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Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative. 

E non c'è da cambiare idea. Dopo aver sostenuto la .....
. . . sul Foglio.
Secondo me hai letto l'intervista .....
L'intervista a Piazza Pulita è di 7 mesi fa, le parole .....
Vedi l'intervista di Matteo Renzi 7 mesi fa da Formigli .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Arabia Saudita
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Dalla pagina di Elena Giordano
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storie Vere :Matteo Grimaldi
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Indaco il colore del cielo
non parimenti dipinto
Sparsi qua e là
come ciuffi di velo
strani bioccoli di bambagia
che un delicato pennello
intinto .....
tutta la zona:
piscina ex albergo
tutto in stato di abbandono

zona SAN GIULIANO TERME
vergogna
75 anni ma non li dimostra!

19/3/2023 - 14:28



Sediate alla Camera
Sembrava che deputati democristiani e comunisti non dovessero mai riuscire a trovare la maniera di andare d’accordo: si guardavano in cagnesco, si rimbeccavano a vicenda continuamente. Quando un deputato comunista si alzava in piedi per parlare, i deputati democristiani non seguivano affatto il filo del suo discorso tutti occupati a trovare il momento adatto per ridere in coro, fragorosamente, a qualcuna delle sue più serie dichiarazioni. Mentre se vi era un democristiano a parlare, i comunisti si rannicchiavano sui loro scranni come gatti pronti a balzare sulla preda. E non appena dalla bocca gli usciva qualche affermazione che essi giudicavano incauta o insolente nei loro riguardi si affrettavano ad interromperlo con urla selvagge e cachinni infernali.

Atmosfera, quindi, tutt’altro che di distenzione degli animi e di pacificazione degli spiriti. Gli italiani che avevano votato per gli uni o per gli altri cominciavano a disperare sulla possibilità di avere un Parlamento che desse pieno affidamento di serietà e, quindi, garanzia di funzionamento. Ed ecco, improvvisamente, la rissa del 10 giugno che viene a rassicurarlo: c’è qualcosa, finalmente.  Che sembra interessare ugualmente tanto di vedere  il settore di sinistra che quello di centro ed è il desiderio comune di vedere l'emiciclo del Parlamento portato dal livello del cortile di una osteria suburbana. Fu l'on. Fausto Gullo a cominciare. Non si sa bene per quale motivo, perchè in quel momento non c'entrava niente, dichiarò che gran parte dei sedici milioni di coloro che avevano votato per la Democrazia Cristiana appartenevano alle suore di clausura. Il che fa supporre che più di un terzo della popolazione italiana sia composto esclusivamente di clarisse e dì sepolte vive. Al che il democristiano on. Cappugi rimbeccava affermando che le suore di clausura erano elettori come gli altri. Allora l'on. Gullo ha rimproverato i democristiani di aver raccattato i loro voti un po' dappertutto e senza scrupoli. Ricorrendo, magari, a sistemi gesuitici come quello di far consigliare dai confessori alle donne di esercitare il loro diritto di «sciopero notturno» contro i mariti smaniosi di votare per i comunisti. Motivo per cui l'onorevole Tomba ha gridato all'indirizzo dei comunisti una frase nella quale spiccavano le parole «pregiudicati» e «sgualdrine».
La frase è stata il segnale della battaglia in confronto alla quale quella avvenuta il giorno prima al Senato e di cui ci occupiamo in altra parte del settimanale, diventa una piccola rissa da circoletto della periferia. Battaglia manovrata, infatti, questa, con le schiere dei deputati comunisti condotte all'assalto dal colonnello Valerio da una parte e quelle dei democristiani disposte in quadrato intorno all'onorevole Tomba dall'altra. Pugni e schiaffoni furono scambiati fra gli antagonisti, convinti, molto probabilmente, che il miglior modo per far entrare un'idea nella testa di un interlocutore sia quella di ribadirla con una sediata. Un onorevole si produsse in un suo sensazionale numero del salto a pesce, ma, avendo preso male, le misure, invece di riuscire ad abbrancare le gambe di un avversario, come si fa nel gioco del «rugby», andò a battere la testa contro uno scalino. Vi furono contusi e feriti, occhi pesti e sangue dal naso. I commessi della Camera, ex corazzieri, durarono non poca fatica a separare i contendenti con il convincente sistema di acciuffarli per la collottola con la sinistra, per il fondo dei calzoni con la destra, e di spingerli facendoli correre attraverso l'emiciclo, fino ai loro posti.
Poco dignitosa, forse, la figura di un onorevole così agguantato e sballottato. Ma utilissima per i risultati ottenuti: perchè gli italiani oggi sanno finalmente che non è vero che democristiani e comunisti non potranno mai trovare un punto d'incontro: quando si tratta di far fare una brutta figura all'intera nazione essi, a quel che pare, sono prontissimi a lavorare insieme.
V. M.
 

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