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Evento davvero memorabile a san Giuliano Terme il 25 luglio a partire dalle ore 18, all'interno del Fuori Festival di Montepisano Art Festival 2024, manifestazione che coinvolge i Comuni del Lungomonte pisano, da Buti a Vecchiano."L'idea è nata a partire dalla pubblicazione da parte di MdS Editore di uno straordinario volume su Puccini - spiega Sandro Petri, presidente dell'Associazione La Voce del Serchio - scritto  da un importante interprete delle sue opere, Delfo Menicucci, tenore famoso in tutto il mondo, studioso di tecnica vocale e tante altre cose. 

Che c'entra l'elenco del telefono che hai fatto, con .....
Le mutande al mondo non le metti ne tu e neppure Di .....
Da due anni a questa parte si legge che Putin, ovvio, .....
È la cultura garantista di questo paese. Basta vedere .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Di Edoardo Fanucci
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Di Antonio Campo
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Da un'intervista a Maria Elena Boschi
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di Valdo Mori
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APOCALISSE NOKIA di Antonio Campo
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Il mare
con le sue fluttuazioni e il suo andirivieni
è una parvenza della vita
Un'arte fatta di arrivi di partenze
di ritorni di assenze
di presenze
Uno .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
Nuovo Segretario
EllY Schlein, per conoscerla (di W.Marra)

1/3/2023 - 11:06

Di Wanda Marra
28 Febbraio 2023
 
È una che guarda sempre diritto in faccia l’interlocutore Elly Schlein. Ma anche una abilissima a buttare la palla in tribuna, eludendo – con impeccabile cordialità – una domanda alla quale preferisce in quel momento non rispondere. “Fluida” e movimentista, innegabile radice alto borghese e cultura internazionale, va diritta per la sua strada, tosta all’occorrenza, non disposta a snaturarsi.
 
Jeans comodi, camicie, giacche colorate, sneakers e zainetto è una che la tendenza a stare in movimento, l’inquietudine esistenziale della ricerca costante la riflette pure nel look. Nasce nel 1985 a Sorengo, nel Canton Ticino, da Melvin Schlein, politologo e accademico statunitense di origine ebraica e Maria Paola Viviani, professoressa di diritto pubblico comparato. Ce l’ha nel Dna le caratteristiche del ponte tra mondi diversi. Persino nel nome: all’anagrafe si chiama Elena Ethel, come le due nonne. Il minimo che potesse fare era trovarsi un soprannome, che le ricordasse entrambe, ma andasse oltre la sintesi e la giustapposizione. E in fondo, la sua biografia è tutta un po’ così.
 
È una che suona il pianoforte a 5 anni, ma che poi compra di nascosto una chitarra elettrica a 15. Una che si diploma a Lugano, ma decide di fare l’università a Bologna: prima si iscrive al Dams, poi passa a Giurisprudenza. Evidentemente la spinta verso la realtà è più forte di quella verso mondi immaginari. In mezzo, nel 2008 (e anche nel 2012), va a fare la campagna elettorale per Barack Obama come volontaria. All’università con gli amici fonda l’associazione Progrè, per la quale cura video inchieste su carcere e immigrazione. Cinefila, lavora al documentario Anija-La Nave, sulla fuga collettiva dall’Albania verso l’Italia. Ma è con Occupy Pd che diventa chiaro che il ponte su cui sceglie di investire è quello politico: mentre i 101 affossano Romano Prodi, dà vita a una mobilitazione nazionale, che poi sfocia nel suo sostegno alla candidatura di Pippo Civati per il congresso del 2013. Impegno che la porterà direttamente al Parlamento europeo nel 2014 con 54.802 preferenze. A candidarla è il Pd di Matteo Renzi.
 
Ma è in polemica con lui che nel 2015, dopo il Jobs act, esce dal partito. Una decisione in apparente contraddizione con il tentativo di riportare Prodi a votare per le primarie. Ma lei è fatta così, di decisioni ponderate, andate e ritorni, scelte radicali e tentativi di sintesi. Intanto, a Bruxelles lavora per modificare il Regolamento di Dublino, quello che vuole che sia il primo paese di ingresso a farsi carico dei migranti. Altro giro, altra corsa: alle elezioni regionali del gennaio 2020 guida la lista Emilia-Romagna Coraggiosa e viene eletta con oltre 22.000 preferenze. Diventa vicepresidente nella giunta Bonaccini.
 
Il resto è storia recente: racconta di mesi di riflessioni prima di decidere di correre per la guida del Nazareno, con la tessera del Pd ripresa all’ultimo momento. Due i momenti fondativi. Il primo, quando alla chiusura della campagna elettorale del Pd a Roma, a settembre, sul palco scandì “Sono una donna, amo un’altra donna e non sono una madre. Ma non per questo sono meno donna”. Il Guardian la paragonò ad Alexandria Ocasio-Cortez. E poi, quando durante l’ufficializzazione della sua corsa, a Roma, al Monk a Portonaccio scattò spontaneo il coro di Bella ciao, pugno chiuso accennato. A proposito di ponti, una canzone simbolo della Resistenza, diventata una hit internazionale pop con La casa di carta e poi l’inno della Resistenza ucraina. Una parabola che in fondo spiega molto di Elly, descritta come una vetero-comunista, ma in realtà più una post-comunista, l’espressione di un mondo fatto di contaminazioni, battaglie antiche e ultra contemporanee. Si è schierata a favore dell’invio di armi a Kiev, Elly, ma da storica pacifista ha parlato di vero “dilemma etico”. Chi lo sa se porterà diverse sfumature di atlantismo nel suo Pd. Così come non ha avuto paura di aprire agli attivisti di Ultima generazione.
 
Una cosa è certa: il Pd l’ha occupato davvero, stavolta. Esiti della “rivoluzione” attendonsi.

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