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Evento davvero memorabile a san Giuliano Terme il 25 luglio a partire dalle ore 18, all'interno del Fuori Festival di Montepisano Art Festival 2024, manifestazione che coinvolge i Comuni del Lungomonte pisano, da Buti a Vecchiano."L'idea è nata a partire dalla pubblicazione da parte di MdS Editore di uno straordinario volume su Puccini - spiega Sandro Petri, presidente dell'Associazione La Voce del Serchio - scritto  da un importante interprete delle sue opere, Delfo Menicucci, tenore famoso in tutto il mondo, studioso di tecnica vocale e tante altre cose. 

Che c'entra l'elenco del telefono che hai fatto, con .....
Le mutande al mondo non le metti ne tu e neppure Di .....
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È la cultura garantista di questo paese. Basta vedere .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Di Edoardo Fanucci
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Di Antonio Campo
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di Matteo Renzi, senatore e presidente di IV
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Da un'intervista a Maria Elena Boschi
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Mauro Pallini-Scuola Etica Leonardo: la cultura della sostenibilità
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Incontrati per caso
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APOCALISSE NOKIA di Antonio Campo
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Il mare
con le sue fluttuazioni e il suo andirivieni
è una parvenza della vita
Un'arte fatta di arrivi di partenze
di ritorni di assenze
di presenze
Uno .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
di Pietro Ichino (a cura di BB,red VdS)
LE DUE PACI POSSIBILI

6/3/2023 - 9:15


LE DUE PACI POSSIBILI

Il puro e semplice armistizio come primo passo rischia di consentire all’invasore di consolidare le sue posizioni: di premiarlo, dunque, allontanando e non avvicinando una pace duratura.


Il .Fondo pubblicato il 24 febbraio 2023 sulla Gazzetta di Parma e i quotidiani l’Adige e l’Alto Adige – In argomento v. anche  Per capire meglio come si costruisce la pace
,
Tutti sono a favore della pace in Ucraina; su quale sia la pace a cui puntare, però, si assiste alla contrapposizione netta tra due orientamenti. Uno è quello secondo cui occorre prioritariamente far tacere le armi, per poi cercare se possibile di trasformare l’armistizio in un vero e proprio trattato di pace. Il difetto di questa prospettiva sta nel fatto che essa in qualche misura premia l’aggressore, consentendogli di consolidare il dominio di fatto sui pur esigui brandelli di territorio occupati.

Chi la Russia la ha come vicina di casa percepisce come un pericolo incombente lo spirito revanchista che costituisce la radice profonda della sua aggressività: il desiderio di ripristinare il proprio controllo sui Paesi confinanti, quando non annetterseli senz’altro, per ritornare a una situazione in qualche modo analoga a quella precedente alla caduta del Muro di Berlino.

È questo il motivo per cui la Polonia e le altre repubbliche baltiche rifiutano ogni ipotesi di armistizio che non preveda il ritiro dei russi entro i confini precedenti al 24 febbraio 2022: altrimenti – esse avvertono – l’armistizio sarà soltanto una pausa in una guerra che continuerà a covare sotto le ceneri e prima o poi scoppierà di nuovo, se non in Ucraina in Moldavia, nella Transnistria, o in altre zone del confine tra Europa orientale e occidentale. Merita di essere citata, a questo proposito, un’intervista al Corriere della Sera di qualche giorno fa, nella quale la saggista e giornalista statunitense naturalizzata polacca Anne Applebaum ha detto:


“Io credo che l’unico modo in cui la guerra possa finire – e intendo finire davvero, non per riprendere dopo sei mesi o un anno – è se i russi perdono e capiscono di aver perso. Devono realizzare che la guerra non può essere ripetuta […]”. In altre parole: “l’armistizio non soltanto non avvicina la pace, ma la allontana”.


Il fatto è che a sostegno di questa posizione sta un precedente assai significativo: l’accordo di Monaco del 1938 col quale Regno Unito e Francia si illusero di evitare la guerra con Hitler perdonandogli le prime manifestazioni del suo disegno imperialista.

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