a lui mancavano ancora tre numeri e l'aveva data persa.
-Ventitreeeee!-
-Buo di 'uloooo- urlò il solito
Qualcuno si agitò e Brunello alzò la testa pensieroso.
-Non sono mortale solo io-disse preoccupato
Poi il Pugnino con voce stentorea pronunciò quel numero anonimo di cui mai si diceva il significato-Quarantunoooooo- e Brunello a braccia alzate come una star si alzò in piedi e gridò:-
-Fattaaaaaaa, compilataaaaa, frenaaaaaa!!!
La gente cominciò a discutere, qualcuno smadonnava come prassi, alzando la voce come sempre succedeva alla fine del “botto”. Un ragazzetto raggiunse veloce il tavolo, prese la cartella vincente e la portò al Pugnino, che dopo averla riscontrata gridò -Pagabileeeeeee!!!!!
Allora Bruno, il capo del BAR si avvicinò a Brunello e gli mise in collo un galletto vivo e una torta di Cecco, la vincita.
"Sotto Natale" alla Botteghina si giocava di roba e Brunello aveva vinto un galletto vivo che di lì a poco si sarebbe ritrovato in macchina verso Viareggio. Urbano lo guardò e disse- Ce lo vorrà Guido sulla macchina nuova?
-Non lo posso mica mangiare penne e tutto- disse Brunello- per tenerlo buono si mette nel mezzo e gli si fa fumare una Marlboro.- e rise strizzando gli occhi.
Uscirono dalla stanza e Guido senza scomporsi disse- Prima fallo cacare poi si va! E dagli un nome.
Brunello lo guardò e rispose- Per strada ci penso.
Versilia, dopo mezzanotte
-Guarda te quanta gente c’è sempre a giro a quest’ora. E che addobbi di Natale!
-O Brunello ma non siamo mica alla Piana del Roventino di Lemolina, questo è uno dei luoghi più vippe d’Italia
-O come parli Urbano, mi fai ridere. E comunque ne vedo pochi in giro con un animale a quest’ora. Anche i cani sono a casa. E noi invece abbiamo un galletto dallo sguardo dritto! Siamo noi i vippe- disse Brunello facendo la faccia a furbino.
-Che nome hai pensato?- disse Guido, senza girarsi mentre percorreva la passeggiata viareggina a passo d’uomo.
-Avevo pensato a Luciano, come il nome di quello tutto impomatato che veniva a ballare a Freghino anni fa. Lo chiamavano il Gallo. Tornerebbe bene: Il Gallo Luciano.
-Mi garba- disse Urbano- dà importanza alla cosa.
-Giovaniii, non vi ci affezionate perché la sua morte e con le patate arrosto.- disse Brunello
-Certo che se ci fosse un guinzaglio, gli si farebbe fare un giretto- disse Urbano.
Guido accostò di colpo, scese e aprì la bauliera. Tornò sulla macchina con un nastro rosso
-Leghiamolo ad una zampa e si scende.
-Viaaaa , si passa da bischeri. .
-Seeeee, a quest’ora chi vuoi che ci sia in passeggiata a Viareggio dopo mezzanotte? Noi e i briai.
Scesero e subito il gallo scacazzò vicino ad una panchina. Poi aprì le ali quasi volesse scappare
-Brunello lo prese subito in braccio.- Lucianino non t’allargare-disse guardando il pennuto.
Una coppia attempata che passava, soffermandosi chiese- E’ ammaestrato?
Urbano pronto rispose- Sì è un gallo da circo.
La signora provò ad accarezzarlo.-Occhio perché morde- disse prontamente Brunello- e lei ritrasse la mano di colpo.
Guido richiamò tutti all’ordine-Beviamo qualcosa e si va verso l'alba. Il Notturno ci aspetta.
Entrarono in un bar. Brunello teneva il gallo in collo come un figliolo.
