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Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative. 

E non c'è da cambiare idea. Dopo aver sostenuto la .....
. . . sul Foglio.
Secondo me hai letto l'intervista .....
L'intervista a Piazza Pulita è di 7 mesi fa, le parole .....
Vedi l'intervista di Matteo Renzi 7 mesi fa da Formigli .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Arabia Saudita
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Dalla pagina di Elena Giordano
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storie Vere :Matteo Grimaldi
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Indaco il colore del cielo
non parimenti dipinto
Sparsi qua e là
come ciuffi di velo
strani bioccoli di bambagia
che un delicato pennello
intinto .....
tutta la zona:
piscina ex albergo
tutto in stato di abbandono

zona SAN GIULIANO TERME
vergogna
di Mario Lavia (dalla rassegna stampa di S. Ceccanti, a cura di BB, red VdS)
Fatevi in quattro. Un ritrovato protagonismo del Pd sarebbe una pessima notizia per Conte (e quindi positiva per tutti)

23/1/2023 - 9:27

Fatevi in quattro. Un ritrovato protagonismo del Pd sarebbe una pessima notizia per Conte (e quindi positiva per tutti)

Mettere ordine nel campo democratico ricostruirebbe una dialettica governo-opposizione e riaprirebbe il dialogo con il Terzo Polo, oltre a marginalizzare i Cinquestelle che da mesi lucrano sulle disgrazie del Nazareno. A patto di non cedere a un rinculo identitario «de sinistra» che sarebbe la fine del partito

Dei quattro, Stefano Bonaccini sembra già il segretario del Pd: da come parla, da come si muove. Bastava vederlo sabato alla mesta Assemblea nazionale («un funerale», l’ha definito Claudio Tito su Repubblica), pareva come i vecchi segretari che «tiravano le conclusioni». Un non depresso in un mare di angoscia. Questione di carattere.

Da Lucia Annunziata poi ieri i fab four del Pd sono apparsi molto educati, bravini, solidali, ognuno ha fatto la parte sua, di Bonaccini s’è detto, Gianni Cuperlo ha fatto Gianni Cuperlo il forbito-pensoso che dice quello che pensa, Paola De Micheli ha fatto la battagliera, Elly Schlein la portatrice di novità (che però si ferma sempre prima, potrebbe per esempio rinfacciare ai competitor di essere più o meno tutti sul ponte di comando ma non lo ha fatto).

Quattro brave persone che sembravano venire dalla Luna, sono stati – tranne Elly, oggi appoggiata da Franceschini e Orlando – bersaniani, dalemiani, lettiani, zingarettiani, epifaniani, martiniani, qualcuno persino renziano: ma scurdammoce o’ passato.

In ogni caso chiunque vinca alcune cose si sono capite. In primo luogo che il Pd non farà sconti al governo Meloni sulle cose concrete. E non farà barricate nel caso Meloni ne proponga una giusta. Fisiologia democratica.

Si rimetterà un po’ d’ordine nella Bisanzio democratica pur senza annunciare la morte delle correnti come dice ogni segretario di turno salvo mai riuscirci perché riuscirci non è possibile, e tuttavia le correnti dovranno fare i conti con un segretario vero, cioè né chiamato dall’estero (Enrico Letta) né eletto perché non c’è n’era uno appena appena più forte (Nicola Zingaretti che prevalse sul timido Martina e il renziano – vade retro! – Giachetti).
Se vincerà, come pare molto probabile, Bonaccini unirà un partito isterico chiamando al vertice accanto a lui gli altri candidati, magari con Elly Schlein vicesegretaria. Insomma, le condizioni per tirare un po’ su il Pd dalle acque stagnanti in cui l’ha gettato Letta e i suoi seguaci il leader che uscirà dai gazebo ce l’avrà e d’altronde peggio di come sta andando è impossibile.

Quali effetti avrà la ripresa del Pd (vedremo quanto ampia) sul quadro politico? Innanzitutto si dovrebbe ricostruire un minimo di sana dialettica governo-opposizione che in questi mesi è assolutamente mancata, dialettica che non è solo confronto (Carlo Calenda ci ha provato ma si è visto che non è servito a nulla) ma è anche e forse soprattutto scontro, polemica, lotta, come avviene in tutti i Paesi democratici.
Un ritrovato protagonismo del Pd sarebbe poi una pessima notizia per Giuseppe Conte, leader di un post-M5s che concretamente da mesi non sta facendo niente – ma niente – limitandosi a lucrare sulle disgrazie del Nazareno e passando all’incasso grazie alla incapacità di quest’ultimo.

