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Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante. 

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per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Ripafratta, 12 luglio
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Bagno degli Americani di Tirrenia
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Molina di Quosa, 8 luglio
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Casciana Terme Lari-Pontedera, 12 luglio-3 agosto
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San Giuliano Terme, 30 giugno
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Alzarmi prestissimo al mattino
è un'adorabile scoperta senile
esco subito in giardino
e abbevero i fiori
Mi godo la piacevole
sensazione
del frescolino .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
di Francesco Cundari (dalla rassegna stampa di Stefano Ceccanti, a cura di BB)
Lui è peggio di me. Le reazioni pavloviane delle opposizioni sono la migliore assicurazione per la destra

15/2/2023 - 12:43

Lui è peggio di me Le reazioni pavloviane delle opposizioni sono la migliore assicurazione per la destra

Francesco Cundari

L’altissima astensione dimostra che nel paese non c’è traccia dell’entusiasmo per le prodezze del governo che Meloni vorrebbe accreditare. Ma per approfittarne, a sinistra, c’è bisogno di una rottura


Da Carlo Calenda, secondo il quale hanno sbagliato gli elettori, a Elly Schlein, convinta che la colpa della sconfitta sia «di chi per anni ha inseguito il centro, senza accorgersi che si stava perdendo la sinistra» (i candidati in Lombardia e Lazio erano rispettivamente Pierfrancesco Majorino, storico esponente della sinistra del Partito democratico nonché sostenitore di Schlein, e Alessio D’Amato, formatosi nel Partito dei comunisti italiani di Armando Cossutta), i commenti alla disfatta elettorale da parte dei dirigenti del centrosinistra non lasciano ben sperare quanto alla possibilità di riprendere in tempi rapidi un qualche contatto con la realtà.

Comunque la si pensi sulle posizioni degli uni e degli altri, quello che più colpisce è la loro assoluta impermeabilità ai fatti, specchio di una chiusura autoreferenziale ai limiti del burnout. Questo, ad esempio, il tweet di Enrico Letta: «I fatti. I nostri due candidati in #Lombardia e #Lazio ottengono più voti delle scorse regionali. Le nostre liste, oltre il 20%, prendono più delle politiche. Il #Pd la sua parte l’ha fatta. M5S e Terzo Polo non hanno voluto coalizzarsi, dimezzano i voti e se la prendono con noi». Insomma, lui è peggio di me. All’indomani di elezioni regionali in cui i candidati del Pd hanno perso di venti punti rispetto agli avversari del centrodestra, un simile miscuglio di esultanza e ripicca, peraltro comune a gran parte delle dichiarazioni pronunciate dal resto del gruppo dirigente, mette una certa angoscia: si aspetteranno anche un premio?

Del resto, all’indomani delle politiche, in direzione si erano divisi tra chi definiva il risultato «non catastrofico» (Letta) e chi lo definiva «non disastroso» (Andrea Orlando). Evidentemente sono contenti così.

Tutti, adesso, a cominciare dai candidati sconfitti, sembrano concordare sul fatto che andare alle elezioni con un segretario dimissionario, senza avere ancora celebrato il congresso, a cinque mesi dalle politiche, non sia stata un’idea geniale. Nessuno però ricorda chi lo ha voluto, chi lo ha deciso, chi addirittura aveva chiesto di tirarla in lungo molto di più, e fino a ieri lamentava l’inaccettabile compressione dei tempi imposta alla «fase costituente» (se non vi ricordate nemmeno cosa sia, non è colpa vostra).

Quanto a Giuseppe Conte, ammesso e non concesso che sia giusto collocarlo nel centrosinistra, l’ex punto di riferimento di tutti i progressisti si dice convinto che il Movimento 5 stelle goda di «ottima salute» e debba solo «accelerare sui territori», e insomma, con la nomina dei nuovi coordinatori provinciali andrà tutto a posto: a riprova che la disconnessione dalla realtà e la fuga nel pensiero magico riguardano tutte le forze dell’attuale opposizione.
Eppure l’altissima astensione – sono andati a votare solo quattro italiani su dieci – dimostra che nel paese non c’è traccia dell’entusiasmo per le prodezze del governo che Giorgia Meloni vorrebbe accreditare. C’è piuttosto una generale disaffezione, che colpisce soprattutto le opposizioni, e che le surreali reazioni summenzionate, ragionevolmente, non faranno che confermare anche nei prossimi sondaggi.

La situazione è insomma molto più aperta di quello che sembra, nonostante tutto. Ma per approfittarne, a sinistra, c’è bisogno di una rottura, di un salto, di una scossa che consenta di archiviare discussioni nominalistiche e anacronistiche, in cui ciascuno recita sempre la stessa parte dello stesso identico copione, davanti a un pubblico sempre meno numeroso e sempre più depresso.





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Minimo 5 - Massimo 10000 caratteri

16/2/2023 - 15:20

AUTORE:
Massimo

...interpreti le sacre scritture, interpreta anche l' italiano. " aspettiamo un NUOVO ENRICO "...

16/2/2023 - 15:05

AUTORE:
E - Lettore

...secondo le sacre scritture sia l'unico (per ora) che sia resuscitato.
Sia Karl Marx, Vladimir Il'ic Lenin, così come Enrico Berlinguer sono fuori dei nostri tempi e ora rischierebbero di fare una figuretta in un confronto TV con il ciarliere Alejandro de Batipsta😄

Ps: non credo nella clonazione.

16/2/2023 - 14:48

AUTORE:
Massimo

...quale sarebbe la rottura, il salto o la scossa ? Le foto sopra ?
Mi pare che anche quelli bravi, il duo di " Piadena ", non brillino per iniziative e/o scelte adeguate...
Aspettiamo un nuovo Enrico...