Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
La prima settimana d’agosto era passata. Come le altre mattine iniziai il lavoro, la veranda e le camere. Ero scesa in lavanderia per mettere gli stracci nella lavatrice. Per accedere alla lavatrice si dovevano salire quattro scalini, sembrava un altare. Misi il piede destro sul primo scalino e alzai il sinistro sul secondo. Non ci arrivai mai. Scivolai battendo lo stinco sul bordo dello scalino di cemento. Mi girai piano e mi misi seduta, sentii la testa girare e un dolore allo stomaco come se qualcuno me lo strizzasse
“Ma che fai?” disse Mara entrando.
“Sono scivolata, non è niente” mi passai una mano sulla fronte.
“Ma sei bianca come la cera”.
“Mi porteresti un po’ di ghiaccio?”
Mentre Mara andava in cucina mi avvicinai al lavatoio e feci scorrere l’acqua fredda sulla gamba, sentivo le gocce di sudore scivolare dal viso sul collo. Chiusi il rubinetto e mi misi a sedere sui gradini.
“Ma sei andata al Polo Nord a prendere il ghiaccio?” dissi alzando la testa “Ma il ghiaccio?”
“Ha detto... ha detto la Signora che non te lo da... così impari” disse Mara abbassando gli occhi
“Ah! Si! ... non me lo da, vediamo” mi asciugai la gamba e andai in cucina
“La Stronza era lì con la tazza di caffè in mano. Non mi da il ghiaccio? Bene! Vado al pronto soccorso...”
La Stronza appoggiò la tazzina sul piattino e disse:
“Per questa volta lo prenda, ma stia più attenta”
Le avrei ficcato la tazzina in gola e anche il piattino. Dopo un quarto d’ora mi portò un gel per la cura delle contusioni.
Lea si fermava spesso a dormire in Hotel prima di tornare a casa. Quel giorno passai da mia mamma.
“Ho preparato la di tisana al finocchio, ne vuoi un po’?” disse dopo avere aperto la porta
“Mi servirebbe un bidone di camomilla, ma va bene il finocchio” risposi accennando un sorriso
Mia mamma prese dalla credenza due tazze e la zuccheriera
“Io ci metto il miele” le dissi
Prese il barattolo del miele di castagno e lo appoggiò sul tavolo, le tazze color pervinca bordate d’oro le appoggiò sulla pietra di marmo dell’acquaio e ci versò dentro il liquido giallognolo
“La lasciamo raffreddare” disse e dal cassetto tirò fuori i cucchiaini che appoggiò sui piattini bordati d’oro. Prima di tornare a sedere mia mamma aprì la finestra di cucina.
“Così entra un po’ d’aria”
Il sole si era nascosto dietro al Municipio e la tendina a quadretti dell’acquaio iniziò a muoversi.
Le raccontai cosa era successo al lavoro.
“Sarà bene mettere ancora un po’ di ghiaccio?”
Allungai la gamba, il rossore della mattina aveva virato al viola
“A questo punto credo che il ghiaccio non serva, prima di andare a letto metto un po’ di pomata per le contusioni”
“Ne hai a casa?”
“Si, ne ho metà tubetto”
“Quella donna lì è mezza matta”
No! È tutta matta e ci fa diventare matte anche noi”
Mi alzai per prendere le tazze e le appoggiai sul tavolino, la temperatura era giusta ne bevvi un sorso. Le raccontai cosa aveva fatto a Oscar.
“Sembra quasi impossibile dover chiedere mezzo limone” mia mamma bevve un sorso di tisana e appoggio la tazza sul tavolo “quel ragazzo l’hanno messo a dormire in uno stanzino? Lo sai cosa mi fa venire in mente questo episodio, vero?” (continua…)