Ma appunto se Bonaccini e compagnia cominciassero a suonare la grancassa di un’opposizione seria, ecco che sull’avvocato cadrebbe automaticamente il velo dell’irrilevanza politica costringendolo in un angolo minoritario di ben poco fascino.
Un terzo effetto potrebbe essere nel rapporto tra Pd bonacciniano e Terzo Polo nel senso di un’evoluzione evidente: come minimo nella direzione della fine di un clima perennemente polemico alimentato dagli anatemi del passato e come massimo in quello dell’avvio di un confronto serio sulle questioni.

Certo, il cosiddetto «nuovo Pd» non avrà mai lo smalto del Lingotto e delle prime Leopolde; e però potrebbe riacquistare quel ruolo, smarrito dopo il 2018, che compete ad un partito che comunque sta tra il quindici e il venti per cento dei voti.
Le condizioni però sono toste. La prima è che a pagare il prezzo del disastro del 25 settembre non sia il solo Enrico Letta nelle vesti di San Sebastiano (o San Paolo come preferisce lui) ma il suo gruppo dirigente che dopo il 2018 le ha sbagliate tutte (tranne la posizione sull’Ucraina, perché la rielezione di Sergio Mattarella non è merito del vertice del Pd ma semmai del protagonismo di alcuni parlamentari che hanno trascinato poi il partito su quella ottima soluzione).
Inutile fare nomi. Ministri, sottosegretari, capigruppo: certi dirigenti facciano un passo indietro e soprattutto non ostacolino, grazie al fatto di essere tutti parlamentari, il nuovo corso. Secondo, c’è da sperare che non ci sia un rinculo identitario «de sinistra» su posizioni che nemmeno il Pci aveva.
Da questo punto di vista il ritorno della pattuglia di bersaniani può essere un problema. Quando uno di loro, Arturo Scotto, dalla tribuna dell’Assemblea critica la Nato (nel frangente della guerra di liberazione dell’Ucraina!) il segnale è pessimo. Abbiamo sentito Roberto Speranza fare un discorso per carità molto ordinato che poteva andar bene vent’anni fa. Si è vista Livia Turco commuoversi per il rientro dei compagni dalemiani.
Insomma, nella Bisanzio piddina si ode ancora tanto l’ululato del vento della sinistra che fu: lo si vede anche nel ritorno al manettarismo anni Novanta. È chiaro se le posizioni sulla politica estera o sulla giustizia o su scelte anti-sistema in politica economica e industriale dovessero virare verso l’antiamericanismo, l’anticapitalismo, il giustizialismo allora altro che «nuovo Pd»: sarebbe «addio Pd». Il pericolo è sempre lì, dietro l’angolo.





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24/1/2023 - 18:47

AUTORE:
maxinduin

Secondo uno studio del Sole 24 ore, tra i 25 paesi più poveri al mondo ci sono solo paesi Africani più Haiti, Yemen, Tagikistan e Afghanistan. Cuba e la Corea del Nord non ci sono nemmeno in quella dei 50 paesi più poveri. Chissa che avrai osservato...

24/1/2023 - 17:49

AUTORE:
Osservatore 1

...la ha detto a ragion veduta.
Vedi la Corea del Nord con la dinastia con Kim e così Cuba dei Castro sono i più poveri al mondo.

24/1/2023 - 14:58

AUTORE:
Massimo

A parte il fatto che un sistema liberaldemocratico esiste solo in Lussemburgo, dove alberga questo mito che avrebbe vinto? Il comunismo occidentale ha lasciato il posto alla socialdemocrazia, quello dei paesi dell'est ha lasciato il posto al nazionalismo, vedi Russia, Bielorussia, Ungheria, Polonia e pure la martoriata Ucraina.
I paesi più progrediti hanno o hanno avuto sistemi socialdemocratici, vedi Germania e paesi nordici e in parte la Francia di Mitterrand. In Inghilterra è un alternarsi fra conservatori e laburisti, idem negli Usa tra repubblicani e democratici. Allora, i liberaldemocratici chi sono ?
Comunque se l'ha detto Bertinotti...pensa te...

