Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA sono la figlia della "Cocca".
Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.
Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è ancora comunità.
"L’obiezione più sconcia alla comparsa di Zelenskj a Sanremo e’ quella di chi dice: “mischiare le canzoni alla guerra allarma la gente che, col Festival, cerca la serenità”.
Una volta per i progressisti valeva l’opposto: Sanremo era concepito un cloroformio, la bandiera dell’Italia democristiana per raccontare un paese placido e soddisfatto. Ora sono i progressisti a menare scandalo per l’ovvieta’: allarmarsi per la guerra. Sulle città ucraine piovono missili russi, indiscriminati e che mirano ai civili. Per “vendicarsi”- dicono i reggicoda di Putin- della scelta occidentale di mandare armi per consentire all’ Ucraina di difendersi dall’offensiva di 300.000 soldati che-finito l’inverno- la invaderanno con un’offensiva senza precedenti.
E voi vi preoccupate della nostra serenità, seduti sui nostri divani, sconvolta da un paio di minuti di parole di un uomo, in divisa da partigiano, che guida la resistenza di un popolo martoriato? Mentre siamo costretti a vedere e sentire, nei nostri Tg, le facce bolse di Peskov e Medvedev che ci insultano e minacciano di seppellirci? Un paese civile dovrebbe ritenere l’ascolto di Zelenskij un dovere e il minimo sindacale, per ognuno di noi, contro l’indifferenza e l’ingiustizia. E magari, all’apparizione del leader ucraino, alzarsi dalla comoda poltrona e concedersi un applauso."