Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
UN ANNO DI SPORCA GUERRA.
Il dibattito sulla guerra in Ucraina è falsato da chi non ha il coraggio di dire esplicitamente che la Russia ha avuto ragione ad aggredire l’Ucraina e che i 70mila crimini di guerra russi, ufficialmente accertati contro civili inermi, fanno parte di una comprensibile reazione difensiva di Putin contro le provocazioni della Nato spinta dall’aggressività dell’Occidente asservito agli Usa. In particolare dell’Europa ridotta a colonia, priva di sovranità e autonomia politica.
Non mi riferisco ai quattro o cinque professionisti da talk che ripetono pedissequamente le veline del Cremlino, ma a quelle persone comuni che riversano tutto il loro risentimento verso l’Occidente e i sistemi democratici usando l’aggressione russa come una rivincita contro il loro disagio politico e sociale. Sono quelli che “e allora gli Usa?”.
Quelli che, seppure dopo una rituale e stringata condanna della guerra russa, non se la sentono di dichiarare senza giri di parole che quello di Zelensky è un regime nazista che merita di essere spazzato via con ogni mezzo e che sostenere la resistenza ucraina rinvia solo il destino di un popolo che farebbe meglio ad arrendersi accettando senza opporsi il decreto di inesistenza nazionale emesso da Putin.
L’ha fatto per loro Berlusconi, trasformandoli per un giorno da suoi più irriducibili oppositori in berluscones di complemento.
O quelli che chiedono pace, come Conte, ma non sanno rispondere alla domanda su cosa intendano per pace nello specifico ucraino e soprattutto come intenderebbero arrivarci. Perché non ce la fanno a dire apertamente che la loro pace è l’annientamento certo dell’Ucraina che seguirebbe al suo preteso disarmo unilaterale.
Per loro la resistenza ucraina è una guerra per procura, indotta dall’esterno per difendere gli interessi del capitalismo decadente contro quelli di un nuovo ordine mondiale. Un rigurgito dei resti del muro mal digeriti dal 1989, con delega attuale al riscatto assegnata al peggiore dei criminali politici esistenti su piazza.
A ben vedere hanno nell’animo le stesse motivazioni che portarono, nel 1956, a giustificare i carrarmati dell’Urss che schiacciarono nel sangue il legittimo governo ungherese, peraltro del comunista dissidente Imre Nagy. O quelle che nel 1968 soppressero il socialismo dal volto umano di Alexander Dubcek. Tornando indietro, a sinistra, anche rispetto alla scelta del campo occidentale di Berlinguer. Una regressione covata e tramandata in silenzio per quasi 50 anni?.
Come si può pretendere di discutere di pace con un interlocutore che non si presenta per quello che è e non dice fino in fondo quello che pensa?
Ma davvero la storia della libertà e della democrazia, che ha plasmato faticosamente il cammino umano migliore, pur tra le contraddizioni più stridenti e i conflitti politici e sociali più duri, può essere barattata coi peggiori modelli dittatoriali esistenti negli anni 2000?
Davvero chi gode dei diritti civili e politici, chi può combattere a viso aperto contro le ingiustizie sociali, chi può opporsi liberamente, produrre cultura critica e lottare per cambiare democraticamente il proprio governo, può pensare che un nuovo e migliore ordine mondiale possa essere promosso da regimi liberticidi e sanguinari come quelli di Russia, Bielorussia, Iran, Siria, Corea del Nord, Eritrea, Nicaragua e Mali? Un G8 della morte immaginato come un nuovo sole dell’avvenire?
Nessuno è indifferente difronte al massacro, tuttavia non ci sono margini ragionevoli per schierarsi in modo neutrale. Perché la neutralità in questa storia semplicemente non esiste, non ha spazio fisico, né mentale. Infatti nessuno riesce a definirne il perimetro politico come base credibile di una trattativa di pace. Purtroppo.
Perché tutti hanno capito, anche se non tutti hanno il coraggio di dirlo, che solo la Russia ha in mano il destino della pace. Può smettere la guerra oggi stesso, ma non lo farà se non dopo aver fatto terra bruciata di un popolo intero o non sarà costretta a smetterla da una forza maggiore.
Non riconoscere questo dato di fatto rende malauguratamente non credibile, oggi, qualunque discorso sulla pace. Che infatti non decolla nella coscienza di massa, semmai produce solo un senso di impotenza o l’egoismo del quieto vivere.
Quindi siate sinceri, amici pacifisti e abbiate il coraggio di mostrarvi onestamente per quello che siete, un popolo perso, paralizzato nel labirinto dei vecchi errori.
Oppure, più semplicemente, provate a correggerli e a correggervi.