Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Tutta la mia simpatia ed il mio sincero incoraggiamento a coloro che decidono di intraprendere una dieta. La decisione, infatti, significa voler affrontare un problema esistente, volerlo risolvere. Purtroppo però chi decide di iniziare una dieta spesso dà inizio ad un periodo piu’o meno lungo di sacrifici alimentari che non sempre riescono a risolvere il problema. Talvolta la mancata riuscita addirittura può essere fonte di frustrazione con atteggiamenti di scoraggiamento e note depressive.
Perché fare una dieta non è facile.
Per parlare di quella dimagrante (la dieta nettamente piu’affrontata nel nostro ipercalorico paese), c’è da dire che in una buona percentuale di casi riesce sicuramente ad ottenere una riduzione ponderale soddisfacente. Il perdere peso, infatti, non è troppo difficile. Si può fare in un periodo abbastanza breve per cui il sacrificio (grande) è limitato nel tempo, e se il soggetto è molto motivato, può effettivamente riuscire a ridurre significativamente il suo peso.
Più difficile è riuscire a mantenere il peso raggiunto, per due motivi. Il primo è che c’è evidentemente una certa stanchezza e noia alimentare, il secondo è invece un motivo diciamo piu’ organico.
Nel nostro cervello esiste una zona dove è registrato il nostro peso corporeo attuale che viene considerato “normale”. Quando modifichiamo il nostro peso (in questo caso riducendolo), l’ organismo tende a riportare il peso a quello che lui considera il peso ideale, cioè quello precedente. Aumenta la fame, si riduce addirittura il metabolismo, ogni meccanismo viene attivato per riprendere peso. Questo spiega il repentino ritorno di molti pazienti al peso che avevano in partenza, ed anche l’importanza di quella “dieta di mantenimento” che deve obbligatoriamente seguire la dieta vera e propria. Questa ha lo scopo di mantenere il peso raggiunto fino alla definitiva registrazione cerebrale del nuovo numero. Riuscendo a mantenere a lungo il nuovo peso, questo viene definitivamente registrato come “normale” e può essere mantenuto con relativa facilità.
Proprio per queste difficoltà spesso la soluzione non è fare una dieta, ma cercare di modificare il nostro comportamento alimentare.
La dieta per definizione è una forzatura alimentare che può avere solo una durata limitata nel tempo. Essa spesso è un po’ squilibrata, ripetitiva, priva o povera di condimenti che danno sapore e aromi ai cibi, oltre che ridotta in calorie. Non parlo di quelle squilibratissime che prendono il nome dall’unico alimento permesso: delle uova, dei legumi, delle zucchine ecc. che non sono pericolose solo perché durano pochissimo. Anche quelle prescritte in ambito medico, e quindi equilibrate, alla fine stancano e vengono abbandonate. Un buon consiglio è che queste ultime siano considerate dai pazienti come “trampolino di lancio” verso quella che è la soluzione del problema: il cambiamento delle abitudini alimentari.
Un diabetico è un diabetico tutta la vita. Un individuo obeso, che ha raggiunto il peso che ha perché mangia piu’ calorie di quelle che gli servono, può affrontare una dieta con l’obiettivo di rientrare nel peso corretto, ma poi deve cambiare abitudini alimentari altrimenti torna al peso precedente ed anche piu’ (vedi metabolismo piu’ lento).
Nel cassetto di ogni medico esistono molte diete dimagranti già preparate da 1200 o 1500 calorie per le donne e 2000 per i maschi. Basta seguirle, senza spesa per il dietologo, senza spesa per le medicine. Con un po’ di volontà, una motivazione importante, una decisione matura e consapevole. Abbiamo anche alcuni farmaci abbastanza innocui che possono essere proposti. Ma, ripeto, solo come inizio. Poi bisogna prendere consapevolezza del valore degli alimenti, del loro “peso” calorico, “sapere” cosa si mangia.
Educazione e conoscenza degli alimenti spesso sono sufficienti. Il paziente impara a gestire quello che mangia, “osserva” quello che mangia e riesce a controllare la sua alimentazione. Se riusciamo a fare questo abbiamo risolto il problema, per sempre. Alcuni possono aver bisogno di essere seguiti e guidati da un dietologo, e la cosa può andar bene, ma poi imparino ad osservare e controllare quello che mangiano a casa propria.
La dieta, infatti, si fa a casa! Non si fa al ristorante o quando siamo da amici. In questo caso ci si controlla (è sempre utile), ma è buona norma interrompere, serve ad avere delle pause. La dieta si riprende a casa propria, tutti i restanti giorni, dove ci possiamo controllare meglio e non dobbiamo dare spiegazioni.
Tremilacinquecento calorie sono mezzo chilo di peso: mangiando 3500 calorie di meno si perde mezzo chilo, con 3500 di piu si aumenta di mezzo chilo. Naturalmente questo oltre il fabbisogno calorico giornaliero.
Il fabbisogno giornaliero di calorie varia da individuo ad individuo in funzione del sesso, dell’attività fisica (lavoro leggero o pesante), dell’età. Di questi fattori chiaramente l’unico modificabile è quello dell’attività fisica.
