Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Ho una gran voglia Donne! di parlare della Donna.
Questo anno ci ha viste protagoniste in tanti ambiti.
Si è parlato di Donne che vivono ai confini del mondo, di Donne portate a salvare oceani e boschi lontani, di Donne che veramente hanno toccato il cielo con un dito, di Donne creatrici di Poesia, di Donne dove Tanato Dea della morte, le ha rese spose dell’Ade, Donne la cui natura libera e selvaggia è stata calpestata, trattata come una religione, anziché una pratica.
“Brividi e nulla da dire”
Questo forse sarebbe meglio scrivere per non esporsi troppo, per pudore, ma non è possibile farlo in nome di tutte quelle Donne che ogni giorno ruotano in fronte a me.
La Natura della Donna libera è un Archetipo che non ha un nome perché è tanto vasta.
Poiché questa forza genera ogni importante sfaccettatura della femminilità, qui sulla terra è definita con molti nomi. Questo non solo per sbirciarne i miriadi aspetti, ma anche per tenerla a bada. Chiamandola, creiamo per lei, dentro di noi, un territorio di pensiero e sentimento, allora verrà apprezzata.
Eppure è di più: è l’eterno femminino.
È un insieme di mondi visibili e nascosti. Istinto necessario alla vita.
Veggenza, intuito.
È idee, sentimenti, memoria, passioni.
La luce, il buio, Eos, Erebo.
È colei da cui andiamo a casa.
È la mente che ci pensa.
L’ultimo verso del Faust di Goethe: < das Ewig- Weibliche zieht uns hinan> e cioè
< l’eterno femminino ci spinge verso l’alto>
Il verso di Goethe non solo è bello, ma incredibilmente preciso. Afferma qualcosa di molto forte sull’essere umano. Il desiderio di tendere verso “l’alto” assumendo una statura eretta, emanando la luce piuttosto che le tenebre, adorando la vita e aborrendo la morte.
Ma dentro di se l’essere umano non trova la forza necessaria di dare a se stesso un orientamento stabile e duraturo. Ha bisogno di un aiuto.
Un aiuto che arriva dalla profondità della psiche, quando da essa emerge la parola Donna nel suo significato archetipico, che è appunto eterno.
E’ il femminile a portarci verso l’alto, perché è lei che custodendo nel suo grembo la forza creatrice, esprime la forma d’ amore più vicina, per noi, a quella di Dio che ama e nutre le sue creature. Quello che ha fatto la Madonna a Gesù, Beatrice a Dante, Margherita con Faust che innamorandosene lo salverà, quello che fa ogni madre per il proprio bambino, ogni amata per il suo innamorato, ciò che una donna fa quando risponde ad un umano bisogno di soccorso che le venga rivolto è ciò che la qualifica e la eternizza, perché non dipende dalla cultura, da obblighi religiosi e da precetti morali, ma dal fatto che è la donna soltanto e non l’uomo, ad aver ricevuto in dono questa meravigliosa “ forza creatrice “ che non potrà mai esserle sottratta.
Goethe ha visto benissimo che il femminino è un dono, e non una scelta, un dono gratuito, continuo, inesauribile.
Dove poterla sentire?
Dove poterla trovare?
Nei boschi a salvarli.
Sugli Oceani a vegliarli.
Tra le stelle a sognare
Sulle montagne a cantare.
In prigione a scontare.
In strada a vagare.
In ogni lacrima versata.
In ogni mano tesa.
Abbiamo bisogno di provare la sua esistenza?
Qualcuno forse ancora chiederà le prove della sua esistenza, ma le prove esistono solo nella psiche e siccome noi siamo anche psiche, siamo anche la prova che lascia orme ovunque.
In una poesia Solov’ev dice:
“Sappiatelo chiaramente: L’Eterno femminino in questo giorno/ verrà sulla Terra nel suo corpo immortale/ nella luce inesauribile della nuova dea/ Il cielo si è versato nell’abisso dei mari/ tutto ciò che fa bella l’Afrodite terrestre/ gioia delle case, dei boschi e dei mari/ tutto sarà riunito alla bellezza celeste/ più pura, più forte, più viva e più intera”
Ricordiamoci quindi che siamo Sapienza divina e il nostro amore per la bellezza dell’eterno femminino possa sempre risplendere in noi.
Che la divinità che in noi dimora possa donarci luce, amore e gratitudine nella nostra meravigliosa vita.
Un caloroso Augurio di cuore per un Buon Nuovo Anno a tutte le lettrici e lettori del forum di SPAZIO DONNA e a tutta la redazione della Voce del Serchio.
Silvia Cerretelli