24/1/2023 - 0:21

AUTORE:
Osservatore 1

Bertinotti Fausto dice di aver sbagliato tutto in vita sua perché il comunismo ha perso e la liberaldemocrazia a vinto e se lo dice lui, gredigi!

23/1/2023 - 23:39

AUTORE:
Massimo

Non è la sinistra che è sparita, è il PD che si sta spostando, o lo ha già fatto, verso il centro... destra. Pardon, liberaldemocrazia

23/1/2023 - 17:34

AUTORE:
Osservatore 1

...ritornare e/o tentare altre vie.
Lo han fatto già almeno dai 5 ai 7 milioni di piddini covati leggeri a seguire il capitalista Grillo per poi rimanere a gamba ciala sia loro ed i rimanenti fedeli alla "ditta" PD per poi avere la PdC discendente dalla fiamma sia Lei che la seconda carica dello Stato.
Poi cosa c'incastrano gli americani e se il tuo giudizio è uguale per Obama e/o Trump o per il democratico Biden che ha mandato a casa il magnate ed eversivo Trump; vuol dire aprire bacca per dare aria alla lingua e basta.
nb, il capitalismo più aggressivo oggi lo puoi vedere nella Cina comunista.

23/1/2023 - 16:55

AUTORE:
Luigi B.

Se non si può criticare l'imperialismo americano, se non si può più criticare gli effetti nefasti del capitalismo aggressivo, insomma se non si può più usare le parole della sinistra allora tanto vale lasciare il PD e optare per i 5 stelle!

23/1/2023 - 10:35

AUTORE:
BdB

Dopo tre segretari PD che giocavano alla meno ora si spera che in tanti la finiscano nel dire: se va via Renzi (Matteo Renzi) ritorno nel PD....e ne son passati già tre di segretari PD dopo Renzi, quindi duratela....!

Maurizio Martina fu fermato da Matteo Renzi quando uscendo dal colloquio con Roberto Fico disse: siamo a buon punto della trattativa per fare il governo con Gigino di Maio PdC ed io suo vice presidente e...vice ministro dell'agricoltura, con Franceschini sempre in piedi che rimaneva inchiodato al suo ministero e poi? basta.

Nicola Zingaretti che disse a Matteo Renzi: non ti presentare alle primarie altrimenti il PD si spacca in due e quindi le vinse agilmente su Martina e Giachetti/Ascani.
Per poi dimettersi dicendo che il PD diviso in correnti gli faceva schifo; non prima però di tentare il colpaccio di assecondare Matteo Salvini con la richiesta di elezioni anticipate per cosi avere pieni poteri (l'altro Matteo) e lui, il fratello del più famoso Luca Zingaretti, andando a elezioni sicurissimo di perderle ma a quel tempo era Lui il capo del partito più forte di opposizione e stava li fino alla pensione "tanchillo-tanchillo".
Invece Renzi portò il PD al governo con 9 ministri più Speranza, anche se preferiva Cottarelli PdC ma Di Maio capo dei 5* stelle disse o Conte o voto.

Enrico Letta ripescato dagli stessi capi PD che lo avevano salaccato da PdC e messo li senza le primarie; così in fretta e furia altrimenti si scopriva che era stato sette anni senza tessera PD, mentre noi (io) rimanevo costantemente iscritto da 54 anni allo stesso partito nonostante Natta, Locchetto, Zingaretti e Lui, il nipote di Gianni Letta al comando due volte per niente.

Non rammento tutti gli sbagli accertati dell'ultimo segretario del mio partito perchè sarebbero più di 10mila batture e non passerebbe, ma se volevo star zitto ci stavo e rammento: Il volere nuove elezioni anticipate con la certezza di vincerle dopo la scissione di Di Maio dalla 5* (fra noi e lui si vince) si il mongolino d'oro aveste vinto.
O me o lei (Lameloni) evisto? Lei si era candidata PdC, te no! e se potevo scrivere che siei stato un taugiano, lo scrivevo, anche per voler Belloni e non Mattarella PdR.

Per il prossimamente spero e credo che a livello nazionale facciano come noi vecchianesi che si sta- Insieme Per Vecchiano- (IPV) con una legge elettorale come per i sindaci; chi vince governa e chi perde va a casa organizzandosi per il prossimamente.
buona via
BdB