Consideriamo il nostro peso come una bilancia a piatti oscillanti (la famosa stadera): da una parte mettiamo il peso in calorie di quello che mangiamo, dall’altra il peso in calorie di quello che consumiamo. Se i due piatti sono equilibrati il nostro peso rimane costante. Se è squilibrato dalla parte delle calorie che assumiamo (mangiamo piu’ calorie di quelle che riusciamo a consumare con l’attività fisica), questo comporta un aumento di peso, al contrario si perde peso se è piu’ pesante il piatto dell’attività fisica rispetto a quello delle calorie assunte.
Ecco l’importanza fondamentale dell’attività fisica in ogni tipo di dieta dimagrante! Facendo movimento, ginnastica, palestra, piscina, bicicletta ecc si consumano calorie ed il piatto corrispondente diventa piu’ pesante. Se all’attività fisica sommiamo una certa “attenzione” alimentare, alleggerendo quindi l’altro piatto, succede che lo squilibrio a favore della perdita di peso può raggiungere livelli sufficienti per un programma di dimagrimento a lungo termine, giacché i sacrifici alimentari vengono ridotti ed il programma di riduzione di peso può continuare per un tempo sufficientemente lungo.
Dedicare parte del tempo libero ad attività fisica o sportiva comporta notevolissimi vantaggi dal punto di vista fisico e psicologico. I pazienti che hanno adottato questo programma dichiarano di sentirsi meglio, di essere più in forma, di avere più voglia di fare. Questo è dovuto solo in parte alla perdita totale o parziale del peso in eccesso: l’attività fisica è rilassante, antistress, socializzante, divertente ed inoltre determina anche, a livello cerebrale, la liberazione di particolari sostanze naturali, dette endorfine, simili alla morfina, che hanno la proprietà di dare una gradevole sensazione di benessere fisico e mentale.
Ultima cosa è la soddisfazione personale di essere riusciti a modificare le proprie abitudini di vita in un senso sicuramente piu’ attento alla propria salute.
La dieta la fa il paziente, non il medico. Qualunque dieta e qualunque medico vanno ugualmente bene. Non esiste la dieta o il medico migliore, esiste il paziente piu’ o meno motivato, la volontà piu’ o meno forte di riuscire.
Alcuni vogliono perdere peso solo per motivi estetici, e vanno rispettati nella loro scelta perché stare bene con se stessi è condizione fondamentale per stare bene anche con gli altri, ma il motivo principale del mantenimento del peso corporeo corretto è un motivo medico. Gli obesi sono piu’ soggetti a molte malattie come il diabete, le malattie di cuore e dei vasi (ipertensione, infarti), delle ossa (artrosi, fratture), emorroidi, vene varicose, calcoli biliari, vengono ricoverati piu’ frequentemente in ospedale e statisticamente sono soggetti ad un maggior numero di complicazioni chirurgiche rispetto alle persone con peso normale.
Due parole infine sulle frodi farmaceutiche.
In Italia si spendono cifre enormi per l’acquisto di prodotti che promettono effetti miracolosi in ogni settore e i soggetti in soprappeso appaiono statisticamente i piu’ sensibili a queste offerte miracolose. Alcuni prodotti sono offerti in maniera grossolana, ad esempio con testimonianze dirette di persone dimagrite o con foto “prima e dopo la cura”. Penso che in questo caso la truffa sia evidente. Altri nascondono piu’ insidie e bisogna prestare attenzione: un prodotto sponsorizzato dai medici deve essere guardato con sospetto, i medici non sponsorizzano un prodotto che stimano, lo usano (e se lo sponsorizzano sono pagati).
I buoni o tagliandi sconto delle riviste servono a lanciare prodotti di solito scadenti, quelli buoni non ne hanno bisogno. Diffidate delle “garanzie”: in medicina non si possono mai dare delle garanzie, nessuna prestazione medica seria è accompagnata dalla garanzia “soddisfatti o rimborsati”. Il vostro medico indossa braccialetti di rame? Usa una crema per combattere le rughe? O dimagrisce solo sulla pancia con qualche attrezzo magico?
E’ evidente la sciocchezza di queste affermazioni.
Una considerazione finale sulle diete dimagranti può essere questa: se una dieta è definita “rapida” e “facile” non è sicuramente una dieta sicura ed efficace.
La dieta dimagrante è “lenta “ e “difficile”,
ci vuole impegno e sacrificio, motivazione, appoggio dal medico e dalla famiglia, volontà. Ci vuole, prima di tutto, una preparazione psicologica che parta dalla consapevolezza che è una prova molto impegnativa, l’esatto contrario di quanto promesso da prodotti che fanno dimagrire “rapidamente e senza fatica”. I bei sorrisi delle belle ragazze magre che si vedono in televisione non traggano in inganno: sorridono perché sono pagate per farlo, ma anche perché magre lo sono sempre state e non hanno avuto bisogno di fare nessuna dieta.
(Dal libro Io, Medico di G.Pardini)