Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
IL BUONGIORNO SI VEDE DAL MATTINO.
Il mancato governo mondiale della globalizzazione, che è l’origine di pressoché tutti i mali contemporanei, ci consegna un tema politico col quale tutti i soggetti politici, vecchi e nuovi, comunque collocati nella tradizionale topografia, devono fare i conti.
Le differenze tra conservatori e progressisti, tra statalisti e liberali, tra massimalisti e riformisti non stanno in massima parte nella diagnosi dei mali comuni e nei loro obiettivi per risolverli, ma stanno più nella capacità o meno di definire il “come” risolverli. Prendo a spunto il programma sul quale Elly Schlein è stata eletta segretaria del PD, ammesso che chi l’ha votata l’abbia letto.
Si tratta di 33 pagine fitte di analisi e diagnosi sui mali dell’Italia, dell’Europa e del mondo sui quali la neo segretaria intende cimentare il suo partito. A parte una certa genericità nell’indicazione degli obiettivi, consistenti nei soliti richiami retorici alla lotta contro le disuguaglianze, l’impegno dalla parte degli ultimi e la promessa del riconoscimento di nuovi diritti e a far sì che nessuno resti indietro, non c’è una sola parola sul “come” si intenda realizzare tutto questo. Invece il “come” è il punto dirimente della scelta politica. Soprattutto per chi, mi scuso per la semplificazione, nel campo progressista riscontra le maggiori differenze tra la sinistra vetero socialista e i riformisti liberaldemocratici più che sui fini sul modo e i mezzi per raggiungerli. Siamo d’accordo, ad esempio, che il legame tra questione climatico-ambientale e questione sociale è dirimente, sia in termini di produzione di reddito e sua redistribuzione, sia in quelli di sviluppo democratico. L’astensionismo elettorale ne è la prova.
Dire “transizione ecologica” è un eufemismo pietoso che nasconde la realtà dura di una indispensabile e urgente riconversione socioeconomica radicale, che non è solo industriale, ma che ha prodotto e produrrà ancora di più un cambiamento degli assetti sociali, modificando culture e stili di vita individuali. Il cambiamento impetuoso delle geografie politiche e istituzionali nazionali e internazionali è già in atto e le guerre, tutte le tante guerre nel mondo, testimoniano l’assenza di un governo, almeno condiviso se non democratico, della globalizzazione. Assenza che lascia ciascun Paese correre al riparo dei propri interessi, energetici o di approvvigionamento di materie prime e alimentari, esercitando maggiore forza o soggiacendovi in una spirale più neocoloniale che di cooperazione allo sviluppo.
Al momento né l’oriente, né l’occidente, né il nuovo sud, né il vecchio nord del mondo sfuggono a questo andazzo. Basta vedere la presenza, Cinese e non solo, in Africa o la negazione dell’indipendenza ai Curdi o al popolo Saharowi, per citarne solo due. Non può esserci pace senza giustizia e non c’è giustizia senza libertà e democrazia. Non basta dirlo, occorre che chi voglia cambiare si proponga non solo di rivendicare pace, giustizia e libertà, ma indichi come voler governare questi processi.I silenzi di Schein o le sue parole stentate sulla guerra in Ucraina sono preoccupanti e fanno pensare, più che a una sollecitazione diplomatica all’Europa, a una concessione politica al M5S. Non basta dire che servirebbe un governo nuovo, né aggiungere diagnosi e obiettivi, ma occorre dire “come”, attraverso quali atti concreti che diventino leggi, questi obiettivi vanno raggiunti con metodi democratici e nel rispetto dei diritti civili e umani.
Questo “come” manca al programma di Schlein, secondo una tradizione della sinistra massimalista che lei rinnova fieramente. Non per caso sostenuta dalla vecchia compagnia di giro della “ditta”, che l’ha riconosciuta come una di loro.
Bentornati a casa, dopo un lungo giro che a novembre compirà 24 anni. Il PD ha reso la vita difficile al popolo di sinistra, ma è stato un ventre di vacca per la sua classe dirigente. E’ stato, quasi, unito per la genericità della sua politica che doveva accontentare tutti i suoi boiardi, ma non il suo popolo. Che per questo lo ha abbandonato, altro che periferie! Chi di loro ha provato a governare sapendo il “come” è stato fatto fuori per mancata conformità.
Schlein il “come” non lo sa, ma le basterà restare sul generico indicando la luna dell’avvenire col massimo della precisione. Per ora il popolo di sinistra si accontenti della brioche.Se allunerà troverà ad accoglierla il Signore dei fondelli, lo sterminatore di congiuntivi, Conte, e si spartiranno la valle di lacrime nella quale piangono tanto bene. Il cambiamento è altro.