Un cameriere si fermò curioso e Guido infilò nel becco dell’animale la sigaretta accesa. Il gallo si divincolò ma Brunello lo richiamò ancora una volta all’ordine con una stretta.
Urbano guardò il cameriere e disse- E’ abituato alla pipa, le sigarette non le vuole.
Bevvero al volo. Guido il solito Alpestre, Brunello un Rabarbaro e Urbano il “millesimo” caffè dalla mattina.
-Andiamo sennò chiude il pollaio- disse Guido serio.
Il cameriere li salutò rimanendo sulla porta ad osservare esterrefatto.
Facciamo un giretto “dalle nostre amiche”, si guarda se c’è la Torinese con le puppe grosse e poi si va avanti nella notte - disse Guido sornione. Poi guardando Brunello aggiunse- Si potrebbe fare uno scambio col gallo, ci starà la Torinese?-
Non fare lo scemo- disse Brunello- il gallo lo mangio, le puppe la Torinese le vuole indietro. Se le lasciasse se ne potrebbe ragionare-. E alzò gli occhi al cielo.
Salirono sulla macchina e partirono.
Versol’alba
-Ci voleva un caffè a quest’ora- disse Urbano appoggiato al bancone del bar Notturno a Torre del Lago -Ne avrai bevuti “diciotto”-quasi urlò Brunello, che pensieroso aggiunse- -Come si sentirà Lucianino chiuso nella bauliera- -Ma che dici!-disse Guido- Domani gli tiri il collo e ti fai questi problemi? -Certo! Un conto è fare come dice la natura, prendere il galletto, tirargli il collo, spennarlo e cuocerlo. Un altro è soffocarlo in una bauliera. E’un atto criminale- Guido guardava Brunello di traverso- Ammè mi sembri scemo- -Siete senza cuore, ecco cosa siete- continuò Brunello fingendo la voce rotta -Urbano intanto si era dato al controllo dei clienti. Lo facevano ogni volta che si fermavano in quel bar. Il Notturno era un locale che chiudeva la mattina presto e raccoglieva per tutta la notte una clientela della Valdiserchio che tornava stanca dalla Versilia. -Se vuoi incontrare qualcuno che è un po’ che non vedi, ti metti qui e prima o poi lo trovi. – disse Urbano intento a seguire il culo di una signora del Lungomonte che, vedova da poco, si accompagnava ad un “ragazzaccio” che aveva parcheggiato il BMW proprio davanti a loro. -E’ l’ora ragazzi- disse Guido-si va, fra poco è giorno. -Aspetta, apri, fammi vedere Luciano. Il gallo acquattato sul fondo della bauliera sembrava più rassegnato che buono. -Non soffre, sono contento. Domani l’ammazzo più volentieri.- Giunti a Molina Brunello salutò col gallo sotto braccio e si infilò nel cancello condominiale che lo portava a casa. Poi toccò a Urbano che abitava duecento metri più avanti dopo la borgata. Scese, mise la chiavi nella porta e salì le scale. Andò in bagno al buio, e poi si diresse in camera. Erano ormai le cinque del mattino “suonate”da un po’. La moglie dormiva tranquilla, L’uomo si mise seduto sul letto in modalità “felpata” e assonnato si calò i pantaloni. D’un tratto la voce della moglie lo richiamò all’ordine- O Urbano o dove vai a quest’ora, mi pare sempre buio strinto.- E l’uomo senza battere ciglio si alzò in piedi e tirati su i pantaloni rispose-Seeee ti pare a te. Sono quasi le sei, ho preso l’impegno di potare un ulivo a Beppe e lo voglio fare di mattinata così poi sono libero. Te dormi tranquilla. Andò in bagno si lavò la faccia, tornò in cucina e si fece l’ennesimo caffè.
S’era ormai fatta l’alba. Le lucine intermittenti dell’albero, nell’angolo del salotto, annunciavano che mancavo poco al Natale.
Foto di copertina di Valter Cecchetti