Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante.
Come Letta e Bersani hanno preparato la grande vittoria di Schlein
Racconto dettagliato del cambio delle regole studiato per aprire la strada a Elly, che poi s’è giocata benissimo la chance, motivando elettori sfiduciati
Una storia originalissima. L'ascesa di Elly Schlein alla guida del Pd è una storia difficile da comprendere sino in fondo, senza far luce su tre passaggi in chiaroscuro, ma destinati a diventare proverbiali, perché unici nella storia dei partiti italiani e non soltanto. La striscia è visibile a occhio nudo solo in parte. La prima istantanea è limpida: fino a dieci settimane fa Elly Schlein non era iscritta al Pd, dunque non era candidabile.
La seconda è nel chiaroscuro: la cabina di regia del Pd - formata da Enrico Letta e da Roberto Speranza, "elevato" a soggetto costituente - cambia in corsa le regole per la leadership e per la prima volta nella storia delle primarie possono andare al ballottaggio non due candidati "notoriamente" dem, ma un interno ed una mezza-esterna. Votabile - ecco la novità - anche da un elettorato potenzialmente ostile al Pd.
La terza istantanea conclude la sequenza ed è sotto gli occhi di tutti: ribaltando (per la prima volta) il voto degli iscritti, nella notte del 26 febbraio 2023 diventa segretaria del Pd Elly Schlein, che è anche la candidata di un partito ancora in vita, Articolo Uno, il piccolo movimento che lasciò i Dem quattro anni fa, ricco di notabili (Massimo D'Alema, Pierluigi Bersani, Roberto Speranza) ma che non si è mai presentato a nessuna tornata elettorale.