Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Anche in questo disgraziato anno 2022 gli italiani si sono posti il problema del cenone di fine anno. Non tutti comunque vista la massa di utenti della Caritas Ambrosiana di Milano o della mensa dei poveri dell’Opera di San Francesco, sempre di Milano, che supera giornalmente le 5.000 unità. Questi dal cenone di fine anno saranno sicuramente esclusi a meno che le stesse benemerite associazioni di volontariato non decidano di fare un ulteriore sacrificio personale per dare anche a questi poveri e dimenticati un po’ di gioia e conforto almeno l’ultimo giorno dell’anno.
Questi degli emarginati sono numeri in grande crescita a causa della situazione economica in cui si viene a trovare un numero sempre maggiore di famiglie gravate da costi insostenibili per energia e necessità alimentari, per perdita del posto di lavoro, cassa integrazione, sfruttamento e salari da fame per chi un posto di lavoro saltuario è riuscito a trovare.
Sono destinati comunque ad aumentare anche perché i provvedimenti del nuovo governo Meloni non hanno riguardato questa parte più povera e indifesa del paese ma hanno deciso di avvantaggiare altri settori produttivi. Questo seguendo una loro logica governativa, tanto lecita quanto sinceramente non condivisibile.
Quanto alla domanda poi come ci siano in Italia e nel mondo gente che muore di fame mentre si spendono miliardi in armi e armamenti non so rispondere in maniera troppo ottimistica.
Poi ci sono i cittadini comuni che possono permettersi qualche spesa in più e se ancora molti opteranno per un cenone al ristorante (50-100 euro di media/cadauno) credo che molti italiani più degli anni scorsi opteranno per una cena casalinga, magari invitando amici e/o parenti e cucinando in proprio.
E qui siamo nella parte del paese che, pur variegata e con diverse sfumature, rappresenta la media nazionale. Poi ci sono i diversi. I diversi non sono pochi, sono molti, moltissimi, molti più di quelli che pensiamo. Sono quelli che prenotano il loro cenone (devono farlo in fretta, per trovare posto) in ristoranti esclusivi come questo che mostriamo: il ristorante Cracco di Milano, in galleria. Menù particolare, pietanze strane e costose, piccole porzioni di ricette ricercate con quel tanto d’innovativo che altrimenti non vale la differenza, con un conto finale di 450 euro cadauno. Bevande escluse!
Moglie e marito (o la nuova amante, molta di questa gente è fatta così) un migliaio di euro se va bene e non si beve molto, ma per le loro tasche non farebbe nessuna differenza. Anche l’abbigliamento ha dovuto naturalmente essere appropriato ma non credo che queste spese abbiano messo in difficoltà i partecipanti. Questi fanno parte di una congrega a se stante che non ha problemi a pagare le bollette, non ha affitti da pagare (ma magari da riscuotere), non ha problemi ad arrivare a fine mese e non ha visto nemmeno diminuire il proprio reddito con la passata pandemia. Rientra in quelle numerose categorie di imprenditori grandi e piccoli, che secondo le fonti attendibili della ragioneria di stato hanno visto crescere, in questi anni di crisi e pandemia, addirittura la loro ricchezza aumentando la loro distanza economica dai ceti meno abbienti del paese.
E insieme a loro mi immagino professionisti affermati, nobili nullafacenti, calciatori ultra pagati, rampolli viziati e ignoranti, nuovi ricchi cafoni, vecchie glorie artistiche sempre in lotta con l’età accompagnate dai loro chirurghi plastici, giocatori di borsa (quelli bravi) che fanno i soldi con la tastiera del computer mentre il lavoro vale sempre meno e la finanza prevale e condiziona.
Non mancherà qualche politico di professione e anche qualche affarista senza scrupoli nella speranza di cogliere l’occasione della vita facilitato dall’atmosfera e dallo champagne. Tutta gente col portafoglio gonfio e col desiderio, non troppo nasocosto, di apparire e apparire felice.
Un situazione di disuguaglianza nel nostro paese, un divario economico fra ricchi e poveri che negli ultimi anni è andato crescendo nonostante la costante partecipazione ai vai governi di quella sinistra che si è sempre detta paladina dei più poveri, dei ceti meno fortunati.
Ora di fronte a questa cifra per una cena i pareri sono molto discordi. Fra quelli positivi ci sono alcuni che plaudono alla bravura dello chef, al suo sapersi conquistare una fama internazionale per la sua cucina, alla gloria culinaria nostrana che porta nel mondo. Altri vedono la cosa positivamente per il giro di soldi che comporta e che fa girare l’economia, un po’ alla Meloni, per intenderci.
Giorgia Meloni, un politico che supera di una spanna per personalità, carisma e intelligenza la sua intera coalizione. Ogni tanto da noi ne nasce uno e riesce ad imporsi in quel panorama asfittico e inconsistente della nostra politica fatta di riciclati e autoincensiti . E’ nata per nostra sfortuna a destra, in questo momento a sinistra avrebbe fatto molto comodo..
Poi ci sono gli invidiosi, quelli che non hanno la capacità economica per andare e che invidiano chi può farlo cercando di zittire tutti quelli che sono critici per le cifre che vengono spese per una semplice cena, un fine anno ma sempre di una cena si tratta.
Io non sono fra quelli, gli invidiosi, non sarei mai andato, anche se ne avessi avuta la possibilità. Non mi ritroverei a mio agio fra i “velluti e gli ori” che questo tipo di spettacolo comporta. Quindi potrei pormi nel mezzo, felice di avere campioni nazionali che primeggiano in quello che rappresenta una fonte importante di reddito e fama nel mondo intero. Ricordo che proprio l’Italia è risultata prima nella classifica mondiale dei paesi dove si mangia meglio.
Ma più che invidioso provo invece un piccolo senso di disagio, un fastidio nel constatare che in questo momento particolare ci possa essere chi può spendere per una semplice cena, sia pure un cenone di fine anno, una cifra che può uguagliare quel reddito di cittadinanza, ora diventato molto precario, con cui molte famiglie tirano avanti per un intero mese. Un pensiero triste, ben lontano dall’invidia.
Un ultimo pensiero infine per quei lavoranti, cuochi sguatteri e camerieri, che dovranno impegnarsi molto in questa kermesse culinaria sperando che, almeno per loro, i loro diritti sanciti per legge vengano totalmente riconosciuti.