Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
[…] Dietro al Pino ci sono queste energie: energie legate all’impulso primordiale d’amore che ha portato alla nascita del Cosmo. Il mito ce lo mostra legato alla Madre Terra, e all’unione primordiale degli opposti, maschile e femminile. Il Pino è infatti un albero ermafrodita, e una delle specie più antiche presenti sulla Terra. Non c’è da stupirsi che gli antichi lo vedessero come simbolo dell’amore tra madre e figlio, divenuti amanti, in un cerchio che può venire spezzato soltanto dall’estremo sacrificio, la morte, che però genera vita immortale. […]
[…] Il ritmo di questa storia ricorda una spirale, e il Pino, col suo tronco che si staglia verso il cosmo e la sua radice fittonante che penetra nelle profondità della Terra, è il simbolo saturnino di forze potenti e contrapposte, che in lui si fondono in un’alchimia purificatrice che dà luogo alla resina, il pianto di luce del Pino, la sua essenza cosmica. […]
[…] Il Pino è l’immortale amore della madre per il figlio, e con questo si intende una forma di amore talmente pura da non rientrare in nessuna categoria, un amore al di là e prima di qualsiasi regola, identificazione tra dio e creato, che supera la morte e ogni differenza. Il Pino ricorda anche il dolore lacerante all’origine dell’Amore, e lo purifica, distillando una resina trasparente che è come luce solidificata, informata di messaggi antichissimi, che da miliardi di ere attraversano il Cosmo. […]
Notizie prese dalla rete su una ricerca della simbologia del pino, un piccolo estratto della gran massa di scritti.
Ora scrivo io in modo terricolo, non cosmico:
Conoscendo la vita del pino per la sua grande presenza nei nostri boschi tanto da farli chiamare ”pinete”, si nota subito la volontà dell’albero a non voler nessun altro sopra di sé e l’uccisione di tutti quelli sotto di sé, come un re despota e crudele e che invecchiando pianga emettendo lacrime dorate da far pensare che esso non sia un re qualsiasi ma un rajah e la resina ne abbia preso il nome. Mi piace pensare che il re pino si dolga della sua prepotenza e che la sua ultima volontà sia quella che le sue lacrime non siano dimenticate, ma ben visibili per l’eternità.
Mio padre, quando mi portava con sé in pineta a raccogliere scaglie di corteccia di pino che lui usava farle bollire insieme alle reti da pesca perché divenissero immarcescenti, mi diceva sempre se cercavo di staccare quelle “lacrime d’oro”:
“Attento a un arragiatti tutto, sennò tu ma la senti!”
Babbo, quella ragia, quelle lacrime d’oro, le conservo sempre!