Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
(I precedenti incontri sono stati pubblicati il 21/12/22, il 30/1/2022 e 17/1/ 2023 )
In questo 4° incontro della rassegna POESIA DIFFUSA parleremo di Giovanna Sicari (1954- 2003), Caterina Saviane (1960- 1991) e Claudia Ruggeri (1967 – 1996). Come possiamo notare dalla loro data di nascita, sono autrici contemporanee che sono state dilaniate dalla vita e che esprimono nei loro versi un colloquio continuo con la morte. Sono poesie che accumulano parole, accatastano versi ed emozioni, rabbie e dolori senza una precisa linearità, dire tanto e senz’ordine, attraverso gli eccessi di un magma fluente e catartico.
GIOVANNA SICARI Taranto 15 aprile 1954 – Roma 31 dicembre 2003 poetessa e scrittrice, nel 1962 si trasferisce con la famiglia a Roma e a partire dagli anni Ottanta lavora come insegnante al penitenziario di Rebibbia. Le sue prime poesie escono su riviste sin dal 1982, dal 1986 pubblica sette libri di versi e tre di prosa. Nel 1997 si ammala gravemente, si trasferisce per un periodo a Milano con il marito, il poeta Milo De Angelis , ed il figlio, poi torna a Roma nell’estate del 2003, dove muore il 31 dicembre. Il libro “Poesie 1984- 2003” Edizioni Empiria 2006, a cura di Roberto Deidier , sono state pubblicate nella Collana gialla della memoria . A lei sono dedicate la raccolta di poesie di Milo De Angelis “Tema d’addio”, e la suite “Poesie per Giovanna” di Biancamaria Frabotta . Su uno dei suoi testi, Roma della vigilia, Giancarlo Pontiggia scrive che ci appare come “ il libro in cui si devono fare i conti con la vita, una volta per tutte, e con l’urgenza di chi sa che i giorni sono davvero contati, che il tempo non è più nostro, se mai un giorno lo è stato”.
Roma dell’eterna vigilia spariva
nella sua foto di festa, spariva per tutto ciò che
non mi riguardava, per la sua macchina goliardica e oscena
per quella luce portentosa dell’adolescenza
per quella luce dei fari e dei piccioni
per quegli infiniti mesi di maggio
di tutti i tempi, di tutti i tempi
con la stessa febbre che solo qui
dà quella brama non per me protesa.
CATERINA SAVIANE ( 1960-1991). Nata a Roma nel 1960, esordisce giovanissima nella narrativa con Ore perse- vivere a sedici anni-pubblicato nel 1978 da Feltrinelli, testimonianza di un male di crescere destinato a divenire incurabile, muore infatti di overdose nel 1991. Era figlia del giornalista Sergio Saviane (1923- 2001), con cui aveva un rapporto difficile ma ironicamente affettuoso (Cosa starà ammucchiando mio padre in quella testa di giornalista sbalestrato..). Oltre al romanzo, ci ha lasciato una serie di poesie che nel 2015 Nottetempo ha pubblicato con il titolo di un suo verso: Appènna ammattìta, poesia ad alta voce, di giochi sonori di assonanze e dissonanze, onomatopee, tra le quali si perpetuano il senso della lotta, il sentimento della diversità, il vincolo della scrittura, il richiamo della morte. Andrea Zanzotto, per la forza e l’irruenza dei suoi versi, li definì “un movimento ciclonico incontenibile”, fulminanti nella loro nudità che trafigge il cuore.
Dài, ti prego, tiénimi compagnia,
stanotte – metti che io muoia –
stanotte – che sia l’ultima notte
la più bella? – che muoia.
CLAUDIA RUGGERI (Napoli, 30 agosto 1967 – Lecce, 27 ottobre 1996) – Nasce a Napoli nel 1967 ma l’anno dopo si trasferisce a Lecce, terra d’origine del padre. Muore suicida giovanissima. A 18 anni partecipa a un reading pubblico alla Festa dell’Unità della sua città affascinando il pubblico con la sua performance poetica. Stringe amicizia con il poeta Dario Bellezza e, attraverso un dialogo epistolare, mostra i suoi versi al critico Franco Fortini, a cui chiede un parere. Fortini, pur accorgendosi del suo talento, lo giudica ancora grezzo, e troppo carico di richiami, rimandi ed echi letterari, incoraggiandola ad alleggerirsi per far emergere la sua voce più autentica. Nella sua poesia troviamo echi di grandi come Dante, Montale, Shakespeare, Pound, che si mescolano con l’incanto e la magia della sua terra, luogo dell’anima . La prima raccolta, Inferno minore, esce sulla rivista L’incantiere dopo due mesi dalla sua morte. E’ un esplicito omaggio a Dante, ed esplora il tema del vacuo e dei dilemmi esistenziali che l’uomo affronta nel mondo e dentro di sé. Un’edizione in volume esce solo nel 2007 per peQuod con l’aggiunta di materiale inedito e poi nuovamente nel 2018 per Musicaos, che pubblica anche )e pagine del travaso e nuovi inediti. Buona parte dei suoi manoscritti si trova oggi a Firenze, presso il Gabinetto Vieusseux, a cui sono stati donati dalla famiglia nella primavera 2005.]
T’avrei lavato i piedi
oppure mi sarei fatta altissima
come i soffitti scavalcati di cieli
come voce in voce si sconquassa
tornando folle ed organando a schiere
come si leva assalto e candore demente
alla colonna che porta la corolla e la maledizione
di Gabriele, che porta un canto ed un profilo
che cade, se scattano vele in mille luoghi
– sentite ruvide come cadono -; anche solo
un Luglio, un insetto che infesta la sala,
solo un assetto, un raduno di teste
e di cosce (la manovra, si sa, della balera),
e la sorte di sapere che creatura
va a mollare che nuca che capelli
va a impigliare, la sorte di ricevere; amore…
Nadia Chiaverini