Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Lombardia ‘huber alless’, sfida del Terzo Polo con Moratti per un nuovo paradigma: tutti gli altri inseguono
La sfida per il governo del ‘Pirellone’ può disegnare il nuovo quadro politico futuro dell’Italia
di Peppe Papa
La sfida per il governo della Lombardia può disegnare il quadro politico futuro dell’Italia, una scommessa su cui punta convinto le sue carte il Terzo Polo e che coinvolge anche tutte le altre forze politiche, chiamate a fare i conti con sé stesse e la modernità imposta a suon di cannonate in Ucraina.
Renzi e Calenda, con la decisione di appoggiare la Moratti nel tentativo di conquistare il Pirellone dopo trent’anni di dominio assoluto del centrodestra, hanno compiuto un passo definitivo nella scelta di campo che scompagina i tradizionali perimetri degli schieramenti. Non il centro, ma qualcosa che va definito di volta in volta a seconda delle contingenze. Trasversale, improntato sul pragmatismo e il faro del liberalismo riformista.
E l’ex sindaca di Milano ne rappresenta, nella loro visione, la sintesi perfetta. Sta infatti, radunando intorno a sé, ex leghisti, ex 5Stelle, ex Pd e associazioni civiche di sinistra, oltre a tanti delusi di Fi. Gira in lungo e in largo la regione visitando ospedali, aziende brianzole, uffici di condivisione, la comunità ebraica e quella sikh.
Perfettamente in linea con l’idea identitaria, il core business, del marchio Azione-Italia Viva che si apprestano a diventare un solo partito, una proposta “che vada oltre la destra e alla sinistra per focalizzarsi sulla competenza”, come ha chiosato a proposito la coordinatrice metropolitana Iv del capoluogo meneghino, Lucia Caridi.
A Milano, alle scorse elezioni politiche, il polo riformista ha racimolato un significativo 23% che segnala un gradimento della proposta politica da parte di una città, centro di un’area produttiva europea di certificata importanza, da conquistare definitivamente per dare la spallata al sistema. E contano molto sul vecchio Bossi.
Il senatùr è in rotta con Matteo Salvini al quale rimprovera di aver snaturato le ragioni originarie della Lega Nord svendute in funzione di un progetto ambizioso, quello di conquistare l’Italia, finito rovinosamente. Il “Comitato nord”, di cui è stato ispiratore, promette di dare battaglia fino in fondo facendo mancare il suo appoggio al centrodestra e confluire eventualmente con Moratti.
Sarebbe un terremoto, svanirebbero le certezze dell’ex Capitano e dei suoi fedelissimi di confermare Fontana alla presidenza della Regione. Uno smacco troppo grande per lui, probabilmente l’atto finale di una parabola politica che dalle stelle ritorna alle stalle.
Ma anche per Meloni e i suoi ‘Fratelli’, non sarebbe una passeggiata. Figurarsi, appena assurta alla poltrona più alta del governo, perdere una regione chiave come la ricca Lombardia significherebbe un primo preoccupante segnale di frenata per la sua leadership in travolgente ascesa.
Vallo a spiegare a Bruxelles che l’Italia produttiva ti ha voltato le spalle alla prima occasione, verrebbe giù la narrazione di un partito in pieno controllo della situazione, ricomincerebbero gli sguardi torvi dei partner europei che contano.
Per Berlusconi poi, che con le residue forze rimaste fa quel che può, rappresenterebbe probabilmente l’esito fatale di una esperienza politica arrivata al capolinea alla quale non basterebbero più i soldi per tenerla in piedi, i suoi figli non più disposti a mettere mano al portafoglio come hanno fatto finora. Per lui un mesto addio. Ma è la vita e, prima o poi, arriva per tutti.
Del Partito democratico, che dire? All’epoca quando le urne avranno emesso il verdetto, loro saranno ancora alle prese con la nomina del nuovo segretario e, coerentemente con il sentimento suicida che stanno assecondando, hanno nel frattempo dato via libera alle velleità del gruppo dirigente locale che ha deciso di candidare l’europarlamentare, Pierfrancesco Majorino, ridicolmente convinti di vincere.
Parliamo di un esponente di quella parte dei Dem che ritiene indispensabile l’abbraccio con il M5S e le sue istanze più radicali che, come una tarma, stanno scavando dentro il corpaccione sociale del partito. Di fatti ha insistito con tenacia affinché si raggiungesse l’alleanza sorbendosi le indicazioni del “Che Guevara” di Volturara Appula per far parte della coalizione. Riuscendoci.
Peccato che i 5Stelle valgano meno del 5%, insomma non mettono e non tolgono niente, lo schianto è inevitabile, ma al Nazareno non gliene può fregar di meno a quanto pare.
Vada come vada, in fondo non cambierebbe granché per i ‘capoccioni’ del Pd interessati solo a cercare di rimanere a galla, che è poi, il solo futuro che gli interessa.
Stando così le cose sarebbe inevitabile, nell’eventualità di un’affermazione della lady della Milano che conta, il formarsi nel paese di un sentimento contagioso propenso a considerare opzioni finora definite improbabili, o addirittura impossibili, per il proprio personale e comune interesse.
Una nuova giostra, sperando che sia la volta buona.