Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante.
Non avendo avuto pazienti nella famiglia Salviati non ho mai avuto modo di conoscerli personalmente. Per ogni mia necessità di contatto, a volte frequentando la macchia, il mio riferimento è sempre stato Luigi, da cui ero legato da una profonda stima e grande amicizia, sono convinto reciproca.
Lo andavo ogni tanto a trovare nella sua bottega in Mandria, quando ancora l’aveva, e facevamo due chiacchiere mentre lui sistemava una panca della chiesa o una porta di qualche canonica. Lo trovavo spesso anche al “circolo dei comunisti” perché Luigi aveva una mente aperta con cui era facile e interessante parlare di tutto. L’ho anche invitato più volte anche a venire con me in bicicletta ma ha sempre trovato qualcosa da fare che lo impediva. Quando lo incontravo col suo furgoncino bianco ci riconoscevamo sempre da lontano e quando non poteva fermarsi ci facevamo sempre un saluto.
Non so esprimere esattamente il mio dispiacere per la sua scomparsa, ma credo che chi lo ha conosciuto sappia cosa intendo.
Il suo carattere gioviale, sereno, tranquillo, sempre aperto, scherzoso e disponibile penso si possa ricavare dalla foto che ho scelto per commemorarlo.
Partecipava ad uno di quegli eventi meravigliosi e irripetibili cheè stato il Maggio Migliarinese, quando il paese faceva veramente il paese..... che oramai, purtroppo, appartiene al passato.
Sentite condoglianze alla famiglia.
P.G_