Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
In questo 3° incontro di poesia diffusa parleremo di Rossana Ombres, Giulia Niccolai e Cristina Annino, tre autrici contemporanee di non immediata comprensione per la complessità del loro vissuto e della loro scrittura, ma proprio per questo ritengo necessario ricordarle affinchè le tematiche affrontate e l’innovazione del linguaggio non vengano disperse.
GIULIA NICCOLAI ( 1934-2021), di madre statunitense e padre italiano, nasce a Milano e frequenta il gruppo 63, o neoavanguardia, in un’ottica di contestazione della poesia tradizionale e di ricerca sperimentale di forme linguistiche e contenuti. Prima di dedicarsi alla scrittura diventa fotografa per alcune riviste statunitensi, e questa passione le trasmette uno sguardo particolare che riverserà inevitabilmente anche nella scrittura. Con Adriano Spatola e Corrado Costa nel 1972 si trasferisce nell’Appennino Parmense e pubblica Tam Tam, una rivista di poesia sperimentale, spaziando tra poesia concreta, visiva e sonora. La traduzione in inglese di Gertrude Stein le permette di affinare lo studio della sintassi e dei meccanismi del linguaggio: così, per tutti gli anni ’80, nascono i Frisbees, che verranno pubblicati in raccolta completa nel 1994 in Freesbees.Poesie da lanciare. La sua produzione poetica dal 1969 al 2011 è raccolta in Poemi & Oggetti. Poesie complete. E’ stata definita una “ giocoliera di parole” ed anche la sua produzione in prosa e saggistica è sempre incentrata sulla ricerca di “congegni per far funzionare il cervello in modo nuovo”, attraverso coincidenze, bisticci linguistici e possibili doppi sensi. Dopo la separazione da Adriano Spatola vive per qualche tempo in India e nel 1990 diviene monaca buddista. La sua è una spiritualità non dogmatica, anzi la conversione non farà che rafforzare le forme di apertura del testo alla casualità degli eventi quotidiani, al “salto di paradigma ” da occidente a oriente, che fanno di Giulia Niccolai un caso affascinante nel panorama novecentesco
Ogni tanto mi viene anche la voglia
di scrivere dei Frisbees cattivi.
Pieni di cattiveria.
Non lo faccio
solo per paura
che diventino dei boomerangs.
ROSSANA OMBRES (1931-2009) Torinese ma cresciuta a Casale Monferrato, luogo originario dei genitori e prediletto anche nella sua poesia, fu anche giornalista e critico letterario de La Stampa. Di origini ebraiche, si distinse per l’impegno sperimentale, arricchito dalle conoscenze in ambito esoterico ed alchemico, e per l’attenzione al mondo femminile, in una rielaborazione dei motivi della tradizione ebraica e sul tema dell’annuncio dell’Angelo a Maria: un incontro col sacro attraverso una revisione critica degli stereotipi di genere. Il suo impegno poetico tendeva alla riappropriazione delle potenzialità la parola, del suo suono e delle sue radici, rispetto agli epigoni dell’ermetismo e della neoavanguardia. Dimenticata dalla critica ufficiale, è stata definita “anacoreta della parola” in quanto scrittrice solitaria e lontana dalle tendenze letterarie del tempo, che affronta i temi del paesaggio piemontese, dell’infanzia, dell’inquietudine delle donne. Con Bestiario d’amore del 1974 è stata la prima donna a vincere il Premio Viareggio, sebbene con questa opera poetica chiuda la pubblicazione in versi. Si sposta successivamente verso la narrativa a carattere sperimentale caratterizzata da tratti surreali e fantastici, come strumento per mettere in discussione le regole socio culturali ed affermare quel sé femminile di contestazione dell’ordine patriarcale. E’ una scrittrice rimasta ancora nell’ombra, nonostante la ricchezza degli spunti linguistici e l’originalità della sua opera letteraria
Fu così che scrissi una poesia d’amore
minuziosa, accesa di fiammelle come
un competente addobbo natalizio
di tinte tranquille ma conturbato
da velenosi gusci tutt’attorno, e in alto
c’erano escrescenze stellate che esprimevano luce,
e fronde di pino
spalancate a diversi piani come le braccia di Visnù,
reggevano lucidi involti
anelanti cannella e naftalina.
In questa cornice – diciamo floreale –
(benché dal notturno aspetto interno
risultassero anfrattuosità diaboliche)
era buona cosa mettere un sogno: e il sogno
fu pronto subito.
CRISTINA ANNINO (1941-2022) nasce ad Arezzo, si laurea in Lettere Moderne a Firenze, dove frequenta la scena letteraria della città ed entra in contatto con gli autori della Neoavanguardia e con il Gruppo 1970 fondato nel ‘63 da Eugenio Miccini e Lamberto Pignotti, mantenendo sempre la propria autonomia. Scrittrice e poetessa apprezzata benchè lontana dai riflettori, nel 1984 fu inclusa nell’antologia “Nuovi Poeti italiani 3 ”. Il suo è uno stile originale e riconoscibile, limpido ed enigmatico allo stesso tempo, che mostra la magia del linguaggio in azione, “action poetry, come l’ha definito Elio Pagliarani, fatto di spezzature ed improvvise fulminazioni, “arte di ricomporre cose sconnesse” . La sua poetica, intrisa di mordace ironia, mette in scena l’irriverente teatrino dell’esistenza attraverso la concatenazione di realtà possibili (il microcosmo familiare, le amicizie, il mondo animale e quello vegetale), nella concretezza di una parola che esprime sempre qualcosa di sé e del mondo. Molte sono le sue pubblicazioni tra cui il libro di poesie Madrid, del 1987, ristampato nel 2013, nato a seguito dei ripetuti soggiorni in Spagna. Alla fine degli anni 80 abbandona la scena letteraria per dedicarsi al secondo matrimonio, per poi riprendere a pubblicare dopo il 2000. In quegli anni inizia a dipingere partecipando a mostre collettive e personali in Italia e all’estero. Magnificat è un libro antologico che raccoglie i testi dal 1969 al 2009 e che ottiene il premio di poesia Lorenzo Montano. Negli ultimi anni ha vissuto a Roma, Milano e Ostia. Intorno a lei un gruppo di giovani poeti e critici con cui aveva stretto un legame amicale e di stima. Avatar è l’ultima opera uscita postuma nel marzo 2022
Premettendo
ch’è sempre doloroso impalare
l’anima in un discorso, scrivere
un diario, lettere, versare
iride nella tinozza di un colloquio.
A quest’età e con i tempi che corrono,
io siedo al bordo dell’orecchio
universale:dico
"biondo, marziale cieco cielo
dove il tempo è rotondo
la verità è orrendo cannocchiale”.
Poi mi rivolgo, ascolto chi parla,
annuso odore di vero nel parziale
gesto di chi mi appaia. Credo
a tutto; a quest’età si è un cimitero
abbastanza paziente.
Nadia Chiaverini